IMMIGRATI - GUERRA DEL PETROLIO - GHETTO

Appunti sul conflitto nord sud

Sono ormai alcuni anni che i partiti politici e i giornalacci italiani, chi più chi meno speculativamente, si occupano del problema "immigrazione di lavoratori extracomunitari", perlopiù africani, asiatici, est europei.

L'atteggiamento dei partiti, soprattutto della maggioranza di governo, ha denotato tratti di antistoricismo.

Difatti dai repubblikani ai socialisti all'ala più oltranzista della Democrazia Cristiana, è stato pensato, di chiudere le frontiere, di militarizzare le coste ed altre amenità simili, discorsi antistorici perché basta fare un salto in Francia, Olanda, Germania, Inghilterra ecc. per rendersi conto che non siamo il primo e non saremo l'ultimo paese che ha questo "problema", anzi questa possibilità di confrontarci e arricchirci culturalmente con realtà e costumi radicalmente diversi. Un "problema", l'immigrazione dal terzo mondo che é dovuto essenzialmente ad alcuni motivi:

Sono essenzialmente questi due motivi, che poi spiegherò meglio, che costringono alla fuga dalla miseria e dall'oppressione migliaia di donne e uomini dalle loro radici, dalla loro terra, dai loro affetti, per andare in un paese dove troveranno non solo il tanto agognato lavoro, ma anche tanta OSTILITÀ. Un dramma, quello dell'emigrazione che il popolo italiano dovrebbe comprendere, ma non lo fa, essendo anch'esso emigrato, fin dall'inizio del secolo a milioni nelle Americhe (interi quartieri italiani in ogni metropoli USA, etnia maggiore in Argentina ecc.) e in Europa verso Francia, Svizzera, Germania ecc., oppure la migrazione interna SUD NORD che é invece ancora fonte di razzismo.

Il primo motivo che avevo indicato come e causa dell'immigrazione e il saccheggio delle risorse dei paesi del terzo mondo, lo chiamo saccheggio, ma per il capitalismo è normale mercato.

Saccheggio perché?

Perché ogni stato che ha una qualsiasi risorsa di valore viene subito messo in ginocchio, finché non cede le risorse a prezzi irrisori, alle grandi holding dei paesi occidentali: USA, Germania, e Giappone in testa, che non consentono loro ne la commercializzazione autonoma, ne la trasformazione in loco se non sotto il controllo delle multinazionali, delle materie prime.

Sicuramente con un esempio ci possiamo chiarire le idee: prendiamo il rapporto che hanno gli USA con gli stati del centroamerica, che gli yankees amano chiamare "il giardino di casa", ebbene questi Stati producono perlopiù frutta, zucchero, caffè ecc. e sono tutti governo, elezioni, stampa, TV, sotto il Controllo delle multinazionali:
United Fruit, Del Monte, Chiquita, e via così che determinano il prezzo di queste risorse, un prezzo bassissimo e ancora più basso rispetto al guadagno che ne trarranno poi le compagnie sul mercato; un prezzo bassissimo che è imposto, dato che se questi Stati provano a ribellarsi vendendo da soli o addirittura lavorando il prodotto in proprio (succhi e frutta sciroppata, ecc.) potendo così avere il prodotto finito ad un prezzo competitivo, evitando il salasso delle company, ebbene questi paesi si trovano davanti ad un vero e proprio embargo da parte dei governi dei paesi occidentali e soprattutto da F.M.I. e Banca Mondiale che non finanziano più ai "ribelli" neanche un dollaro dopo averli per anni fatti indebitare introducendo il modello di sviluppo del capitale, calpestando la cultura di questi popoli fino al genocidio e distruggendo l’ambiente.

E’ successo in America centrale, succede in Africa, ogni tentativo di produrre saltando gli squali multinazionali fallisce per il controllo totale e per l’alleanza totale PADRONI-GOVERNI che esiste in occidente.

Questo è il saccheggio verso i paesi più ricattabili dove l’economia è un’economia agricola sostanzialmente povera.
Andiamo a vedere cosa accade invece per il petrolio, materia indispensabile per la vita dei nostri paesi e concentrata nella sua stragrande maggioranza nei paesi arabi.

Sappiamo che il petrolio viene trattato in dollari ed è quindi normale che quando, nei mercati monetari, il dollaro cala se il prezzo del petrolio per barile rimane invariato, i paesi produttori di petrolio ci rimettiamo miliardi di dollari.

I paesi produttori di petrolio sono riuniti nell’OPEC che ha, anzi aveva, come sua maggiore funzione quella di stabilire quantità di greggio estratto e prezzo del petrolio a barile. Tornando indietro di una decina di anni troviamo l’OPEC schierata su due fronti che noi dal punto di vista occidentale potremmo definire falchi e colombe.

Falchi quei paesi che volevano:

Sulla linea delle colombe cioè: E’ curioso notare che tra a questi paesi paladini dell'occidente industrializzato, insieme ai soliti Venezuela, Arabia Saudita, e Kuwait ci sia anche e soprattutto l’Irak del demoniaco Saddam Hussein.

L’Irak che si dimostra il più servo dei servi, accollandosi la guerra contro l’Iran, tra le benedizioni e le lodi degli USA e degli alleati in generale. Cosa succede allora nell'estate del 1990 quando cioè l’Irak e Saddam divengono da colomba a vero e proprio Satana per gli occidentali che vedono in questa guerra il freno all'ondata rivoluzionaria sciita che pervade tutti i paesi musulmani e che li incita contro i propri sceicchi e rais, servi occidentali.

Succede, che l'Irak ha combattuto una guerra decennale, contraendo debiti enormi anche e soprattutto con il Kuwait e non volendoli pagare, ha combattuto proprio per fermare l'ondata khomeinista che vedeva nel Kuwait uno degli stati Arabi più venduti al grande Satana USA.

Succede che l'Irak dovendo rimettere in sesto un paese dopo dieci anni di guerra, cerca subito di valorizzare il suo prodotto più importante, cioè il petrolio, così Saddam ex-colomba, comincia ad indire vertici OPEC richiedendo un aumento del prezzo del greggio e una riduzione della produzione di barili, soprattutto al Kuwait vero e proprio stato fantoccio, calmiere dei prezzi pronto a pompare subito più petrolio qualora il prezzo non fosse più gradito agli USA. Da qui alla cortina fumogena ed alla copertura per il popolo irakeno come la rivendicazione del Kuwait come una provincia dell’Irak, o le accuse ai kuwitiani di pompare petrolio dal territorio irakeno e quindi l’invasione e la seguente crociata per il ristabilimento della legalità internazionale, alla faccia dei palestinesi, dei centinaia di morti di Baghdad, di Bassora, dei duecentomila militari morti, dei migliaia di profughi, del massacro dei kurdi fottuti dall’ occidente per l’ennesima volta, e della catastrofe ecologica immane.

Quindi considerando che l’ONU e gli USA soprattutto, del diritto internazionale se ne strafregano, ma che hanno agito solo per difendere il proprio interesse e cioè un prezzo del petrolio sotto il proprio controllo, possiamo affermare che laddove il capitale non riesce a controllare il mercato con l’indebitamento e l’affamamento di interi popoli, lo controlla con la guerra.

Dov’è il legame tra immigrazione e guerra del golfo, è presto detto, l’argomento che viene sempre usato per fermare l’immigrazione è: bisogna aiutare e sviluppare i paesi del terzo mondo.

MA QUALE SVILUPPO?

quello imposto dalla banca mondiale, cioè sottomissione ai programmi del grande capitale multinazionale; fame, lacrime, sudore e sangue e isolamento economico che per anni Cuba, Nicaragua, Mozambico, Angola, ecc. E se si toccano gli interessi vitali è GUERRA!

Quindi non vengano più dette certe menzogne impunemente, per i paesi sel terzo mondo l’unico sviluppo per il capitale è quello funzionale all’arrichimento delle multinazionali occidentali, a quello del profitto e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

A questo punto tentare, malgrado tutto, di sfuggire ad un destino di morte per fame, di 18 ore al giorno di lavoro massacrante, E’ LEGITTIMO, E’ GIUSTO che abitanti del Sud del mondo vengano qui per cercare di lavorare, per vivere e per sperare in una vecchiaia, già precaria per noi, proletari del nord del mondo che abbiamo come problema importante e fondamentale la casa e il lavoro.

Dov’è il legame tra immigrazione e ghetto?

Il legame è quello che come in Francia, come in Germania, negli USA e in Inghilterra, questi quartieri, i moderni ghetti metropolitani, come il Laurentino 38, Corviale, Tor Bella Monaca ecc. saranno abitati tra una decina di anni da noi, da giovani figli di proletari, e dagli immigrati asiatici, africani e dell’Europa dell’Est. Per noi bianchi neri gialli ecc. c’è una sola prospettiva l’allenza per richiedere servizi a questo stato infame degli sfratti e della guerra, per chiedere lavoro, salario, scuola, casa, sanità e socialità.

Bisogna lottare uniti fin da adesso dai ghetti metropolitani, dal Laurentino 38 alla Pantanella, per chiedere la soddisfazione dei nostri bisogni e una equa divisione delle ricchezze del pianeta (prima che i porci padroni lo distruggano sull’altare del Dio Profitto).

PAGHERETE CARO, PAGHERETE TUTTO!


 

- - [01.09.00]