Campagna di boicottaggio Coca-Cola

IL 15 APRILE 2005 INCONTRO A FOGGIA CON REBOC E COCA-COLA ITALIA


Dibattito su “Coca Cola: diritti negati? Posizione a confronto”

Un confronto di opinioni sulla vicenda della “Coca Cola Company”, la multinazionale accusata di essere il mandante delle politiche repressive nei confronti del sindacato e dei lavoratori dipendenti delle imprese imbottigliatrici che operano in Colombia.
S’intitola “Coca Cola: diritti negati? Posizioni a confronto” l’iniziativa organizzata dell’assessorato ai diritti dell’uomo venerdì 15 aprile presso l’aula Magna dell’Ateneo di Foggia.
L’idea di promuovere un dibattito sull’argomento è nata in seguito ad una lettera-documento che la “Coca-Cola Company” ha inviato a tutti i sindaci d’Italia per dimostrare che le accuse rivolte sono false e prive di ogni fondamento.
L’amministrazione comunale di Foggia ha ritenuto la vicenda meritevole di approfondimento, invitando alla discussione tutti i soggetti interessati.
All’introduzione di Michele Del Carmine, assessore ai diritti dell’uomo, seguiranno gli interventi di Nicola Raffa, responsabile relazioni esterne Coca Cola, Stefano Boschini, segretario provinciale Fim-Cisl di Venezia, e Federico Bruno, Comitato Carlos Fonseca (Rete boicottaggio Coca Cola).
E’ previsto un collegamento in videoconferenza da Bogotà con Paez Edgar, dirigente del sindacato colombiano Sinaltrainail.
L’incontro sarà moderato da Giovanni Dello Iacovo, direttore di Teleblu.


IL REPORTAGE DI FOGGIA&FOGGIA

Coca Cola in Colombia: diritti negati?
Una commissione indipendente denuncia il colosso per 179 reati

(di Valentina Farinola)
Dibattito molto animato quello di venerdí 15 aprile all'Università di Foggia, organizzato dall'assessore comunale ai diritti dell'uomo Michele del Carmine, in seguito ad una lettera che la Coca Cola Company ha inviato a tutti i sindaci d'Italia per dimostrare che le accuse rivolte alla compagnia, relative a 179 gravi violazioni dei diritti umani dei suoi lavoratori in Colombia, sono false.

Il motivo di tanto zelo da parte della multinazionale statunitense, avente filiali in piú di 30 paesi con un impiego di 56 mila lavoratori e con un fatturato annuo di circa 20 miliardi di dollari, é riconducibile alla campagna di boicottaggio internazionale messa in atto dal Sinaltrainal, il sindacato nazionale del settore agroalimentare in Colombia, per costringere il colosso industriale a interrompere le sue presunte politiche repressive nei confronti del sindacato e dei lavoratori dipendenti delle imprese imbottigliatrici che operano in quel paese. 
A parlar della situaziOne in Colombia c'era Il comitato Carlos Fonseca che appoggia il boicottaggio.
Secondo il rapporto della commissione indipendente d'inchiesta di New York sulla Coca Cola in Colombia, l'azienda sarebbe accusata di violazioni dei diritti umani per essere la mandante di 9 assassini, oltre a innumerevoli sequestri, trasferimenti forzati e intimidazioni nei confronti dei lavoratori. Tuttavia, questa é una situazione che riguarda tutti i sindacalisti colombiani: quelli assassinati dal 1986 ad oggi sono piú di 4000.

A difendere la posizione di Coca Cola c'era, invece, il responsabile delle relazioni esterne dell'azienda Nicola Raffa che, pur ammettendo la drammatica situazione in Colombia, ha respinto ogni coinvolgimento di Coca Cola nei suddetti reati, in particolare ha sottolineato la mancanza di prove di legami con i paramilitari artefici degli omicidi, sebbene abbia ammesso che l'azienda potrebbe fare qualcosa di piú per tutelare i propri lavoratori.

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