Il cambiamento del clima

ispirato da SchNEWS 263 JUNE, 2000

terra in fiamme


"Le compagnie petrolifere hanno già trovato abbastanza petrolio da causare un pericoloso cambiamento del clima, ma ancora continuano a cercarne altro. Gli effetti sul clima poterebbero essere catastrofici." Greenpeace

comicQuando sentiamo le parole "cambiamento del clima" (o simili) c'è una tendenza a pensare a come potremmo vivere con un po' più di caldo, o ad immaginare i grosso buco dell'ozono nel cielo. Ma realmente quale'è il problema, cosa possiamo realmente affermare rispetto alla più grande minaccia per il mondo.

La risposta che danno le multinazionali d'altra parte è quella di piazzare dei pannelli solari sopra le stazioni di servizio della benzina oppure mettere in piedi delle pseudo organizzazioni (l'hanno chiamata Global Climate Coalition) che paga gli scienziati per farci dire che il cambiamento del clima è una fandonia della quale non ci dobbiamo curare. Che è quello che le grandi industrie hanno fatto a giugno 2000 al World Petroleum Congress di Calgary, Canada. Un incontro delle corporation del settore petrolifero per discutere nuove prospettive di business e condividere idee. In altre parole per decidere quale sarà il prossimo paese da saccheggiare.

Però di questi tempi questi meeting non passano inosservati, ed anche questa conferenza è stata molestata da alcuni ospiti... non invitati. Un sistema ad energia eolica e solare è stato installato di fronte al luogo dove si teneva l'incontro con anche uno striscione con scritto "Il sole ed il vento sono gratuti, ma quanto ci costa il petrolio?". Il discorso principale del colosso BP Amoco è stao disturbato e circa 25.000 persone hanno preso parte ad una manifestazione che ha attraversato Calgary, e dal consenso ottenuto si è potuto capire che quando è troppo è troppo, come ha commentato uno del posto "E' tempo che i giganti del petrolio la facciano finita con il riscaldamento del pianeta, la violazione dei diritti umani e la distruzione ambientale".

Allora qual'è il problema?

Tempeste violente, inondazioni, siccità, erosione delle coste, espansione delle acque salate, raccolti rovinati, foreste essiccate, e la diffusione, di nuovo, di malattie come la malaria e daltre malattie tropicali sono solo alcune delle cose alle quali già stiamo andando incontro e che ci troveremo ad affrontare sempre di più se non si mettera fine alla continua incessante combustione di idrocarburi. Ma queste sono solo le parole di gruppi di squilibrati cospiratori vegetariani?

Bene, all'ultimo meeting del World Economic Forum a Davos, Svizzera, ai maggiori capi delle compagnie ed i capi di governo lì presenti è stato chiesto di esprimersi su quale fosse il problema più grande che potesse minacciare gli affari nel nuovo millennio. Il risultato? Il cambiamento globale del clima.

No, il problema vero non è provare ad impedire che avvenga. Come ha affermato Mark Lynas di Corporate Watch "L'unico modo per affrontare il cambiamento del clima e l'ineguaglianza sociale che lo ha creato è che la gente si organizzi globalmente e crei un diverso modo di vivere. Inizialmente può apparire una cosa mastodontica, ma pensiamo anche ai successi già ottenuti dal movimento contro la globalizzazione, contro gli organismi geneticamente modificati. Movimenti che puntano all'interesse collettivo e non all'individuo - anche se non sono esclusi i cambiamenti di stile di vita personali come abbassare il riscaldamento o lasciare l'automobile - e pongono l'attenzione sul cambiamento positivo che possono portare delle decisioni condivise e prese collettivamente".

Cambiamento del clima alcuni dati...



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