Mozione della
commissione stampa del movimento


I ) Il problema della sicurezza. L'immagine fotografica viene usata sistematicamente come strumento di criminalizzazione dei compagni, come « prova » processuale, come strumento di ricatto e di pressione negli interrogatori. Nelle città sono piazzate telecamere della polizia nei punti strategici. Inoltre la tecnologia offre oggi possibilità infinite di fissare ogni tipo di immagine praticamente senza essere notati. Per questo motivo, impedire o limitare l'uso delle macchine fotografiche nel corso del convegno non neutralizza affatto la possibiltà, anzi la certezza, che i mezzi di documentazione visiva del potere gli consentiranno di avere tutte le immagini che vuole di assemblee, concerti, dibattiti, ecc.

2) Identificazione dei fotoreporter. A differenza della maggioranza dei giornalisti, la maggioranza dei fotoreporter (una categoria di lavoratori assolutamente precaria e sovrasfruttata) non dipende direttamente da questa o quella testata, da questo o da quell'editore. I fotoreporter assunti dai giornali sono un numero estremamente esiguo mentre la maggioranza vende le sue fotografie sia ai giornali borghesi, sia ai giornali della sinistra nel movimento. Non c'è quindi in pratica nessuna possibilità di operare una decisa limitazione tra fotografi compagni e non, a partire dai giornali che ne pubblicheranno le immagini.

3) Eventuali momenti di tensione. Possono verificarsi momenti di tensione, nei quali, se da un lato è importante che il movimento abbia la documentazione più completa, da utilizzare politicamente, bisogna limitare al massimo le possibilità che vengano usate contro il movimento e contro singoli compagni quelle immagini. Per questo l'organizzazione del convegno annuncerà chiaramente che — in quel momento specifico—non si è autorizzati a fotografare. I soli che potranno continuare a scattare immagini (la cui gestione sarà definita dal movimento) saranno allora solo i componenti di una commissione fotografi ristretta identificabile con un contrassegno da parte dell'organizzazione.

4), La posizione dell'AlRF. In occasione della pubblicazione di fotografie chiaramente delatorie, apparse sulla stampa negli ultimi mesi, diverse sezioni dell'AIRF, I'organizzazione sindacale dei fotoreporter si sono apertamente dissociate dai responsabili di quest'uso dell'immagine, e li hanno condannati, rifiutando insieme una strumentalizzazione dei fotografi da parte del potere, che non li rende complici della campagna di criminalizzazione. Chiediamo all'AIRF di ribadire questa posizione alla vigilia del convegno di Bologna contro la repressione, invitando i fotografi che ne sono membri a non contribuire in nessun modo a un uso anti movimento delle immagini che essi metteranno in circolazione.

5) Ai compagni che arriveranno a Bologna con la loro macchina fotografica non sarà fatta alcuna limitazione nello scattare immagini che potranno servire per fare mostre, giornali nazionali, controinformazione, salvo nel caso valutato al punto 3, cioé quello di sicurezza, quando l'organizzazione ne farà un esplicito divieto.

La commissione stampa del movimento degli studenti di Bologna
Il Convegno di Bologna


......1977.....IL MOVIMENTO


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