SESSISMO!?!?
Alcune riflessioni!

Se vediamo il sessismo come il problema e se pensiamo che il sessismo consista semplicemente nell'oppressione degli uomini sulle donne e gli omosessuali, allora il problema per gli uomini è principalmente quello di comprendere la posizione e l'esperienza degli oppressi e quindi cercare di agire per modificarla. Non credo sia possibile cambiare l'atteggiamento sessista degli uomini partecipando a tutte le manifestazioni delle donne. E' necessario invece che essi si liberino dal proprio ruolo sessuale maschile. Per fare questo non basta solo ampliare la propria disponibilità ai rapporti con un po' di bisessualità.

Il sessismo/maschilismo non è solo eterosessualità, è ricerca di potere, comporta chiusura, competitività, grigiore, insensibilità, interesse per le cose e i traguardi, più che per le persone e la trasformazione. E' di fatto il puntello psicologico dell'organizzazione del lavoro nelle società industrializzate, con minime variazioni dipendenti dal fatto che ci si trovi in una società liberata piuttosto che capitalista. Gli uomini sono obbligati in questo ruolo come le donne sono obbligate al loro.

Bisogna ammettere che parte del ruolo maschile sopravvive anche quando l'oppressione sessista è in se' superata. Cambiare è la cosa più importante da fare, e implica una presa di coscienza per l'uomo, soprattutto per coloro che hanno una resistenza all'analisi collettiva di esperienze e sentimenti. Implica non assumere una posizione dominante nel rapporto principale, non assorbire affetto senza darne, comporterebbe anche il portare avanti questioni che non li riguardano direttamente ma che propongono l'abolizione dei loro privilegi di maschi bianchi o neri eterosessuali. Questo poi non vuol dire aver fatto abbastanza...

Dice Simone de Beauvoir: "se io voglio definirmi, sono obbligata inanzitutto a dichiarare "sono una donna"...un uomo non comincia mai con il classificarsi, come individuo di un certo sesso: che sia uomo è sottointeso".
Mai come oggi penso che invece gli uomini debbano cominciare col definirsi per capire almeno che cosa sono, che cosa vogliono come sono fatti e come reagiscono. Ma vediamo come si costruisce questo individuo. Il modo in cui nella maggior parte delle famiglie i genitori si rivolgono ogni giorno al figlio maschio con frasi del tipo: "non piangere come una femminuccia"....bravo, ti comporti come un vero ometto!!..., non ha pari nel processo di diseducazione e di condizionamento che una persona subisce nella sua vita.

La costruzione pezzo per pezzo dei ruoli maschile e femminile avviene dentro la famiglia. Molto presto il bambino impara che essere maschio è qualcosa di importante e distintivo. Se in casa poi c'è una sorella, il paragone con l'altro sesso è diretto. Se essa è più grande, lei avrà cura di lui amorevolmente, in modo materno, nutrendolo, lavandolo, cullandolo. Se essa è più piccola lui la condurrà "sotto la propria responsabilità", e avrà il mandato da parte del padre di mostrarle i segreti della vita. E' una spirale di dipendenza, o meglio di costruzione di una personalità basata sulla dipendenza, che sarà difficile spezzarla in seguito.
Questa sicurezza-identità-gratificazione diventeranno una invisibile catena sulla quale si costruirà il più grosso nodo della struttura patologica della famiglia. La negazione dell'indipendenza e dell'autonomia costruisce l'insicurezza, fa capire al bambino che in futuro dovrà dipendere da qualcuno cosi come ora dipende dai genitori. Il bambino impara che l'unico modo per sfuggire all'assurdità degli ordini e delle leggi dei propri genitori è diventare come loro, sostituirsi a loro già nei gruppi con altri bambini fare il capobanda, e, come il padre in particolare, comandare e dominare. L'identificazione maschio-potere è immediata, chi ha il potere ha il prestigio, diventa un "simbolo".

L'educazione del futuro maschio è piena di negazioni, si proibisce e si rinforza. Si nega l'emotività e si rinforza l'aggressività: "devi saperti arrangiare da solo"....è una frase ricorrente per il maschio!! L'emotività, mostrare i propri sentimenti è repressa pian piano, per gradi. Poi fuori dalla famiglia c'è la scuola, ci sono altri bambini, e questo modello si fa avanti da tutte le parti. Bisogna andare a scuola, accettare le regole, il potere del preside, della maestra.
Tutta autorità pura. Da qui si impara che il mondo è una cosa cattiva, e se non sei corazzato prendi la sveglia. Al maschio però questo gioco dell'autorità viene insegnato come un bel gioco, e se impara bene in futuro potrà averne un po'. La figura vincente tra il padre e la madre è abbastanza chiara. Anche se a casa ha il "potere" sul bambino, è più legato al fatto di essere più grande, di essere un adulta. Questo potere verrà ridimensionato quando entra in riferimento con il padre, assente o presente che sia. In sostanza la paura della mamma è controbilanciata dal fatto che con lei le cose si possono sempre aggiustare. Con la mamma c'è un rapporto tutto sommato di alleanza, una alleanza di oppressi, di deboli, di dipendenti.... Sulla madre e sul padre i bambini formano la prima idea dell'uomo e della donna e sulla loro immagine compiono la propria identificazione sessuale. La percezione del rapporto uomo-donna come rapporto servo padrone, vincente-perdente è accompagnata da una primordiale e proibita conoscenza della sessualità. La sessualità diventa un dovere, per il maschio diventa una prestazione da portare a termine. E' lo strumento attraverso il quale si afferma sul mondo. E' una prova che deve assolutamente riuscire. Il rapporto sessuale per un uomo è una continua ricerca di auto-appagamento, molto raramente una ricerca di piacere; si avvicina quasi all'evacuazione più che al culmine del piacere.

Basta pensare che l'unica erezione "naturale" è quella del mattino, quando la pipì preme sulla vescica, il resto passa nella loro testa in relazione alle fantasie sessuali. Fantasie di sesso libero, più vicine ad una richiesta di disponibilità femminile che ad una fase di liberazione. Solo dopo la scopata, dopo averlo messo dentro, l'uomo dichiara al mondo di avercela fatta anche questa volta. Se si finisce a letto e si fa, va bene, altrimenti rimane un amaro in bocca. Accumulano orgasmi come denaro!! Devono avere molti orgasmi, molte donne, molte esperienze, molta forza, molto di tutto, niente di niente. Il sesso si traduce come lavoro alienato, sono posseduti dai suoi stessi schemi di produzione e qualità del prodotto. Non c'è niente di liberatorio. Recuperare questa sessualità è molto faticoso, anche perchè c'è poco da recuperare, molto da distruggere. Negli anni più forti della cosiddetta "contestazione", quando nascevano i movimenti di liberazione della donna e i collettivi femministi, tutto questo veniva sbattuto in faccia, e molti di loro accettavano di mettere in discussione il proprio ruolo. Nacquero allora in molte parti del mondo collettivi di uomini, gruppi maschili contro il sessismo. Gli "effeminists". Nascevano come collettivi di autocoscenza, così come facevano le donne. Pareva un rovesciamento della bibbia: "il movimento di liberazione degli uomini nacque dalla costola di una donna, dal movimento di liberazione femminista. Nacquero molti collettivi omosessuali, che riflettevano questa presa di coscienza. Era importante e fondamentale confrontarsi con questi temi. Vi era una possibilità di cambiare, una sintesi tra la lotta politica e la vita personale. Fare politica significava anche viverla in prima persona. Sperimentare nella pratica quotidiana la possibilità di collettivizzare i bisogni materiali, una trasformazione reale dell'esistenza personale.

robottiniLe occupazioni, le assemblee, erano momenti di vita collettiva, le comuni, possibilità di trasformare, rompere, distruggere, ricostruire. Spesso però anche questi esperimenti dimostrarono i propri limiti. Le gerarchie e gli atteggiamenti leaderistici cacciate dalla porta rientravano dalla solita finestra. Molti furono i tentativi, tuttora ne esistono, ma dentro spesso cambiava poco o niente. Il militante-politico-alternativo avanguardia del nuovo, fa fatica a cambiare se stesso.
Il processo di distruzione, l'abbattimento di strutture di potere e quindi della sicurezza non assicura la possibilità immediata di costruzione di alternative, anzi la stessa distruzione della sicurezza è spesso contraddittoria mai data per certa. E così rimangono i limiti, torna il sessismo anche dentro il movimento.

Ma è possibile cambiare? e come? La società borghese ha resistito alle pressioni femministe per circa 150 anni e se in questi anni sono maturate le condizioni perchè la divisione in caste (uomo/donna) mettessero in discussione i ruoli (potere/non potere) la sfida femminista nei confronti degli uomini deve creare la "coscienza maschile".
Il movimento di liberazione delle donne non libererà gli uomini, libererà le donne. Gli uomini sono destinati a diventare un nuovo tipo di maschio... altrimenti passiamo ai robot!!!!




 

- -