Da qualche luogo della selva centrale Gennaio 1997

COMUNICATO Nº 8

La DIREZIONE NAZIONALE del MOVIMENTO RIVOLUZIONARIO TUPAC AMARU,


AI FAMILIARI DEI PRIGIONIERI POLITICI NELLE CARCERI PERUVIANE

AI FAMILIARI DEI DETENUTI NELL’AMBASCIATA GIAPPONESE

ALLE MILIZIE TUPACAMARISTE

23 Gennaio ore 1:34

ALLA STAMPA NAZIONALE ED INTERNAZIONALE

AI GRUPPI DI DIFESA DEI DIRITTI UMANI

ALLA SOLIDARIETA’ PERUVIANA E INTERNAZIONALE

Vi invitamo a rimanere attenti agli eventi della ambasciata e a prepararvi per difendere la vita delle persone con motivo della violenza generata dal dittatore Fujimori che si vive oggi in Peru.
Dagli inizi della presa dell’ambasciata, il Commando Edgar Sanchez è venuto denunciando le continue provocazioni da parte del governo e dei politici e dei militari dispiegati nella zona.
In primo luogo mentirono alla opinione pubblica dicendo che il Commando aveva dato un ultimatum per iniziare le conversazioni, niente di più falso, dal momento che tenvamo tuttto il tempo per studiare attentamente l’identità delle persone lì detenute e liberare quelle non coinvolte nella politica economica, nella corruzione e nella politica repressiva indiscriminata contro gli oppositori del regime.

Le provocazioni sono continuate, rilasciando un animale perchè verificasse se il terreno fosse minato, poi seguì la pioggia di pietre e bastoni nei dintorni dell’ambasciata con il rischio di attivare le mine collocate per la difesa dell’ambasciata. Queste provocazioni cercavano un pretesto che giustificasse l’intervento armato, i compagni hanno mantenuto il giusto animo e la firmezza. Il Comandante Huerta he dichiarato che difenderanno l’ambasciata, la vita dei detenuti e la loro propria vita fino alle ultime conseguenze.

Le provocazioni continuarono con lo sgombero dei giornalisti da abitazioni e tetti vicini con altre menzogne inventate dal SIN e dal suo assessore Montesinos, ciraca una sospetta negoziazione fuori della residenza. Finalmente il cerchio militare (attorno all’ambasciata) rafforzato contro le istallazioni dell’ambasciata fanno supporre una soluzione militare e, come richiesto da alcuni personaggi, la immolazione agli altari della Dittocrazia dei detenuti dell’ambasciata.

A tutto questo si somma l’informazione di un miltare della marina circa le torture e i maltrattamenti contro Víctor, María e Peter detenuti nelle tombe per vivi della Base Navale (del Callao), con lo stesso obiettivo anteriore che firmino un “accordo di pace” che in realtà è una resa incondizionale.

Per tanto è completa responsabilità dei militari, del generale Hermosa Rios, del Presidente Fujimori e del governo giapponese che ha seguito avvallando la politica del governo durante il conflitto e che non ha fatto passi verso la ricerca di una soluzione negoziata.

Chiediamo ai familiari, alle organizzazioni dei diritti umani e alla solidarietà nazionale ed internazionale di cercare di impedire questo massacro annunciato: ¡Adesso! Non quando tutto sia terminato e solo dovessimo contare e raccogliere i nostri morti.
Chiediamo anche alla Croce Rossa Internazonale di verificare questa grave denuncia che attenta alla salute già provata dei tre prigionieri politici della Base Navale.

¡TUPAC AMARU VIVE E VINCERA’!
Direccion Nacional del MRTA


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