|  
              
            CONEGLIANO
             
            BOICOTTA
            COCA-COLA 
            SPONSOR DELLA FIACCOLA OLIMPICA... 
            E DEGLI SQUADRONI DELLA MORTE COLOMBIANI 
            
             
             
            
                    CONEGLIANO,
            22 GENNAIO 2006 
                     
                    CONEGLIANO:
            I NO GLOBAL BLOCCANO LA FIACCOLA OLIMPICA (IL
            GAZZETTINO) 
            
                     
            Conegliano
            I no global
            bloccano per 15 minuti la fiaccola olimpica e il suo seguito.
            L'episodio, che ha indignato molti spettatori, si è verificato ieri
            domenica alle 11.30: la fiaccola con il fuoco che accenderà il
            braciere dei giochi di Torino, appena passata dalle mani della
            giovanissima Beatrice Lio (11 anni) a quelle del 38enne Mirco
            Zanetti sotto la Scalinata degli Alpini, è ripartita solo dopo che
            una ventina di persone appartenenti ai "Disobbedienti delle
            colline" (noti in città come "rebeldini", dal nome
            del centro sociale più volte aperto e chiuso in immobili dismessi)
            e al sindacato di base Adl di Treviso aveva bloccato via Cavour, poi
            riaperta a seguito dell'intervento delle forze dell'ordine, che non
            hanno dovuto ricorrere a cariche. Il programma del viaggio della
            fiaccola, proveniente da Vittorio Veneto e diretta a Treviso via
            Pordenone, non ha subito grossi sconvolgimenti in quanto 300 metri
            prima del blocco era prevista una breve sosta della fiamma alla
            presenza delle autorità locali e di oltre un migliaio di persone.
             La cronaca. Mancano
            pochi secondi alle 11.30: dai portici dell'Upim, dov'erano
            appostati, i disobbedienti occupano l'intera sede stradale dopo il
            passaggio dei mezzi della Coca - Cola, sponsor dell'Olimpiade e
            principale "bersaglio" dei rebeldini, sorreggendo uno
            striscione e accendendo fumogeni. Inequivocabile il messaggio del
            "lenzuolo", lungo una ventina di metri: "Sponsor
            killer, lo sport muore" si legge nella parte sinistra dello
            striscione, diviso a metà dal disegno di una spada insanguinata. A
            destra si legge "No business, No Tav". Proprio il Tav in
            Val di Susa e la multinazionale Coca - Cola, ma anche il Mose e il
            ponte di Messina sono gli argomenti nel mirino di rebeldini e Adl,
            che distribuiscono (con scarso successo, vista l'ostilità verbale
            del pubblico nei loro confronti) un centinaio di ciclostilati con le
            ragioni della loro protesta.
             L'iniziativa dei
            disobbedienti non è accolta positivamente dal numeroso pubblico che
            attende il passaggio della fiaccola olimpica. Un ironico
            "bravi" e un più duro "bastardi" sono i primi
            "commenti" della gente dopo il blitz. Rebeldini e Adl
            rispondono: "Siamo cittadini come te" dice uno di loro.
            "Ma un fià pì mone" la risposta di uno spettatore.
            "Fate schifo" grida una signora ai rebeldini. Una no
            global consegna alla donna un ciclostilato, sùbito strappato dalla
            signora. "Andate a casa!" insiste più di uno spettatore.
            "Andate a lavorare" rincara la dose un altro.
            "Idiota, servo!" gli replica un rebeldino.
             Dopo qualche
            minuto, dalla stazione ferroviaria dove erano posizionati fin dal
            mattino, arrivano Polizia e Carabinieri in tenuta antisommossa,
            applauditi dal pubblico. "Avete bisogno di una mano?"
            chiede a voce alta uno spettatore. Lungo la sede stradale si
            schierano una quarantina di uomini, presente il comandante dei
            Carabinieri Alessandro Farris. Avanti a tutti c'è il dirigente del
            Commissariato di Polizia Giovanni Di Matteo, che avvicina il leader
            dei disobbedienti Fabio Tomaselli. Le forze dell'ordine serrano le
            fila, si fermano, poi iniziano a camminare di buon passo. I
            disobbedienti retrocedono e all'altezza di Battistuzzi liberano la
            carreggiata e, continuando a sorreggere lo striscione, si appostano
            a bordo strada paralleli al senso di marcia. Dopo altri cinque
            minuti arriva il tedoforo numero 60 della giornata, Mirco Zanetti. I
            rebeldini fischiano la fiamma, urlano "vergogna, vergogna"
            ma la gente applaude il simbolo dei Giochi.
             Luca Anzanello 
            --------------- 
            «Siamo
            soddisfatti, volevamo fermare il simbolo dell'Olimpiade
            sponsorizzata dalla Coca Cola e ci siamo riusciti». Ha lo sguardo
            sereno, quasi rilassato, il leader dei "Disobbedienti delle
            colline" Fabio Tomaselli pochi minuti dopo che Polizia e
            Carabinieri hanno "sfondato" il loro blocco stradale. «È
            una vergogna che la Coca Cola sia sponsor delle olimpiadi» insiste
            Tomaselli, che cita quanto scritto nel ciclostilato distribuito ieri
            dai no global: «È tuttora attiva una campagna di boicottaggio alla
            Coca Cola poiché dal 1994 ad oggi in Colombia sono stati
            assassinati 9 sindacalisti che lottavano per la dignità dei
            lavoratori di questa multinazionale». Oltre alla bevanda più
            famosa del mondo, i rebeldini e i rappresentanti del sindacato di
            base Adl contestano anche le grandi opere: «No alla Tav, no al
            Mose, no al ponte sullo stretto e all'omologazione culturale»
            ripetono. "No" anche alle Olimpiadi 2006, «proprietà di
            un ente privato ma finanziate con 3.500 miliardi di vecchie lire che
            devono andare a bisogni pubblici e non a optionals privati».
            Tomaselli promette che «dopo Venaus saremo presenti anche alle
            Olimpiadi. In Val di Susa hanno installato tribune sul greto dei
            fiumi e abbattuto alberi per fare posto alle platee».  
            I coneglianesi
            hanno contestato la vostra manifestazione in via Cavour «In giro c'è
            disinformazione. Abbiamo dimostrato che chi è un po' attento alle
            cose vede anche quello che c'è dietro un marchio come la Coca Cola».
            Quali progetti per i rebeldini a Conegliano? «Stiamo decidendo sul
            da farsi. Nuove occupazioni? Nulla è escluso» chiosa Tomaselli.  
            L.A. 
              
           |