Campagna di boicottaggio Coca-Cola

Otto decadi di irresponsabilità sociale


PER GLI 80 ANNI DELLA COCA-COLA


Autore: Sinaltrainal
Data: 13 Dicembre 2007
Traduzione: REBOC
Originale in spagnolo: http://www.sinaltrainal.org/index.php?option=com_content&task=view&id=69&Itemid=34


"Durante questi 80 anni i colombiani hanno respinto energicamente la violenta politica di questa transnazionale, che ha sfruttato i propri lavoratori, ha saccheggiato le nostre risorse ed ha contribuito a distruggere la cultura alimentare dei colombiani. Oggi li celebrano con un risoluto piano di annichilimento delle organizzazioni sindacali: rottura delle contrattazioni e continue minacce sono il pane quotidiano.

Non possiamo ringraziarli di stare in Colombia. Sono state otto decadi di saccheggio, repressione, segnalamenti, esili, licenziamenti collettivi, minacce di morte, di violenze, di detenzioni e licenziamenti di lavoratori, di difficoltà per i suoi operai, di momenti di angoscia per le loro famiglie e di immense tristezze, sono stati assassinati 8 dirigenti sindacali, lavoratori di questa impresa.

Sembra che fosse ieri quando arrivarono con quanto si sentiva ripetere in tutte le città della Colombia, "la bibita che toglie la vita e di ingrato sapore per la salute ed il palato."

Non possiamo graziare chi invitò la Coca Cola Internacional ad entrare in Colombia, a distruggere l'ecosistema, a cambiare la nostra dieta alimentare, a sfruttare e precarizzare i nostri operai.

Non possiamo dire grazie a tutti quelli della Coca Cola Internacional, che accettarono l'invito per la Colombia, poiché la sua presenza è risultata nociva per il nostro paese, non solo per quanto riguarda la salute dei consumatori, bensì perché con i suoi proficui utili ha contribuito alla militarizzazione del territorio e si è avvantaggiata con la guerra che il suo paese di origine porta avanti contro la nostra gente.

Non possiamo dire grazie a coloro che oggi fanno della Coca Cola FEMSA, un'impresa che viola i diritti umani nel nostro paese.

Vi vogliamo ricordare, stimati colombiani, che queste strategie del governo di Álvaro Uribe Vélez, dello stato: la sicurezza democratica, lo stato comunitario, il non rispetto delle libertà, la distruzione delle organizzazioni sociali, l'aggravamento dell'impunità, la legge di giustizia e pace, il Plan Colombia, l'incremento della guerra, i trattati di libero commercio, sono attuati a beneficio delle transnazionali e dei monopoli nazionali; la Coca Cola ne è stata un'illustre beneficiaria.

La Coca Cola, giovandosi del populismo che la caratterizza, continua ad applicare la propria irresponsabilità sociale, inquinando, precarizzando e distruggendo, tanto le fonti idriche come i lavoratori e le loro organizzazioni. Siccome non ha potuto cooptare alcuni sindacati, irrigidisce la sua politica e li segnala ovunque. "I concetti essenziali che la Coca Cola utilizza per appoggiare progetti sociali in Colombia ruotano intorno a tre priorità chiaramente definite per il paese dalla Compagnia: Benessere, Ecosistema e Giovani in situazione di alto rischio socioeconomico", evidentemente la realtà è molto diversa.

La Coca Cola ha creato la Fundación Colombia per l'educazione e le opportunità ed appoggia la Fundación Colombianitos en Ciudad Bolivar, Fundación Ideas para la Paz, Fundación Corazón Verde, Corporación Día del Niño, Corporación Minuto de Dios, El Valor de la Palabra, Banco de Alimentos, tra le altre; così pretende coprire l'impunità per le violazioni ed i danni commessi dopo i suoi 80 anni di presenza nel paese. Questa transnazionale è stata irresponsabile coi propri lavoratori, con il popolo colombiano e con l'umanità. Per 80 anni ha oppresso i nostri diritti con l'applicazione dei più selvaggi principi del capitalismo; per 80 anni ha seminato odio e terrore contro gli operai che avevano deciso di organizzarsi, protetti dalla costituzione nazionale e dagli accordi internazionali.

Avvantaggiarsi della militarizzazione del paese, della legge di giustizia e pace, contribuire alla sicurezza democratica e raggiungere le proprie mete di precarizzazione dei lavoratori, vanno avanti insieme all'applicazione della sua politica. Senza questi, sarebbe impossibile ottenere i grandi utili che continuamente ottengono i suoi azionisti. Tutto questo, a costo della salute, dell'educazione, delle abitazioni, del cibo e dei salari dei suoi operai.

Distruggendo i diritti dei lavoratori, impoverendo la popolazione, militarizzando il territorio nazionale, avanza la sicurezza democratica con la consegna di nuove risorse naturali al capitale transnazionale, nel caso particolare della Coca Cola, dell'acqua potabile. La privatizzazione di almeno 415 aziende di Stato (la prima di queste la Telecom, l'ultima Ecopetrol), delle cliniche della Previdenza Sociale, sono una prova della consegna delle imprese dei colombiani.

Con la sicurezza democratica guadagnano le imprese nazionali e straniere; perdono gli operai, i contadini, gli indigeni, gli studenti, i settori popolari.

Questo alletta molto la Coca Cola, perché così guadagna, perché l'aiuta a ridurre i suoi costi di produzione, di distribuzione e di vendita delle sue bibite; aumenta l'indice di disoccupazione, contratta precari ed incrementa la povertà; così si crea ineguaglianza ed aumenta la miseria.

Effettivamente, in pochissimi anni la Coca Cola è passata dall'avere 19 impianti di produzione a possederne solo 5; dall'avere propri mezzi di trasporto e lavoratori diretti per la distribuzione dei prodotti al consegnarli a cooperative ed imprese per l'impiego interinale; dall'avere la maggioranza dei lavoratori con contratti diretti ed a tempo indeterminato al possedere il 94 per cento dei propri lavoratori precarizzati con contratti del settore terziario; dall'avere contratti collettivi di cui beneficiava la maggioranza dei lavoratori, al fatto che solo un ridotto numero di operai possa godere dei diritti conquistati dal sindacato. Questo non è stato sufficiente e per questo motivo continua a sforzarsi di raggiungere la precarietà totale di quelli che producono i suoi utili.

La Coca Cola ha posto una speciale enfasi nella distruzione del sindacato e nella precarizzazione dei propri lavoratori, destabilizzando le entrate familiari e colpendo gravemente la salute, l'educazione, la vita della popolazione.

Malgrado questa impresa non rispetti le leggi, gli accordi, i protocolli, riceve agevolazioni fiscali molto importanti, applausi ed onorificenze. La sua politica è molto lontana dal realizzare impieghi stabili, a tempo pieno, diretti, senza intermediari di lavoro, con lavoratori con contratti a tempo indeterminato, con remunerazioni degne e coperti dalla previdenza sociale. Le statistiche lo dimostrano.

Per questo, celebrando questi 80 anni della Coca Cola, l'unica cosa che possiamo fare è condannarla per ciò che ha compiuto in Colombia ed invitare la Coca Cola FEMSA a cambiare la sua politica, a rispettare i diritti umani e a dare una riparazione al dolore delle vittime.

Negli ultimi 17 anni sono stati assassinati 8 dirigenti sindacali della Coca Cola, questo ha prodotto la condanna internazionale per mezzo di una campagna mondiale con la quale le si esige il rispetto dei diritti umani, la verità, la giustizia e la riparazione integrale per le vittime. Ugualmente, sono state portate davanti alla giustizia degli Stati Uniti denunce per i crimini commessi dai cittadini di quel paese contro il popolo colombiano. Pochi mesi fa il Tribunale Permanente dei Popoli ha ricevuto numerose denunce contro le transnazionali. Con questa campagna di denuncia il popolo colombiano aiuta, il popolo colombiano accompagna ed il popolo colombiano reclama il rispetto dei suoi diritti.

La Coca Cola non si merita un solo augurio. Sono trascorsi ottanta anni senza che abbia fatto nulla di buono per la Colombia; la sua presenza nel paese le ha lasciato grandi utili, ma sola povertà e maltrattamenti per i suoi lavoratori e miseria per la popolazione.

Invitiamo gli operai che hanno incrementato immensamente gli utili dell'impresa durante tutti questi anni, le popolazioni che hanno visto inquinare quotidianamente i fiumi ed i torrenti dei municipi dove la Coca Cola ha i suoi impianti, le persone che in qualche modo sono state vincolate al commercio di questa obbrobriosa catena di sfruttamento e di miseria, ad esigere nuovamente dalla transnazionale il rispetto dei nostri diritti e delle nostre vite. Molte grazie a coloro che nei vari angoli del mondo hanno solidarizzato con la nostra causa ed ci hanno permesso di continuare a vivere e a resistere. Molti auguri ai pochi operai che continuano ad essere organizzati e mobilitati nonostante la violenta offensiva della Coca Cola e dello stato colombiano.

Campagna per la sovranità, la democrazia, la pace ed il benessere dei colombiani.

Poiché amo la vita, non consumo Coca Cola


Area Internazionale
Sinaltrainal

Colombia, 13 dicembre 2007
 

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