12
marzo 1997
PSICHIATRIA
Scarica di No all'elettrochoc
M. D. C. - ROMA Il ministro della sanita' Rosy Bindi deve sospendere "immediatamente"
la circolare ministeriale sull'elettrochoc. Lo ha chiesto "con forza"
il portavoce dei Verdi Luigi Manconi, in una conferenza stampa alla quale
hanno partecipato, fra gli altri, il senatore verde Athos De Luca e l'esponente
di Forza Italia Alessandro Meluzzi. Il gruppo dei Verdi al senato - ha annunciato
il vice capogruppo Stefano Semenzato - chiedera' ai capigruppo dei partiti
che si riuniranno oggi alle 18 (ieri, ndr), di fissare "entro la settimana"
un'audizione in aula del ministro Bindi. I Verdi sollecitano inoltre la
discussione della mozione sottoscritta da 80 senatori di diverse forze politiche
e depositata nelle scorse settimane proprio sull'elettrochoc, in cui tra
l'altro si chiede l'avvio di un'indagine nazionale sul ricorso alla terapia
elettroconvulsivante (Tec). Intanto, pero' - ha detto Manconi - il ministro
Bindi "non puo' prendere decisioni intermedie, di compromesso"
ma deve disporre una "moratoria" in attesa del riesame della questione
da parte dell'Osservatorio ministeriale per la tutela della salute mentale
e del nuovo consiglio superiore di sanita'. Per Manconi e' "di una
gravita' inaudita" l'aver "assunto all'interno dei protocolli
della sanita' pubblica una metodica "a dir poco controversa" e
averne "esteso in modo grottesco" i campi di applicazione. L'altro
ieri erano stati tutti i senatori della Sinistra democratica impegnati nella
commissione sanita', a chiedere al ministro Bindi, con un'interrogazione
urgente, "la revoca della circolare inviata agli assessori regionali
alla sanita', che, di fatto, determina la legittimazione dell'uso indiscriminato
della terapia elettroconvulsiva". Ieri il sentaore verde De Luca ha
chiesto al ministro una nuova circolare con cui "precisi che la precedente
e' una comunicazione priva di effetti". Molto critica anche l'associazione
per i cittadini, "Co.Di.Ci", secondo la quale il provvedimento
e' "frutto di una cultura che speravamo superata e che vuole il malato
solo oggetto di trattamenti sanitari e non un soggetto titolare di diritti
insopprimibili". Per il senatore di Fi, Meluzzi, che e' anche psichiatra,
la Tec e' una "terapia pseudo-salvifica, scorciatoia di comodo, angosciante
e inutile risposta" ai bisogni del malato cui si da' una bastonata
in testa, per non entrare in sintonia con lui". Meluzzi ha poi rilevato
i rischi per i medici che, in base alla circolare che indica la Tec come
"terapia di prima scelta in certi casi, potrebbero andare incontro
a un processo "per non aver messo in atto tutti i presidi terapeutici".
Il rischio esiste anche per Roberto Roberti, primario dell'ospedale San
Filippo Neri di Roma, tra gli autori di un'indagine sull'elettrochoc nel
Lazio del '93. Da essa - ha ricordato - e' emerso che "a fronte di
4 interventi fatti in ospedali pubblici, in tre sole cliniche private sulle
15 esistenti erano stati trattati 15 pazienti con 1.800 applicazioni".
Per Roberti, il Css ha "copiato male" le indicazioni americane
che "limitano la Tec alla depressione delirante se il paziente non
reagisce a 3OO milligrammi di farmaco somministrati in endovena per 2 settimane".