Campagna di boicottaggio Coca-Cola

dalla Campagna indiana di Boicottaggio della Coca-Cola


LA DECISIONE DELLA CORTE CREA CONFUSIONE, LA LOTTA ANTI COCA-COLA SI INTENSIFICA
L'Alta Corte del Kerala si contraddice e consente alla multinazionale di operare al di sopra della legge, ma le Comunità locali promettono battaglia

Autore: India Resourch Center
Data: 3 Giugno 2005
Versione originale in inglese: http://www.indiaresource.org/news/2005/1060.html
Traduzione in italiano: REBOC

Contatti:
R. Ajayan, Plachimada Solidarity Committee (India) Tel: +91 98471 42513
Amit Srivastava, India Resource Center E: info(AT)IndiaResource.org Tel: +44 7731 865 591 (UK)

Plachimada, India: Con una decisione senza precedenti, una sezione dell’Alta Corte del Kerala, in data 1 Giugno 2005, ha sollecitato il panchayat di Perumatty (consiglio del villaggio) a rinnovare la licenza della Coca-Cola per consentirle di riaprire il suo impianto di imbottigliamento a Plachimada, Kerala, nel Sud dell’India.


La decisione dell’Alta Corte genera confusione perché la Coca-Cola Company non ha soddisfatto le condizioni richieste dalla legge per riaprire il suo impianto. Gruppi locali a Plachimada e nel Kerala, insieme con gruppi nazionali e internazionali, si sono impegnati ad aumentare la pressione nei confronti della Coca-Cola Company.


Il panchayat di Perumatty ha rifiutato di rinnovare la licenza della Coca-Cola il 26 Aprile 2005, perché la compagnia ha mancato di dotarsi dei permessi necessari previsti dalla legge.


L’Alta Corte ha invece stabilito che, se la licenza non viene concessa, la Coca-Cola potrebbe comunque riprendere le operazioni.


L’impianto di imbottigliamento della Coca-Cola a Plachimada, nello stato meridionale del Kerala, è rimasto chiuso dal Marzo del 2004 perché il locale consiglio del villaggio ha rifiutato di rinnovare la licenza alla Coca-Cola. Gruppi locali hanno portato avanti per tre anni una campagna perché Coca-Cola sia considerate responsabile per aver creato gravi carenze idriche così come inquinamento delle falde acquifere e del terreno.

La decisione del primo Giugno presa da parte dell’Alta Corte del Kerala è stata accolta con grande disappunto da una larga parte della comunità.


 
“La decisione di consentire a Coca-Cola di riprendere le operazioni crea problemi da molti punti di vista” ha affermato R. Ajayan del Plachimada Solidarity Committee. “Essa mina il potere del Panchayat, è in contrasto con le recenti decisioni della stessa Alta Corte, e consente ad un’azienda di operare senza rispettare le leggi” ha proseguito Ajayan.


Anche l’onorevole giudice Shri V.R. Krishna Iyer, ex giudice della Corte Suprema e personalità internazionalmente riconosciuta, si è pronunciato duramente contro la recente decisione. “Quando la licenza, che è necessaria in base alla Legge Municipale, è stata rifiutata dall’autorità locale alla Coca-Cola Company, la corte non può sostenere che, in determinate circostanze, la licenza può considerarsi come concessa, vanificando così lo statuto,” ha affermato l’Onorevole Giudice Shri V.R. Krishna Iyer in una dichiarazione rilasciata. La dichiarazione accusa anche la Coca-Cola Comapany, un ‘influente contendente’, di ‘shopping giudiziario’ al fine di ottenere un giudizio favorevole.


La Coca-Cola Company
è oggetto di intense campagne in tutta l’India, con l’accusa di provocare gravi carenze idriche oltre all’inquinamento della falda acquifera e del terreno.


“ Coca-Cola sta utilizzando metodi discutibili per riaprire con la forza i suoi impianti, ma la comunità ha clamorosamente respinto l’azienda. Non ha senso, affari o non affari, mantenere in piedi l’attività quando non sei il benvenuto: la compagnia dovrebbe fare le valigie e andarsene” ha dichiarato Amit Srivastava dell’ India Resourch Center.

Coca-Cola troverà grandi difficoltà a riaprire la sua fabbrica a Plachimada perché rimangono molte questioni aperte.


Il panchayat di Perumatty ha proposto appello contro la recente decisione dell’Alta Corte del 7 Aprile 2005 di fronte alla Suprema Corte indiana, e l’appello è già stato messo all’ordine del giorno della Suprema Corte. Il 7 Aprile una decisione di una sezione dell’Alta Corte del Kerala ha consentito alla Coca-Cola Company di estrarre mezzo milione di litri d’acqua al giorno, in normali condizioni di piovosità.


La recente decisione dell’Alta Corte è sconcertante anche perché l’impianto della Coca-Cola non è risultato conforme alle direttive della Commissione della Suprema Corte per il Monitoraggio dei rifiuti pericolosi (SCMC), realizzata dalla Suprema Corte indiana. La SCMC ha citato la Coca-Cola Company per diverse violazioni, e ha chiesto al
Kerala State Pollution Control Board di assicurare che la compagnia installi nuovi sistemi per il trattamento delle acque di scarico e di realizzare condutture che portino acqua potabile alle comunità residenti nei pressi degli impianti di imbottigliamento.

Una delle condizioni previste dall’ Alta Corte del Kerala il 7 Aprile 2005 era anche che la Coca-Cola fornisse i permessi necessari, incluso un permesso del Kerala State Pollution Control Board (KSPCB), al panchayat per ottenere il rinnovo della licenza. Comunque, il Ministro della Sanità del Kerala, K.K. Ramachandran, ha dichiarato che il KSPCB non rilascerà il permesso a Coca-Cola.

Il 26 Aprile, il panchayat ha rifiutato il rinnovo della licenza alla Coca-Cola perché i necessari permessi non erano stati presentati.


L’attuale decisione consente all’impianto Coca-Cola di operare nel mancato rispetto delle leggi indiane.

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