La storia del principio e della fine*
Subcomandante Marcos
Già da tempo il ieri era diventato vecchio e stava solo in un angolo del
mondo. Da tempo ormai i più grandi dei, quelli che hanno creato il mondo,
i primi, erano rimasti addormentati. Si erano stancati molto di ballare o
di percorrere strade o di farsi domande. Perciò erano rimasti addormentati
i primi dei. Avevano già parlato con le donne e gli uomini autentici ed
erano fra tutti giunti all'accordo che si doveva continuare a camminare.
Perché è camminando che il mondo vive, così avevano detto i più grandi dei,
quelli che hanno creato il mondo, i primi.
- Fino a quando continueremo a camminare? - si domandarono gli uomini e le
donne di mais.
- Quando ricominciamo di nuovo? - si risposero le donne e gli uomini
autentici perché così avevano appreso dai primi dei, che a una domanda si
risponde sempre con un'altra domanda.
Dalla terra sono nati
Però alla fine i primi dei si svegliarono. Perché i più grandi dei, quelli
che crearono il mondo, non possono restare addormentati quando sentono una
domanda e allora si svegliarono e si misero a suonare la marimba e
composero una canzone con le domande e ballavano e cantavano:
''Fino a
quando continueremo a camminare? Quando ricominciamo di nuovo?".
E
sarebbero ancora lì, a ballare e a cantare, se non che le donne e gli
uomini autentici si irritarono e dissero loro che era stato bello il
ballare e il cantare ma che volevano risposte alle loro domande e allora i
primi dei si fecero seri e dissero:
- Fanno domande gli uomini e le donne che abbiamo fatto di mais. Non ci
sono venuti molto saggi questi uomini e queste donne. Cercano la risposta
fuori, senza rendersi conto che ce l'hanno dietro e davanti. Non molto
saggi sono questi uomini e queste donne, sono come una pannocchia acerba -
dissero i primi dei e dai che iniziarono di nuovo a ballare e a cantare e
ancora una volta le donne e gli uomini autentici si indispettirono: va bene
prenderli in giro, ma com'è che la risposta ce l'hanno davanti e dietro e i
primi dei risposero che alle spalle e nello sguardo ci sono le risposte e
gli uomini e le donne di mais si guardarono tra loro e tutti sapevano di
non capire niente, però restarono zitti e i più grandi dei dissero loro:
- Dalla schiena hanno avuto inizio gli uomini e le donne di mais perché
sono nati sdraiati e sono nati dalla terra, dato che sono di mais. Sulla
schiena hanno iniziato a muoversi. La loro schiena resta sempre dietro al
loro passo o al loro restare fermi. La loro schiena è l'inizio, il ieri del
loro passo.
E le donne e gli uomini autentici non capirono molto però come l'inizio
fosse già cominciato e il ieri fosse già passato, ma non si preoccuparono
di ciò e ripeterono:
- Fino a quando continueremo a camminare?
- Questo è più facile da sapere - dissero gli dei che crearono il mondo -.
Quando il vostro sguardo potrà guardare alle vostre spalle. Basta che
camminiate in circolo, fino a fare un giro e raggiungere voi stessi. Quando
avrete camminato abbastanza e sarete riusciti a guardarvi alle spalle,
benché da lontano, allora avrete finito, fratellini e sorelline - dissero i
primi dei mentre cominciavano già ad addormentarsi.
E le donne e gli uomini autentici furono molto contenti perché ormai
sapevano che dovevano solo camminare in circolo fino a riuscire a guardarsi
alle spalle. E trascorsero un po' di tempo così, camminando per raggiungere
la loro schiena, poi si sono fermati un momento a pensare perché non
smettevano di camminare e si dissero:
- Costa molto raggiungere l'inizio per arrivare alla fine. Non si smette
mai di camminare e si prova molto dolore nel pensare a quando arriveremo
all'inizio per dare termine al nostro passo -. E alcuni e alcune si
scoraggiarono e così si sedettero, annoiati perché il cammino verso
l'inizio per arrivare alla fine non terminava mai.
Saluto di addio del Vecchio Antonio
Però altri e altre continuarono a camminare molto volentieri e smisero di
pensare solo a quando sarebbero arrivati all'inizio per raggiungere la fine
e invece si misero a pensare al cammino che stavano compiendo e, siccome
era in circolo, ad ogni giro volevano compierlo meglio e ogni volta che
giravano, dato che il passo riusciva meglio, erano sempre più contenti e
tanta contentezza dava loro il camminare che un bel po' camminarono e,
senza smettere di camminare, si dissero:
- E' allegro questo cammino che siamo, camminiamo per fare migliore il
cammino. Siamo il cammino perché altri camminino da una parte all'altra.
Per tutti c'è un principio e una fine nel proprio cammino, per il cammino
no, per noi no. Per tutti tutto, niente per noi. Siamo il cammino, dobbiamo
proseguire.
E per non dimenticarsi, disegnarono un circolo per terra e camminando in
cerchio percorrevano e percorrono tutto il mondo, gli uomini e le donne
autentici. Non finiscono né esauriscono la propria lotta per migliorare il
cammino, per migliorarsi. Per questo gli uomini hanno creduto che il mondo
fosse rotondo, però così è questa palla che è il mondo: non è altro che la
lotta e il cammino delle donne e degli uomini autentici, che continuano a
camminare e vogliono sempre che il cammino riesca meglio dei passi che lo
percorrono. Camminando sempre, non c'è né inizio né fine nella loro
camminata. Né possono stancarsi le donne e gli uomini autentici. Vogliono
sempre raggiungere se stessi, sorprendendosi nel cercare alle spalle
l'inizio e così arrivando alla fine del loro cammino. Però non lo
troveranno, lo sanno e non importa loro. L'unica cosa che importa loro è di
essere un buon cammino che cerca sempre di essere migliore...
Tace il Vecchio Antonio, però la pioggia no. Io gli stavo per chiedere
quando sarebbe finita questa pioggia, però sembra che l'ambiente non sia
propizio alle domande su inizi e fini. Saluto il Vecchio Antonio e me ne vado.
Esco nella pioggia e nella notte, anche se le batterie nuove della mia pila
non riescono a distinguere l'una dall'altra. Il rumore dei miei stivali
nel fango mi impedisce di ascoltare le parole di addio del Vecchio Antonio:
- Non stancarti domandando quando finirà il tuo cammino. Lì, dove il domani
e il ieri si uniscono, lì finirà...
Mi è costato molto iniziare a camminare, sapevo che sarei scivolato nel
fango più avanti, però, pur sapendolo, dovevo camminare verso questa
caduta. Questa e le altre che seguiranno. Perché camminare è anche
inciamparsi e cadere. E questo non me lo ha insegnato il Vecchio Antonio,
me lo insegnò la montagna e, credetemi, l'esame non è stato per niente
facile.
*Questa è una primizia per i lettori de La Jornada. Con l'autorizzazione
della casa editrice Plaza & Janés, offriamo un anticipo del libro
"Dalle
montagne del Sudest messicano"
che inizierà a circolare fra breve. Si
tratta di un compendio delle opere letterarie del Subcomandante Marcos, di
cui riproduciamo qui uno dei racconti - fino ad oggi inedito.
Tradotto dal Comitato Chiapas di Torino.
BACK