Alla faccia della Civiltà e del Progresso!!!


E' proprio vero, i reazionari hanno una fantasia piuttosto angusta a cui cercano di supplire con le loro tipiche manie di grandezza. L'ultimo prodotto in materia di carcere di questo ibrido mix è una delirante "Bibbia sulla sicurezza", di stampo marcatamente forcaiolo, presentata ieri alla stampa da alcuni parlamentari di Alleanza Nazionale.
Stando alle notizie giornalistiche, tra i suoi proclamati scopi vi sarebbe quello di rispondere con un "maggior rigore" ai presunti "troppi benefici di cui godono i carcerati".
Se le carceri non fossero piene di situazioni tragiche, si potrebbe anche sorridere delle ipocrite affermazioni di chi è incapace di ragionare seriamente sulle condizioni economiche, sociali e culturali che sono alla base dei comportamenti illegali, mentre è invece bravissimo nel tentare ogni giorno di convogliare in senso reazionario il diffuso malcontento di massa, utilizzando anche l'amplificazione arbitraria di alcuni reati particolarmente violenti che in realtà sono in via di estinzione.
Costoro sanno bene che nelle carceri italiane sono attualmente rinchiusi oltre 50.000detenuti. Di questi quasi 15.000 sono tossicodipendenti e almeno 1.950 sieropositivi. 374 sono affetti da AIDS. I detenuti per fatti di "criminalità organizzata" sono una minoranza (circa il 12%) mentre la stragrande maggioranza deve scontare pene di lieve entità: 8.921 detenuti scontano una pena inferiore ad un anno, 4.761 da uno a due anni e 2.942 da due a tre anni.
In realtà, soltanto una piccola minoranza degli oltre 50.000 detenuti usufruisce oggi dei benefici previsti dalle leggi in vigore.
E se questa rigidità produce in tutti noi e nelle nostre famiglie una quotidiana frustrazione, per tanti malati essa equivale ad una vera e propria condanna a morire nelle celle o tutt'al più sulla porta delle prigioni.
Ecco quindi alcune ragioni della nostra "ostinazione" nella lotta. Noi siamo convinti che la formidabile combinazione creatasi oggi tra la ripresa di un significativo movimento di lotta interno alle carceri e la mobilitazione esterna di una parte del mondo giovanile, dell'associazionismo, delle comunità terapeutiche, di alcuni settori del mondo politico e dell'informazione, è a tutti gli effetti la rara ma indispensabile condizione per contrastare le ricorrenti campagne forcaiole e per procedere ad una maggior sensibilizzazione della "publica opinione" verso i problemi dell'emarginazione e del carcere.
Dopo anni in cui un "rumoroso silenzio" predominava nelle prigioni, e anche le migliori intelligenze detenute di fatto subivano passivamente la "infantilizzazione" prodotta dal carcere, oggi è ormai evidente che anche "gli ultimi tra gli ultimi", i più isolati e ricattabili tra gli emarginati, coloro che subiscono ogni giorno l'umiliazione della reclusione, hanno saputo ricostruire, pur tra mille difficoltà, un discreto livello di unità e la necessaria forza morale e organizzativa per sfidare collettivamente,con una reale mobilitazione di massa, l'istituzione totale per eccellenza, quella che pretende di "risocializzare recludendo". Una macchina repressiva che applica sugli uomini e le donne detenute l'assurdo metodo pedagogico premio/punizione normalmente utilizzato per l'addestramento degli animali, che oltre ad esercitare una enorme pressione psicologica non disdegna neanche l'uso "rieducativo" delle legnate.
Non è quindi esagerato affermare che uno dei più apprezzabili risultati di questa piccola ma significativa mobilitazione consiste nel fatto che la difficile organizzazione della lotta, e la continua riflessione che l'accompagna, sono la "chiave" che contribuisce a modificare in positivo i comportamenti e la coscienza di tanti di noi, più di quanto non abbiano fatto decine di pur importanti convegni sul carcere e i suoi problemi. Senza dubbio, questo risultato è stato possibile anche grazie alle associazioni e ai volontari che da anni operano sul terreno del carcere, o perlomeno grazie a quelli che hanno a cuore anzitutto gli interessi e la coscienza dei detenuti e cercano di sottrarsi al vergognoso gioco dell "tutele clientelari", così diffuso in questi luoghi di sofferenza fisica e psicologica.
Sarà allora con una più matura consapevolezza, e insieme a tutti coloro che sono realmente al nostro fianco in questi euforici ma difficili momenti, che tanti di noi già domani, da dentro ma anche fuori dal carcere, sapranno contribuire ha sfondare quel "muro della diffidenza" che ci separa dalla gente semplice, insieme alla quale occorre invece discutere per ricercare una reale alternativa a questo strumento barbaro che è la galera.
Anche per queste considerazioni, sottolineamo che soltanto VINCENDO OGGI su alcuni dei nostri obbiettivi immediati sarà possibile affrontare nel nuovo anno problemi spinosi come la riforma generale del codice penale( a partire dall'abolizione dell'ergastolo) e la legalizzazione delle droghe( eliminando così la fonte di tutti i reati connessi con la loro produzione, distribuzione e consumo). Consapevoli comunque che anche queste saranno importanti tappe sul cammino che dovrà portare al superamento del carcere.
Noi non abbiamo quindi alcuna intenzione di "smobilitare", lasciando così campo libero ai forcaioli e ai demagoghi.
Mercoledì 10, Giovedì 11 e Venerdì 12 dicembre riaffermeremo
ATTRAVERSO LO SCIOPERO COMPLETO DELLA FAME
la nostra volontà di ottenere una risposta positiva ai più gravi tra i tanti problemi del pianeta carcere.
Anche in questa occasione invitiamo i giovani dei centri sociali, gli studenti, il mondo dell'associazionismo, le comunità terapeutiche gli ambienti dell'informazione e della cultura, i partiti e gli uomini politici realmente sensibili ai problemi dell'emarginazione e del carcere, a dare un'ulteriore prova della loro maturità partecipando
TUTTI INSIEME, PER LA VITA, CONTRO L'ASSURDITA' DEL CARCERE al sit-in indetto per giovedì 11 dinanzi alla Camera dei Deputati

Roma lì, 5/12/97

Papillon



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