Presentazione.
Il ritorno dell'Angelus Novus.

Fortunatamente non abbiamo mai creduto nella moderna filosofia della storia.
Essa e' troppo segnata dal momento in cui ebbe a nascere. La sua visione del tempo, uniforme e lineare, coincide troppo con il procedere "omogeneo e vuoto" del tempo della produzione capitalistica. Poco viene concesso, quindi, agli sbalzi, alle rotture, ai salti qualitativi che contraddistinguono il concreto fluire della vita e della storia.
Per questo abbiamo scelto Ernst Bloch e Walter Benjamin quali punti di riferimento in una critica serrata alla cultura delle sinistre ufficiali dalla Seconda Internazionale in poi. Rifiutiamo l'idea per cui l'umanita' -correggendo le brutture del capitale- possa procedere in una marcia ininterrotta verso nuovi lidi di civilta'.
Il nostro problema e' un altro: quello di far saltare il continuum della storia.
Cio' vuol dire saper individuare quei giorni che valgono decenni, che aprono nuove prospettive, che cambiano la situazione e che ci cambiano dentro. E' presto per dirlo, ma forse l'intensita' con cui abbiamo vissuto le giornate di Genova rivela che in esse si e' concentrato molto di piu' che in mille altre manifestazioni.
E allora dobbiamo stare attenti.
Non possiamo lasciarci prendere dalla foga di chi vuole ridurre la ricchezza di un movimento alla temporalita' lineare delle scadenze, che inseguono inevitabilmente il cammino del capitale nella sua spinta distruttiva nei confronti dell'umanita' e del pianeta.
Dobbiamo, nel nome della rottura che si e' prodotta, inventare noi un'altra temporalita'. Una temporalita' fatta di riflessione come di momenti di scontro. Uno sguardo rivolto al futuro che non dimentichi la rabbia e l'oppressione vissuta da chi non c'e' piu'. Come l'Angelo della Storia (Angelus Novus) di Walter Benjamin, il vento del progresso non ci puo' travolgere, distogliendoci da quel "cumulo di macerie" che e' il nostro passato.
Per questo nel secondo numero di Junius Brutus, punto per la critica dell'imperialismo, accanto ad un editoriale che esprime il nostro punto di vista su Genova, vi sono pezzi precedenti a quel momento drammatico e straordinario.
Pezzi che sembrano parlarci di un'altra realta', che sembrano provenire da un tempo remoto.
Eppure non sono scaduti.
Sono momenti di un passato che non passa. E che, interagendo col presente, costruisce il futuro.