LE PAROLE … E I FATTI


Biblioteca "Papillon"

Come in una favola, alcuni uomini di potere recentemente si sono espressi contro il carattere afflittivo delle pene detentive con dichiarazioni alquanto "illuminate" sulla pena e il carcere. Se le loro parole non fossero una pura e semplice espressione di quell'ipocrita "buonismo" che sempre li contraddistingue nelle settimane che precedono le feste natalizie, ci potremmo aspettare di veder presto messi all'ordine del giorno almeno alcuni tra i seguenti problemi:

Oppure, in attesa di questi nuovi provvedimenti, potremmo aspettarci un condono generalizzato che compensi almeno in parte la cronica mancanza di positive e sostanziali riforme.
Purtroppo, in antitesi alle parole di Scalfaro e Diliberto, nella scorsa settimana abbiamo avuto il dispiacere di ascoltare dalla viva voce del direttore generale delle carceri, l'indifferenza del nuovo Governo nei confronti dei gravi problemi che vive la gran massa delle persone detenute.

Egli non ha trovato di meglio che affermare:



Per chi da anni lavora contro il carcere, costruendo tante iniziative di carattere culturale e rivendicativo con l'obiettivo di far crescere la coscienza critica delle persone detenute, sono francamente ben pochi i dubbi sulla demagogia che probabilmente sta accompagnando i primi giorni del nuovo Ministero. A quanto pare non si profila quindi niente di nuovo e di positivo che non sia il fumo della moderna politica spettacolo, mentre la popolazione detenuta ha invece bisogno di positivi e immediati atti concreti.

Cari amici e amiche dei centri sociali,
davanti a questo ennesimo, triste spettacolo vogliamo innanzitutto ribadire che il carcere, questo maledetto strumento attraverso cui lo Stato reprime i comportamenti sociali illegali, esercitando contro di essi una funzione di prevenzione/repressione con la demagogica pretesa di "risocializzare recludendo", ha ormai dimostrato il suo completo fallimento.
L'aumento quantitativo e la tipologia dei reati che caratterizzano la vita dei grandi paesi, anche là dove si applica la pena di morte, stanno a dimostrare che le principali cause dei comportamenti illegali risiedono in quelle condizioni economico/sociali e culturali che impediscono alla maggioranza della popolazione di usufruire pienamente delle potenzialità positive pur presenti nello sviluppo tecnico e scientifico. Niente a che vedere quindi con presunte "psicologie devianti" o con innate "tendenze al crimine"!

Ecco perché, non sembra affatto esagerato dire che il carcere uccide … e uccide quotidianamente, pian piano, proprio perché azzera quasi completamente tutte le più importanti relazioni sociali che caratterizzano la nostra esistenza, e che vanno dal libero rapporto con la famiglia e le amicizie, a quello con il lavoro, lo studio, il divertimento, il sesso e le tante forme dell'arte e della cultura in genere.

Il carcere va quindi semplicemente distrutto!

Ma se l'esperienza di oltre due secoli ci parla chiaramente del totale fallimento del carcere, è però anzitutto la critica di massa contro di esso che permette di ipotizzare il suo concreto superamento anche dentro gli attuali assetti sociali.
Confidare nel buon cuore "abolizionista" delle istituzioni è tanto inutile e ingenuo, almeno quanto lo è relegare la propria opposizione al carcere in un "immobilismo estremista" che si defila da quell'indispensabile lavoro quotidiano che sul nesso emarginazione/carcere può e deve costruire lotta/organizzazione/coscienza, sia dentro che fuori dal carcere.
E allora, tutte le piccole riforme immediate che la popolazione detenuta cerca di conquistare, attraverso la sua diretta mobilitazione e cercando l'unità con le lotte sociali esterne, hanno per noi lo scopo di contribuire a creare le condizioni affinchè la società nel suo complesso riesca già da oggi a fondare il rapporto fra il reato e la pena su qualcosa che non sia più la reclusione.
Sul piano storico, invece, crediamo che soltanto un ordinamento sociale completamente diverso dall'attuale potrà cancellare finalmente tutti gli strumenti e i concetti stessi della repressione.
E' quindi verso queste finalità immediate e di lungo periodo che vanno raccolte e sviluppate anche tutte le migliori energie ed intelligenze che periodicamente emergono nelle piccole lotte dentro i carceri. Soprattutto ora che si va esaurendo il lungo periodo di "rumoroso silenzio", durante il quale anche le migliori intelligenze detenute hanno di fatto subito passivamente "l'infantilizzazione" prodotta dal carcere.
Operando in questo senso, noi che pur viviamo quotidianamente i limiti fisici e le umiliazioni imposte dalla reclusione, abbiamo costruito un'autonoma esperienza organizzata di carattere culturale e rivendicativo, che ha ormai il sostegno di oltre 530 detenuti.
Un'esperienza che si è caratterizzata già nel nome, Papillon, per la sua netta opposizione al carcere e a quella demagogica commedia che viene definita "osservazione scientifica della personalità", che poi altro non è che l'esercizio di un continuo e arrogante ricatto sul corpo e la dignità degli uomini e delle donne detenute. E soprattutto è una tragicommedia contro le persone più deboli, magari perché malate o straniere, e contro i/le detenuti/e che non si spogliano della propria dignità e rifiutano qualsiasi "tutela clientelare" e "cogestione corporativa" con tutta la variopinta e un po’ folle giostra di coloro che a vario titolo hanno la pretesa di "rieducare recludendo".
Ci rivolgiamo allora ai/alle compagni/e e a quei/lle giovani che operano nei quartieri popolari delle grandi città, perché vogliamo ragionare insieme sul "che fare" per affrontare politicamente, in modo efficace, il nesso esistente tra emarginazione/tossicodipendenza/carcere, costruendo su di esso lotte di massa e ampie strutture organizzate la cui attività abbia un chiaro segno di classe.
Siamo convinti che insieme riusciremo pian piano a organizzare tutte le iniziative necessarie per unire anche "gli ultimi tra gli ultimi" alle lotte economiche e politiche delle masse popolari.
E' con questo spirito che vi abbracciamo forte forte, augurandoci di conoscere presto le vostre opinioni e proposte.

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