03 Novembre 1998


TIFONE DI GIORNATA

GUGLIELMO RAGOZZINO

R aggiungerà Buenos Aires la frana staccatasi dal vulcano Cerro Casitas in Nicaragua, oppure verrà il tremendo uragano Mitch che ha devastato i paesi del Centroamerica, o arriverà per prima la Nina, replica autunnale di El Nino, oppure saranno le acque del Reno, defluite dagli antichi quartieri di Colonia a sommergere la capitale argentina, per dieci giorni capitale anche della diplomazia ambientale del mondo? Chi arriverà primo tra i disastri? Arriveranno in tempo i soccorsi?

E' impossibile non mettere di fronte il disastro ambientale con le sue devastazioni indicibili i morti a migliaia e i contemporanei discorsi paludati di diecimila funzionari che tirano le conclusioni del dopo Kyoto, si scambiano i pareri su Berlino, la riunione intermedia di giugno e lanciano messaggi per sapere chi ha costruito le migliori scappatoie, per verificare chi ha inventato le bubbole più grosse al fine di nascondere gli inquinamenti. Per aggiornare l'elenco di chi vende e chi compra emissioni. In un'economia di liberomercato si può comprare di tutto; ed ecco che si stabilisce un fiorente mercato di veleni, per cui un paese ricco può comprare da uno arretrato parte delle emissioni che sarebbero consentite al secondo. I paesi più ricchi vogliono andarci piano con la rinuncia al loro consumo: anche se si potrebbe scoprire che gran parte del consumo è di merci che offrono un rimedio ai disagi indotti dalla produzioni di altre merci. La discussione ufficiale del dopo Kyoto si è sviluppata soprattutto sui limiti da porre ragionevolmente a tali commerci, assai più dannosi di quelli delle droghe. In privato si è parlato soprattutto di questo scambio tra poveri e ricchi, tra limiti allo sviluppo mio e diritto a sporcare tuo. E il Wwf sospetta che il governo italiano si presenti "a Buenos Aires sostenendo il commercio di emissioni senza limiti".

Domani sapremo. Domani qualcuno smentirà. Intanto i metereologi nella loro massima espressione mondiale assicurano che una furia degli elementi del genere non si è mai vista, e i loro annali non ne hanno traccia da cento e cento anni; non sanno i meterologi se sia l'effetto serra alla base di tutto, anche se - bontà loro - non possono escluderlo. E aggiungono: siamo inutili, le nostre osservazioni sono tardive e incerte, non sappiamo neppure se Mitch, tifone di giornata, correrà veloce o lento, piegherà di qui o di là; e chiudono con l'abituale avvertenza: per ogni dollaro che ci darete, ve ne faremo risparmiare dieci in disastri evitati.

Con o senza l'aiuto dei metereologi, è possibile fare delle previsioni. Prevedere che sotto il vulcano non si va ad abitare, che un fiume costretto negli argini di cemento prima o poi qualcosa farà, che una diga è un oggetto pericoloso, che una centrale elettrica che scarica acqua calda in terra e fumi in cielo modifica il clima tutt'intorno. Non occorre avere la sapienza dell'astrologo per prevedere un po' di futuro.

AI LETTORI. Ritorno sul luogo dei delitti. Parte domani una nostra inchiesta sulle parti d'Italia colpite da alluvioni e frane. Si comincia con il bacino del Po.



choose our sponsor  ;)) Tactical Media Crew
- -