LAURENTINOKKUPATO


fine luglio 1995


1. premessa

Quanto altro tempo faremo passare prima di esaurire in qualche modo questo lacerante dibattito sulla "delibera" ? ...Quasi tre anni che per una parte dei Centri Sociali hanno significato un intenso lavoro, nel tentativo di vincere la battaglia per la delibera, ma che per noi sono trascorsi, per prima cosa, vivendo e lavorando nel quartiere e concentrandoci non tanto nella denuncia delle mancanze istituzionali quanto sulla azione diretta del quotidiano, nella autogestione nell'antifascismo, nell'antisessismo, nell'antirazzismo... senza interpellare in alcun modo istituzioni che nè riconosciamo nè rispettiamo. E' per noi evidente l'impossibilità di intraprendere il percorso politico del Coordinamento dei Centri Sociali e delle Associazioni di Base, dal quale siamo da tempo usciti; è chiaro che dissentiamo su ogni punto della delibera 26 (inutile entrare nei particolari). La nostra uscita, quasi due anni fa, da questo percorso è stata comunque contraddistinta dal rispetto nei confronti degli "altri" CSOA, delle singole compagne e dei singoli compagni, con i quali, date le dovute differenze, pensiamo di appartenere ad un movimento comune; ma recentemente una serie di fatti gravi politicamente, e offensivi, che hanno visto alcuni arrivare al paradossale, ci inducono a rompere il silenzio.


2. da CSOA a ... ???

La forma Centro Sociale ci sta ormai stretta; guardandoci intorno, malgrado il giudizio positivo che la sinistra istituzionale e la cosiddetta "opinione pubblica" hanno generalmente espresso negli ultimi due anni, ci sembra che siano andati persi gli elementi di antagonismo che hanno caratterizzato la storia dei CSOA. Quasi tutte le esperienze nate negli ultimi anni non nascono e non sono cresciute nella pratica dell'antagonismo sociale, dell'azione diretta nè dell'antifascismo militante, sono generati si da una cultura antagonista, ma la pratica antagonista/autonoma è perlopiù assente. Abbiamo assistito quindi alla creazione dell'Antagonismo 'alternativo', ovvero persone che ad es. rivendicano l'azione diretta, ma trattano con il comune, persone che si rivendicano gli elementi di una cultura antagonista/autonoma, anarchica che è poi però tale solo di facciata. E' sorprendente la quantità di 'gadgets' antagonisti che si vendono nelle iniziative: così come è facile vedere compagni e compagne sulle cui magliette sono disegnati autonomen, molotov, stelle rosse, A cerchiate, mitra ecc. e vederli poi scegliere la contrattazione e la legalizzazione degli spazi occupati.... Stiamo assistendo già da tempo a questa spettacolarizzazione di cui non siamo protagonisti, ma purtroppo troppo spesso ingenui collaboratori; preoccupante è anche la tendenza, oramai manifesta, a costruire grandi iniziative negli spazi al "centro" della città tendendo ad eliminare quel decentramento culturale nelle periferie, anche le più estreme, della città che è stato, e pensiamo debba ancora essere, uno dei punti di forza del movimento delle occupazioni degli spazi sociali; anche se questa tendenza è stata in parte causata dal lievitare che si è avuto dei costi fissi per la realizzazione proprio delle iniziative più importanti (ci riferiamo agli esosi "rimborsi" di quasi tutti i gruppi "famosi" che suonano nei CSOA) e quindi che più significativamente avrebbero colpito se realizzate invece che nell'area "divertimentificio" che si è creata a Testaccio, fossero state realizzate nella periferia più culturalmente abbandonata e degradata, per capirci quella di TorBellaMonaca, Laurentino 38, Corviale, ecc.


3. brand new style

La nuova forma dell'opposizione alle politiche di controllo pervasivo del capitale nella metropoli post-industriale non passa, per noi, nell'essere ammessi come interlocutore al tavolo delle decisioni politiche di settore o all'accedere alle voci di spesa per il welfare, non possiamo barattare la nostra incompatibilità al velenoso e mortale modello di sviluppo capitalista (nelle espressioni neo-liberiste o labouriste) con ...lavori socialmente utili.La nuova forma di opposizione passa attraverso l'esistenza e la crescita di una generazione nuova, geneticamente antagonista al mondo dominato e devastato dalle mega-multinazionali che si stanno sempre più consolidando e concentrando nell'ormai "ridotto mercato" chiamato pianeta terra. Questa generazione, che è anche negli attuali CSOA, evidentemente non predilige la forma comunicativa dell'assemblea rituale, con i suoi leader consolidati; ambisce e pretende la discussione orizzontale dove assorbe, elabora e cresce rispettando le diversità, sceglie l'assemblea itinerante, di non enormi dimensioni, quella che gira situazione per situazione e sforzandosi riesce a comunicare con tutti, non solo con i "delegati". Si entusiasma alle possibilità comunicative offerte dai nuovi media telematici, soprattutto quando interagiscono con media più consolidati e diffusi, nel nostro caso le radio libere e/o di movimento. In questi spazi comunicativi/antagonisti nuovi l'esistenza di spazi fisici liberati diventa cruciale per l'esistenza e la diffusione di una comunicazione orizzontale; per la sussunzione delle pratiche e per la costruzione dell'opposizione sociale, laddove l'atomizzazione dei siti lavorativi ha da tempo spostato il luogo della creazione della coscienza e del conflitto di classe dalla fabbrica, intesa come luogo dove si incontrano e si scontrano con la contraddizione capitalista migliaia di proletari/e, al territorio, soprattutto in città come Roma di forte vocazione terziaria e post-industriale. Spazi fisici dove, ad esempio l'esigenza abitativa venga soddisfatta, così come quella del reddito (senza mai permettere che la lunga mano dello stato-capitalista riesca a penetrare ed ...ordinare). Non più quindi il CSOA come spazio pieno, vivo e pulsante dal pomeriggio fino a tardissima sera, che non rimedia però alla frustrante notte (pensando al padrone di casa o al genitore aggressivo) e al mattino (quando la schiavitù del lavoro salariato ci sbatte giù dal letto), ma la creazione non tanto di uno spazio alternativo alle ore "alienate" o dove si va strettamente a fare politica (come sembrano essere molti nuovi centri sociali - tra il dopolavoro e l'associazione culturale), quanto luoghi dove progressivamente maturano le esperienze e la discussione sulla base non di scadenze politiche o di una "politica" scissa dal resto della vita. Ci sembra che questo, che sarebbe naturalmente dovuto avvenire nei CSOA, sia avvenuto solo in parte o solo in alcuni spazi, c'è comunque da rimboccarsi le maniche.


4. sulla delibera

Se guardiamo da dove siamo partiti alcuni anni fa quando, stanchi di dedicare la grande parte dell'energia dei CSOA ad impedire che le quotidiane minacce di sgombero si realizzassero, e dove siamo arrivati... (lo sgombero della Torre, il più violento che i CSOA di Roma hanno conosciuto), c'è da riflettere. All'epoca si era pensato ad uno strumento che sentenziasse la fine degli sgomberi, il riconscimento dell'utilità e del ruolo svolto negli anni dai CSOA nei quartieri proletari e periferici di Roma, si raccolsero più di 10.000 firme e si costruì la delibera di iniziativa popolare con il fine di proporla alla giunta che si sarebbe insediata dopo il commissario prefettizio, ma di quella delibera dal basso, in consiglio comunale, i burocrati e i politicanti progressisti ne hanno fatto carta straccia, e la hanno riscritta a loro immagine e somiglianza nel segno della legalità e del "farsi stato" che ha sempre dominato la sinistra istituzionale in Italia, PDS, Rifondazione Comunista & C. per essere chiari, che non dimenticano mai, loro, la propria discendenza Piccista, i compagni ed i movimenti tendono spesso ad illudersi che questi personaggi siano cambiati, ma poi... i "simpatici" deputati di Rifondazione si fanno stato e votano, magari con le lacrime agli occhi, l'ennesima stangata anti-popolare, oppure quando da una parte Bertinotti parla dal palco di Piazza San Giovanni della ricomposizione della frattura del 1977 con i movimenti dall'altra il servizio d'ordine milanese di Rifondazione tenta di riproporre le "fratture" bastonando, del nascente movimento studentesco, gli studenti medi del Leoncavallo. I nostri rapporti poi con la locale sede di Rifondazione Comunista, che dista una ventina di metri da LAURENTINOKKUPATO, si riassumono sinteticamente nella frase che la deputata "comunista", capoccia della sezione, Gabriella Pistone rivolge all'ignaro Lucio Manisco intento a leggere un nostro volantino: «Lascia perdere, sono tutti stronzi...». Così la Pistone, notevolmente infastidita in quei giorni dai nostri "profetici" striscioni astensionisti (destra liberista Bossi, Berlusconi e Fini / destra di governo Occhetto, D'Alema e Cossutta... NON VOTARE !). Questa stessa sinistra istituzionale così cieca e assente nei quartieri della periferia popolare di Roma, che da tempo ha abbandonato il campo alla destra populista di Alleanza Nazionale e Forza Italia, e che non vuole neanche riconoscere il ruolo e l'importanza che hanno avuto e che hanno le compagne e i compagni dei CSOA in questi quartieri a porsi come argine al dilagare della tendenza giovanile nazista e razzista o nell'impedire che il malessere e la ribellione prendano la strada della guerra fra poveri o del tumulto razzista.


5. sulla non-violenza

Rispetto a quello che Rutelli indica come punto "dirimente" nei requisti per accedere alle assegnazioni degli spazi occupati dai CSOA, pensiamo che l'abiura verso ogni forma di lotta violenta pretesa da Rutelli corrisponda alla richiesta di escludere il conflitto, la lotta di classe, dalle pratiche e dalla quotidianità dei CSOA, sappiamo tutti che "la rivoluzione non è un pranzo di gala", per non parlare della pratica dell'antifascismo militante o del cacciare gli spacciatori d'eroina dai quartieri, tutti fatti che potrebbero essere usati provocatoriamente in qualsiasi momento da AN & assimilati per esigere la revoca di eventuali, faticosamente raggiunte, assegnazioni; l'accoltellamento del compagno di Livello 57 da parte degli spacciatori e la successiva campagna del sindaco di Bologna (politicamente fratello di Rutelli) per lo sgombero di Livello 57, dovrebbero essere esempi luminosi, ma tant'è si va avanti costi quel che costi, affidandosi ad un tacito sostegno che ci dovrebbe venire dal Campidoglio e che ad esempio nella vicenda della Torre è puntualmente mancato anche perchè si vede con sempre maggiore chiarezza che Rutelli non vuole assolutamente "sporcarsi le mani" con i CSOA, tantomeno con i lavoratori e le lavoratrici in lotta o con gli occupanti delle case, preferisce i palazzinari, i religiosi e tutti gli altri avvoltoi che volteggiano sul Campidoglio.


6. sulle politiche di sgombero in 24 ore

Le politiche di regolamentazione delle occupazioni perseguite spesso da alcuni comuni del nord europa (Olanda, Svizzera, Germania), hanno da una parte teso ha riportare sotto l'ala del controllo statale zone divenute quasi extra-territoriali, dall'altra sono sempre state seguite da leggi o indicazioni per la polizia di sgombero di ogni nuova occupazione entro le prime 24 ore di esistenza, in Germania ciò ha significato da una parte il grigiore e l'apatia nelle occupazioni "normalizzate" e dall'altra durissimi scontri con la polizia ad esempio lo scorso anno a Lipsia, spesso a Berlino, quando sono state tentate ed impiantate nuove occupazioni; per quanto riguarda il nostro caso specifico, la città di Roma, vedi lo sgombero immediato di Pirateria il primo giorno di occupazione, da questo punto di vista la giunta e la sua tanto decantata delibera 26 è già operativa (chi occupa dopo il dicembre 1994 va cacciato subito), per quanto riguarda il grigiore che comincia a pervadere certi spazi occupati che già vivono da anni nell'ottica dell'assegnazione preferiamo sopravvolare.


7. sulla gestione politica dello sgombero della Torre

La gestione politica dei giorni successivi allo sgombero violento della Torre ci è apparsa molto forzata da parte del Coordinamento dei Centri Sociali e delle Associazioni di Base al fine, (molto chiaro quando si porta come COMUNICATO STAMPA che dovrebbe riassumere l'assemblea dei "diversi" CSOA, un documento firmato solo dal Coordinamento) di poter riprendere la parola con una giunta che, inesorabilmente aveva, ed ha, chiuso tutte le possibilità di dialogo con i rappresentanti del Coordinamento sia per quanto riguarda eventuali modifiche della delibera, che per quanto riguarda il raccogliere le proposte del Coordinamento. Di fatto non sono mai stati forzati i rapporti di sudditanza verso l'istituzione, anche per quanto riguarda le responsabilità gravissime della giunta Rutelli nell'essersi per l'ennesima volta resa irreperibile ad una doverosa assunzione di responsabilità forte, durante le ore dell'assedio poliziesco alla Torre e nei giorni successivi, cosa che ha prodotto fra l'altro le pesantissime denunce appioppate alle compagne ed ai compagni qualche giorno dopo. In precedenza si era dato adito ad una parvenza di attenzione della "giunta progressista" verso i Centri Sociali, nel senso che era stato fatto intendere, con fare molto democristiano, dai vari Bartolucci che poi un escamotage si sarebbe trovato..., che una soluzione che avesse portato a fitti ragionevoli (simbolici) per i CSOA si sarebbe trovata... e così via sulla strada di un rapporto, quello tra Coordinamento e giunta "progressista", che ha visto i primi sempre più sacrificare la propria natura e progetto politico e i secondi sempre più lontani e sempre più intenti a non "sporcarsi le mani" con i CSOA; cosicchè Rutelli da quel Ponzio Pilato che si era presentato nei primi giorni dopo la sua elezione a Sindaco di Roma e "scivolato" sempre più verso quel Formentini dal quale mostra, ipocritamente, molto fastidio nell'esservi giustamente accomunato.


8. l'aggressione al pirata G l'atto inconsulto contro il pirata T

Un altro dei punti che ci ha spinto ha rompere il silenzio è stato quello del verificarsi di due fatti avvenuti in contesti completamente differenti, ma con una "matrice comune", che sono avvenuti ultimamente e che ci preoccupano non poco pensando alla deriva che potrebbe avere uno spostamento del dibattito, giustamente acceso ed appassionato, dalla dialettica dell'assemblea a quella dello scontro fisico. E' per questo che condanniamo duramente sia l'atto inconsulto verificatosi contro il compagno T, dell'area di Pirateria, durante l'allontanamento dei fascisti dalla Nomentana al passaggio del corteo, il giorno dopo lo sgombero della Torre, che avrebbe potuto avere gravi conseguenze, in quel contesto; ed ancor più duramente e senza accettare nessuna giustificazione condanniamo il pestaggio di un altro compagno di Pirateria, G, non nuovo a subire intimidazioni in quel luogo, avvenuta al Villaggio Globale il giorno seguente.


9. the show must go on...

La cosa che più ci rattrista è che in questo delirio suscitato dalla "battaglia per la delibera" e i suoi successivi sviluppi è parso che nella confusione e nella contrapposizione generale siano andati smarriti quei valori che sono sempre stati fondanti per il movimento antagonista, specificatamente qui a Roma. In quest'ottica abbiamo letto il fatto di aver voluto fare lo stesso l'iniziativa di occupazione della Torre in un giorno "particolare", ignorando così di fatto una parte del movimento dei CSOA, dei collettivi femministi e di compagni e compagne che quel giorno non avrebbero partecipato, tra i tanti /e, Radio Onda Rossa, noi, che non abbiamo voluto aderire ad una detestabile logica del tipo lo spettacolo deve continuare... e qui chiudiamo questo argomento, triste, ma non secondario.


10. conclusioni

Abbiamo voluto così dare un contributo e dire la nostra sugli avvenimenti degli ultimi giorni. Parlando esplicitamente e "senza peli sulla lingua". Consapevoli di non avere nessuna verità o modernità in tasca, nè di avere la soluzione o la formula per i movimenti di oggi o di domani. Coscienti però di di vivere le contraddizioni veramente "nel ventre della bestia" e sforzandoci sempre pur nell'azione locale ad un pensiero globale.

P.S. Quel che più dispiace è che un movimento che fino ad un paio di anni fa era, certo non fortissimo, ma sicuramente molto unito e solidale si sia così profondamente diviso e scomposto nel confronto/scontro con l'istituzione.

 


 

- -