18 aprile 2003

Newsletter International Solidarity Movement



Altri due bambini palestinesi colpiti da pallottole per il semplice fatto di essere a casa propria

Rafah, Gaza
17 aprile 2003

Oggi, alle ore 18, è stato parcheggiato un carro armato dell’esercito israeliano davanti alla moschea di Rafah. Dal carro armato sono state sparate due raffiche di mitragliatrice lungo la strada. Sono stati colpiti Alva Omar, di 7 anni, alla spalla, mentre era all'interno della sua abitazione, e Ahmed Radwan, di 17 anni, che si trovava sulla soglia di casa sua. Attivisti dell’International Solidarity Movement hanno accusato l’esercito israeliano di posizionare spesso carri armati davanti alla moschea e di sparare in maniera del tutto casuale per strada in un quartiere residenziale. Nel tentativo di evitare che avvenisse proprio quello che è successo oggi, gli attivisti dell’ISM avevano recentemente deciso di erigere una tenda nel punto in cui di solito vengono parcheggiati i carri armati. Sfortunatamente, non sono mai riusciti a mettere in atto la loro decisione. Proprio in questa zona uno degli attivisti, Tom Hurndall, è stato colpito alla testa da un proiettile , mentre cercava di togliere un bambino dalla linea di fuoco di una torre israeliana dove erano appostati cecchini dell’esercito.

Questa mattina, alcuni membri dell’ISM a Rafah avevano ricevuto dai palestinesi la richiesta di aiuto per calare dal tetto della moschea delle cisterne d’acqua per ripararle. Durante la notte erano state bucate da colpi sparati dall'esercito. Alle 12.10 il gruppo di attivisti si è avvicinato alla moschea e ha informato l’esercito delle proprie intenzioni con un megafono. C’è voluta quasi mezz’ora per svuotare le cisterne e calarle dal tetto della moschea alla strada. Sulle cisterne erano visibili sei fori di proiettile. Durante tutta l’operazione non ci sono stati spari da parte dei soldati israeliani o azioni di disturbo di alcun tipo.

Circa venti minuti dopo che il gruppo di attivisti era andato via, un gruppo di soldati si è avvicinato per controllare il lavoro fatto. Si sono quindi ritirati solo per tornare poco dopo con un carro armato Merkava e un bulldozer. A questo punto hanno cominciato a sparare e hanno colpito i due ragazzi.
Per ulteriori informazioni contattare:
Raf 054 389 466


Esercito israeliano uccide ragazzo di 15 anni e continua la politica del terrore a Tulkarem

Tulkarem

17 aprile 2003

Tre membri dell’International Solidarity Movement sono stati posti in stato di fermo oggi per aver scattato fotografie fuori dall’ospedale di Tabith mentre l’esercito israeliano circondava l’edificio nel tentativo di arrestare un paziente che vi era ricoverato. Circa alle 7.30 di mattina, Mike, svizzero, Dimitri, statunitense e Osama, uno dei coordinatori palestinesi, sono stati portati al commissariato distrettuale (DCO) di Tulkarem, e trattenuti per circa due ore. Mentre erano al DCO, hanno parlato con cinque detenuti palestinesi che erano stati rinchiusi in una piccola cella di circa 2,5 metri quadrati. Erano rimasti bendati e ammanettati per quasi 48 ore, provvisti di solo due coperte e di acqua e cibo insufficienti. Gli attivisti dell’ISM sono riusciti a dar loro dell’acqua e delle sigarette. I tre attivisti sono poi stati condotti al posto di blocco di Jubara e rilasciati.

L’assedio all’ospedale è continuato per tutto il giorno. In un’altra parte della città, soldati israeliani hanno sparato a un ragazzo di 15 anni, Jusef. Il ragazzo è morto dissanguato perché i soldati hanno ritardato l’arrivo dell’ambulanza. L’esercito ha continuato a mantenere il coprifuoco sparando sia proiettili che gas lacrimogeni e impedendo ai residenti di raggiungere scuole, negozi e uffici.

Il funerale di Jusef si è svolto alle 14. Già alle 16, l’esercito è nuovamente entrato in città sparando proiettili di gomma e ferendo più di dodici giovani prima di ritirarsi.
Per ulteriori informazioni contattare:
Charlotte 067 657 349


Piccolo gruppo di persone si raccoglie a un mese dall’uccisione di Rachel Corrie

West Jerusalem
Bea dal Kansas
16 aprile 2003

Ieri, a un mese dall’assassinio di Rachel Corrie a Rafah, un gruppo di attivisti pacifisti israeliani e due attiviste dell’ISM (Bea e Abby, entrambe statunitensi) si sono raccolti davanti al King David Hotel durante la Pasqua ebraica per ricordare Rachel. Ai sostenitori, sia palestinesi che stranieri, che intendevano partecipare al raduno è stato impedito il passaggio ai posti di blocco mentre le forze occupanti israeliane celebravano la Pasqua ebraica applicando restrizioni maggiori alla mobilità in tutta la West Bank e a Gaza.

I partecipanti riuniti davanti al King David Hotel si sono scambiati le foto di Rachel e di altri stranieri recentemente uccisi o feriti dall’esercito israeliano e hanno sostenuto pacificamente il popolo palestinese. Oltre a Rachel, sono stati ricordati ed è stato reso tributo anche a Ian Hook, Caoime Butterly, Brian Avery e Tom Hurndall. Il gruppo ha condiviso le testimonianze degli interventi sulle case rase al suolo e ricostruite, sull'osservazione dei posti di blocco, sulla resistenza al servizio nell’esercito e ha ricordato anche tutti quelli che sono in prigione per essersi rifiutati di prestare servizio. Abbiamo condiviso le nostre esperienze individuali di opposizione alle ingiustizie dell’occupazione e del nostro lavoro insieme verso la pace.

È stato un evento con poco clamore, ma per niente silenzioso dato che avevamo molte cose da condividere e di cui parlare. Ho lasciato nello zaino le bandiere palestinesi e americane che avevo con me dato che gran parte del gruppo ha preferito per l'occasione un raduno tranquillo. Sono stata felice di aver incontrato altri amici attivisti israeliani e mi sono sentita sollevata dal loro sostegno e dal nostro mutuo incoraggiamento a continuare gli sforzi verso la pace e la giustizia.

Tom
ISM Media Coordinator
Beit Sahour, Occupied Palestine
ism-alert@palsolidarity.org
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