HOME

 

Aborto per aspirazione:
Il metodo K@rman


Indagini mediche preliminari

Il medico, prima di eseguire l'aborto, deve conoscere la storia clinica della gestante. Sono poi necessari alcuni esami: l'esame delle urine per verificare una volta di più se è in atto la gravidanza e qual è lo stato generale di salute della gestante; l'esame del sangue per scoprire, tramite l'ematocrito e la valutazione della quantità di emoglobina, se siete anemiche (in tal caso, sono necessarie precauzioni ulteriori contro la perdita di sangue) e per rivelare eventualmente la sifilide.
Va inoltre controllato il fattore Rh. Se la donna ha sangue Rh negativo (e l'uomo era Rh positivo) il feto può essere Rh positivo. Alcuni medici raccomandano che in questi casi si pratichi alla donna, entro 72-96 ore dopo l'aborto, un'iniezione di un derivato del sangue, che si chiama Rhogam, che dovrebbe proteggerla dalle possibilità che si producano nel suo sangue anticorpi anti-Rh, che danneggerebbero il sangue di un feto Rh positivo in una gravidanza futura.
Questi anticorpi si producono nel sangue materno, se una parte del sangue fetale passa nel circolo della madre. Molti medici ritengono che l'iniezione, che è molto costosa, non sia indispensabile quando l'aborto avviene prima della 12' settimana di gravidanza.
Prima, dopo e durante l'intervento deve esservi misurata la pressione: un'alterazione di pressione durante l'aborto è spia di un'emorragia interna. E' bene che vi facciano prima un esame del seno, un esame ginecologico, un Pap test e una coltura per la gonorrea.

Anestesia
Nell'aborto per dilatazione e aspirazione si rende insensibile il collo dell'utero mediante l'anestesia locale. Volendo essere addormentate durante l'intervento ci si può far praticare l'anestesia generale: va tuttavia ricordato che questo procedimento è più costoso, lascia intontimento per uno o due giorni e comporta un rischio, per quanto ridotto, di complicazioni gravi e persino di morte.

L'aborto
Vi fanno sdraiare sul lettino con le gambe sorrette al ginocchio da forcelle o con i piedi dentro staffe. Il medico esegue un esame bimanuale, inserendo due dita nel canale vaginale, serrando con le dita il collo dell'utero e palpando con l'altra mano l'addome dall'esterno per conoscere le dimensioni e la posizione dell'utero. A questo punto vi praticheranno forse una iniezione di tranquillante per consentirvi di rilassarvi e/o una fleboclisi contenente una soluzione di glucosio (zucchero) con ossitocina sintetica, un ormone che aiuta l'utero a tornare alle dimensioni originarie dopo l'eliminazione del materiale fetale.
La zona vaginale viene pulita a fondo con una soluzione antisettica; non è necessario radere i peli del pube. Il medico inserisce poi uno speculum che mantiene divaricate le pareti della vagina e che consente di vedere chiaramente il collo dell'utero. Non è doloroso, ma si sente come una pressione. Il collo dell'utero viene poi afferrato con un tenaculum, che dà la sensazione di un lieve pizzico. Lo strumento resterà inserito durante tutto l'intervento per tenere a posto il collo dell'utero. Si pratica quindi l'anestesia paracervicale (locale) con una iniezione di novocaina o xilocaina (sostanza simile a quella usata dai dentisti) nel collo dell'utero: iniezione relativamente indolore, perchè si tratta di un muscolo con poche terminazioni nervose.
Il collo dell'utero viene poi dilatato a poco a poco con strumenti chirurgici sterilizzati, generalmente in acciaio inossidabile, detti dilatatori, graduati da 15 a 30 cm di lunghezza e, in diametro, dalle dimensioni di uno stuzzicadenti a quelle di un gessetto da lavagna, leggermente ricurvi alle estremità. Usando dilatatori sempre più grandi il collo dell'utero viene aperto a sufficienza per farvi penetrare l'estremità dell'aspiratore. Durante questa operazione, che richiede meno di due minuti, sentirete forse come dei crampi mestruali molto forti, che sono meno dolorosi se il collo dell'utero è già stato dilatato in precedenza (da un altro aborto naturale o provocato, da un parto). L'aspiratore consiste di una pompa che produce il vuoto, connessa a due bottiglie alle quali è collegato un tubo lungo circa due metri. All'estremità del tubo viene adattata una cannula sterilizzata che può avere dimensioni molto diverse (vacurette), in acciaio inossidabile o in plastica mo nouso, lunghi circa 15 cm. Il diametro varia a seconda del punto cui è arrivata la gravidanza. Inserito il tubicino nell'utero attraverso il collo aperto, la macchina viene messa in funzione e il tessuto fetale viene staccato risucchiandolo delicatamente dalle pareti dell'utero, passa attraverso la cannula e il tubo di plastica e cade nella bottiglia. L'aspirazione richiede da due a cinque minuti. A questo punto alcuni medici inseriscono uno strumento sottile di metallo, la curette, e lo fanno scorrere lungo le pareti dell'utero per assicurarsi che siano completamente pulite; altri ritengono che questo procedimento ulteriore provochi una perdita inutile di sangue, e si servono di piccoli forcipi per estrarre quelle parti di tessuto non eliminate dall'aspirazione. Svuotato dei tessuti fetali, l'utero ritorna alle dimensioni originali, con qualche contrazione muscolare che provoca crampi anche molto forti; i crampi si calmeranno generalmente 10-30 minuti dopo la fine dell'intervento. Convalescenza
Per mezz'ora o un'ora dopo l'intervento dovrete restare sdraiate (o sedute, a seconda di come vi sentirete) in una stanza dove il personale sanitario vi controllerà la pressione, la temperatura ecc. Poi, prima di dimettervi, per lo più vi chiederanno di sedere ancora per qualche tempo in sala d'aspetto finchè sarete certa di star bene, senza eccessive perdite di sangue.

Complicazioni
Anche dopo un aborto eseguito da un medico si possono avere, sia pur raramente, complicazioni fisiologiche. Ve le descriviamo indicandone i sintomi, affinchè possiate riconoscerli e ricorrere immediatamente dal medico:
Perforazione: Capita che uno degli strumenti produca un piccolo foro nella parete uterina: generalmente, esso si richiude da sè col tempo. Se la perforazione è grave, il medico se ne accorge subito dalla forte perdita di sangue e dai dolori che accompagnano l'intervento e la convalescenza. Emorragìa: Un'emorragia può essere causata dalla lacerazione della parete uterina o dalla perforazione dell'utero da parte del dilatatore, della cannula, dell'aspiratore o della "curette." Uno spesso flusso di sangue, accompagnato da densi coaguli (da non confondersi con le modeste perdite di sangue che si hanno dopo la maggior parte degli aborti normali) può indicare che non tutto il materiale fetale è stato rimosso o che l'utero non si è contratto normalmente.
Infezione: L'infezione può manifestarsi per diversi motivi: se gli strumenti usati per l'aborto non erano sterili; se la vostra resistenza fisica dopo l'aborto è diminuita, permettendo a un'infezione precedente di diffondersi; se fate irrigazioni, usate tampax o avete rapporti sessuali troppo presto dopo l'aborto, poichè ciò provoca l'ingresso di germi nella cavità uterina attraverso la vagina prima che l'utero abbia avuto il tempo di rimarginarsi completamente.
I primi segni di una possibile infezione sono la nausea e il vomito, crampi dolorosi, aumento della temperatura oltre i 38'.
Aborto incompleto: Si ha quando un medico non rimuove tutto il materiale fetale dall'utero. In questo caso può essere necessario un raschiarnento dell'utero previa dilatazione.
I segni di pericolo sono: perdite vaginali maleodoranti, crampi, nausea, vomito, o emorragia come sopra descritto.
Aborto non riuscito: In un ridottissimo numero di casi l'intervento non asporta il feto dall'utero. Il segnale d'allarme è il protrarsi dei sintomi della gravidanza (nausea, indolenzimento delle mammelle, ecc.). Vi sono anche rari casi di gravidanze cctopiche, cioè di gravidanze che non hanno luogo nell'utero e che dopo l'intervento proseguono, così da richiedere in seguito un'operazione urgente.
Per ridurre al minimo il rischio di aborto incompleto o non riuscito, il medico dovrebbe sempre far esaminare il tessuto asportato dall'utero: se non ha la certezza di aver eliminato completamente il tessuto fetale, dovrebbe inviarlo a un laboratorio di analisi. E' un'operazione che certi medici non sono abbastanza scrupolosi da compiere.