Comision Civil Internacional de Observacion
por los Derechos Humanos
Alla societa' civile internazionale
Ai popoli e ai governi del mondo
Ai mezzi di comunicazione
Alle comunita' indigene in resistenza
All'EZLN

Nel febbraio del 1998 e a radice del massacro di Acteal avvenuto nel dicembre 1997, la societa' civile del mondo reagi' con diverse mobilitazioni per mostrare il suo ripudio al massacro realizzato contro gli indigeni ribelli del Chiapas e per trovare vie per una soluzione pacifica del conflitto.
Oltre 500 personalita' ed organizzazioni dei cinque continenti avallarono la creazione di una Commissione Civile Internazionale di Osservazione dei diritti umani, che viaggio' nel Chiapas per realizzare, sul posto, un'osservazione che si concluse con un dossier di questa commissione con una serie di conclusioni e raccomandazioni che vennero rese pubbliche. Tra queste raccomandazioni si faceva riferimento all'impunita', all'accesso inequitativo alla giustizia, alla militarizzazione e alla paramilitarizzazione, alla situazione dei rifugiati interni a causa della guerra, alla situazione dei prigionieri, ecc.. Un mese e mezzo dopo, partecipanti di questa Commissione, tornarono in Chiapas per consegnare il dossier a tutti gli interlocutori che erano stati intervistati. Nello stesso tempo si consegnava questo dossier al Parlamento Europeo e all'Alto Commissario per i diritti umani dell'ONU e a diverse istanze locali, nazionali e internazionali. Questa visita venne accompagnata dalla campagna xenofoba dei mezzi di comunicazione pro governativi contro il presunto intervento straniero nel conflitto, che non ha impedito la visita d'osservazione come la successiva consegna del dossier.

L'esperienza del lavoro della Commissione e le sue implicazioni successive ci obbligano, ancora una volta, come societa' civile ad appellarsi alla nostra responsabilita' di realizzare una seconda visita di osservazione in cui si possa valutare quale sia la situazione attuale, quali aspetti del conflitto sono cambiati e quali sono le possibilita' nuove di aprire vie ad una soluzione giusta e pacifica del conflitto.

Cercare la verita', con il cuore, senza obbedire ad interessi di potere od economici e' lo spirito che ci anima. Molte cose sono cambiate da allora e, nonostante il doppio linguaggio del governo messicano, la realta' imperante e' stata discussa in diversi forum internazionali, mezzi di comunicazione e tra l'opinione pubblica di molti paesi.

Consideriamo, come lo abbiamo fatto allora, che l'osservazione dei diritti uamni, incombe a tutte quelle persone ed organizzazioni che lavorano giorno per giorno per realizzare un mondo migliore per tutti/e, in qualsiasi parte del mondo.

Per tutto cio', sollecitiamo la societa' civile messicana come pure il governo federale, le comunita' indigene in ribellione e l'EZLN affinche' ci concedano la stessa fiducia che ci diedero nel febbraio del 1998, e che ci ricevano e ci concedano la loro parola, che ci permettano di realizzare liberamente e con responsabilita' il nostro lavoro, e a tutte le organizzazioni che ci hanno avallato allora, affinche' lo facciano di nuovo per osservare, riflettere, diagnosticare e fare le nostre osservazioni.

Per questo, firmiamo questa dichiarazione che verra' presentata alla societa' civile, ai mezzi di comunicazione, al governo messicano ed alle istanze internazionali il giorno 15 ottobre, per viaggiare in Messico dal 10 al 30 novembre e ripetere le nostre interviste agli attori del conflitto e consegnare questo dossier alle istanze internazionali, alla Commissione dei Diritti Umani dell'ONU, al Parlamento Europeo, e a tutte quelle che si considerino insieme alla societa' civile, ai mezzi di comunicazione dei nostri rispettivi paesi.

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