Campagna di boicottaggio Coca-Cola

dalla Campagna indiana di Boicottaggio della Coca-Cola


IL KERALA CACCIA COCA-COLA E PEPSI
'Sette altri Stati impongono il bando, ci si aspetta che seguano'

Autore: India Resource Center
Data: 9 agosto 2006
Versione originale in inglese: 
Traduzione in italiano: REBOC

Contatti:
R. Ajayan, Plachimada Solidarity Committee (India) Tel: +91 9847142513 
Amit Srivastava, India Resource Center (US) +1 415 336 7584 E: amit@indiaresource.org   

Trivandrum, India - Il governo dello stato del Kerala nell’India meridionale ha bandito la produzione e la vendita di Coca-Cola e Pepsi nel territorio statale. Alle compagnie è stato chiesto di chiudere interamente le proprie attività. 

Il primo ministro V. S. Achuthanandan ha dichiarato oggi che il bando è stato imposto a causa dei rischi per la salute provocati da Coca-Cola e Pepsi.

"Siamo arrivati alla decisione di chiedere sia a Coca-Cola che a Pepsi di fermare la produzione e la distribuzione di tutti i loro prodotti, sulla base di studi scientifici che hanno provato che sono dannosi”, ha affermato il primo ministro V. S. Achuthanandan. 

Il primo ministro ha anche fatto riferimento ai quattro anni di campagna portati avanti dalla comunità di Plachimada nel Kerala, dove la comunità ha protestato per il calo dei livelli di acqua e per l’inquinamento della falda acquifera e del terreno – direttamente come risultato delle attività di imbottigliamento nella zona. 

L’impianto di imbottigliamento della Coca-Cola a Plachimada è rimasto chiuso dal Marzo del 2004 a causa dell’opposizione della comunità. Il governo e studi indipendenti hanno confermato la presenza di rifiuti tossici intorno gli impianti di imbottigliamento della Coca-Cola in tutta l’India. “Prenderemo provvedimenti per chiudere la fabbrica della Pepsi nel villaggio di Puddussery nel distretto di Palakkad nel Kerala” ha aggiunto il primo ministro. 

La scorsa settimana, il Centro per la Scienza e l’Ambiente (CSE), un gruppo di ricerca e tutela dell’interesse pubblico leader in India, ha pubblicato uno studio che ha rinvenuto un “cocktail da tre a cinque diversi pesticidi in tutti i campioni” di prodotti Coca-Cola e Pepsi che hanno testato in India. In media, afferma lo studio del CSE, i residui dei pesticidi erano 24 volte più alti rispetto agli standard dell’Unione Europea (EU) e di quelli proposti dal Bureau of India Standards (BIS), l’organo governativo responsabile per la standardizzazione e il controllo di qualità.

Coca-Cola e Pepsi sono già state bandite da diversi stati indiani nelle istituzioni pubbliche ed educative, compresi Rajasthan, Madhya Pradesh, Karnataka, Chattisgarh, Andhra Pradesh, Gujarat e Delhi. 

"Ci rallegriamo per la decisione di bandire completamente la produzione e la vendita di Coca-Cola e Pepsi nel Kerala”, ha dichiarato R. Ajayan del Plachimada Solidarity Committee, una coalizione a livello statale che sta portando avanti una campagna sull’impoverimento idrico e sulle questioni dell’inquinamento.

“Le compagnie produttrici di cola hanno inflitto un grande danno al tessuto della comunità a Plachimada, distruggendo vite e mezzi di sostentamento. Ora stiamo mettendo in mora le compagnie che devono risarcire i membri delle comunità colpite, e la campagna entrerà in una nuova fase”, ha detto R. Ajayan.

In India sono in corso vari sforzi per sviluppare regolamentazioni che disciplineranno gli standard igienici per i soft drink per assicurare la salute del consumatore. Il Centro per la Scienza e l’Ambiente ha accusato la Coca-Cola Company e la Pepsico, oltre a potenti gruppi d’interesse nel governo”, di bloccare l’adozione degli standard.

“Il governo indiano deve anche assicurare che ci siano leggi che proteggano la nostra acqua di falda, e che le normative siano in grado di porre fine ai diversi tipi di crescente inquinamento che abbiamo visto con la Coca-Cola Company”, ha dichiarato Amit Srivastava dell’India Resource Center, un’organizzazione internazionale che si occupa di campagne.

La Suprema Corte indiana ha anche ordinato a Coca-Cola e Pepsico di rivelare gli ingredienti dei loro prodotti entro sei settimane, altrimenti si troveranno a fronteggiare una potenziale messa al bando a livello nazionale.

Per maggiori informazioni, visita www.IndiaResource.org 

 
 

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