Prigionieri a Gaza



Siamo chiusi a Gaza e nessuno puo' farci uscire.
Vorremmo porre alla vostra attenzione questa situazione allucinante della chiusura della Striscia di Gaza.

Da ormai 2 settimane, 8 maggio 2003, lo Stato di Israele ha deciso di chiudere la barriera di Erez che illegalemnte aveva instituito negli anni passati, come unico punto per accedere alla triste nota Striscia di Gaza in terra di Palestina.

Dopo l'uccisione dei due ragazzi pacifisti del ISM (International Solidarity Movement) e del giornalista inglese, nella zona sud di Gaza Strip, l'IDF (Israel Defence Force), ha comunicato a tutti i cittadini internazionali, il divieto assoluto di entrare nella suddetta zona. Se lo avessero fatto avrebbero dovuto firmare una informativa sulla quale dichiaravano che nel caso di uccisione e ferimento l'esercito non si srebbe ritenuto responsabile di cio'.
Questo divieto si e' poi trasformato in divieto totale di accesso anche per i lavoratori delle associazioni umanitarie e delle ONG, che da anni lavorano all'interno della striscia di gaza.
In particolare le ONG finanziate dai fondi dell' UE (Unione Europea), che si e' vista bloccare nel giro di qualche giorno decine di progetti di emergenza e di sviluppo a favore della popolazione palestinese, che da 55 anni vive sotto l'occupazione militare israeliana.

La chiusura della striscia di gaza ha significato l'impossibilita' di continuare a svolgere tali progetti, imponendo al personale ONG, UN e umanitario di stare fuori dall'area. Per chi si e' rifiutato, ed e' rimasto all'interno, l'esercito sta negando adesso anche l'uscita.
La situazione e' quindi di vero e proprio sequestro di persona.

Non intendiamo uscire di qui per non tornare mai piu'.
Abbiamo delle missioni da svolgere, per le quali la Comunita' Europea sta pagando con i soldi di tutti i cittadini/e, senza che possano realizzarsi i progetti per i quali abbiamo accettato tale incarico.

Non possiamo continuare ad accettare questo arrogante comportamento dell'esercito israeliano, soprattutto ora che si dicono partecipi ad un processo di pace.
L'illegalita', ma soprattutto la disumanita' di tale comportamento sta portando alla disperazione un intero popolo, che in questo modo non potra' mai fare un passo verso la pace, che ogni giorno gli viene negata.

E' una vergogna che tutta la Comunita' internazionale non muova un dito per far rispettare almeno quelle stesse regole che si e' data, e che sono alla base del rispetto reciproco e del rispetto dei diritti umani.

E' una vergogna che non si protesti vivamente per fermare lo stato assassino di israele, che ogni giorno uccide e distrugge la popolazione palestinese, con l'unico intento di espellerla e deportarla per sempre fuori dalla propria terra.

Oggi ci sentiamo come i palestinesi, costretti in questa grande prigione che e' Gaza, e li capiamo perfettamente nella loro risposta disperata.

Chiediamo:
- l'immediata apertura della barriera di Erez e la possibilita' per tutte le associazioni umanitarie e i palestinesi di potersi muovere liberamente da e verso Gaza.
- Denunciamo l'esercito israeliano per i continui massacri e distruzioni che sta perpetrando contro la popolazione palestinese, anche grazie alla totale chiusura, affinche' nessuno possa vedere cio' che accade.
- Chiediamo che questa denuncia venga sottoposta all'attenzione di Brussells e a tutti gli organi di stampa.

i prigionieri delle ONG a Gaza Strip



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