Presentazione

Il numero 5 di "Junius Brutus" si presenta come affatto differente da quelli che lo hanno preceduto. In primo luogo, perché si confronta con le vicende africane. In secondo luogo perché esso segna la conclusione di questa piccola esperienza che è stata il "punto per la critica dell'imperialismo".
Un'esperienza sospinta sin dall'inizio dall'esigenza di comprendere uno scenario internazionale completamente nuovo, contrassegnato a nostro avviso non dallo strapotere di un'unica potenza, come si ripete di continuo negli ambienti della "sinistra alternativa", bensì dall'emergere di nuovi soggetti imperialisti, tra i quali il polo europeo. Già, il polo europeo. E' proprio dalla descrizione di alcuni suoi tratti salienti, nonché del suo processo di costituzione in quanto forza capace di pesare nel pianeta che siamo partiti. Crediamo di aver studiato questa nuova entità sovranazionale con il dovuto equilibrio, con quel rigore analitico che consente di non scambiare una tendenza in atto con una realtà i cui effetti si siano totalmente dispiegati. Così del Polo europeo abbiamo registrato tanto i successi, quanto gli scacchi, sottolineando quelle battute d'arresto che ne hanno decelerato lo sforzo di dotarsi di tutti gli strumenti utili a svolgere una politica imperialistica. Ora, i fenomeni che abbiamo parzialmente documentato in questi due anni rientrano , a ben vedere, in una transizione: quella verso un mondo multipolare. Una transizione, lo testimoniano con particolare evidenza le lacerazioni tra storici alleati, ormai giunta alla conclusione. Tanto da spingerci a tentare di ampliare il discorso, muovendo dalla constatazione che se il multipolarismo è in atto, i termini del conflitto interimperialistico non possono che riproporsi, in diverse forme, nei più vari contesti, anche in quelli pensati come marginali. I quali, magari, possono essere rivelatori. E' per questo che abbiamo scelto la realtà africana per il numero di chiusura di questo sito, perché in essa la dinamica dello scontro tra potenze si presenta con modalità così crude, che il semplice evidenziarle getta una luce diversa su tutto ciò che accade nel resto del pianeta.
In sostanza, da parte nostra si è trattato - in chiusura del percorso di "Junius Brutus" - di riconfermarne lo spirito, la vocazione più profonda.
"Junius Brutus", nei suoi limiti, è sempre stato animato da una spinta pionieristica che l'ha portato spesso ad affrontare questioni che poco interessano ai settori militanti e che, invece, si confermano il più delle volte utili per districarsi nel complesso intreccio di fatti, nella fitta trama di relazioni che costituiscono le forme fenomeniche assunte dall'attuale realtà del capitalismo mondiale.
Per esemplificare, quando si è concepito questo numero, ci si è confrontati -come rivela l'editoriale- soprattutto con quella vulgata, fino a poche settimane fa ancora dominante, per cui l'Africa si collocherebbe fuori dalla storia. Bene, oggi si comincia a dire il contrario. Lo testimonia il dibattito sulla guerra in sede ONU, dove molte attenzioni si concentrano sulle posizioni di Angola, Guinea e Camerun. Insomma, quella vocazione pionieristica che spesso spinge a vedere oltre le apparenze immediate dei fenomeni, ci è stata d'aiuto, portandoci a centrare il bersaglio.
Ma proprio in virtù di questa spinta alla continua individuazione di nuovi filoni di ricerca, di questa tensione verso la sperimentazione di nuovi modi di conoscere il reale e di agirvi per trasformarlo, non vogliamo fermarci qui: intendiamo, invece, procedere ulteriormente nel nostro percorso di analisi critica dell'imperialismo, individuando nuove forme di comunicazione dei risultati della stessa. In sostanza, facendo tesoro di una esperienza, desideriamo dare vita a momenti di discussione e di riflessione collettiva che arrivino nei luoghi della militanza, ma anche - in termini che saranno da studiare - nei luoghi della quotidianità proletaria.
Insomma, si vuole affrontare un'altra sfida, procedere verso una nuova avventura. Ma in ogni passo, in ogni momento di questo cammino, sempre ci si riallaccerà all'operato ed al contributo analitico di un piccolo sito, nato nella primavera del 2001.