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25   ANNI  FA  UNA  FAVOLA

RIVOLUZIONARIA

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Il 25 Aprile del 1974 accadde in Europa un evento i cui effetti superarono i ristretti confini del paese in cui si svolgevano, il Portogallo, per invaderef1 le idee e i sogni dei tanti movimenti antagonisti presenti in quegli anni nel nostro continente ma anche nel resto del mondo e in particolare in Africa.
25 anni fa un movimento rivoluzionario il M.F.A. (Movimento das Forças Armadas) formato da numerosi ufficiali e truppe al loro comando dei vari rami delle forze armate, occuparono militarmente Lisbona e le altre principali citta' del Portogallo, mettendo fine a una delle piu' antiche dittature del vecchio continente. Fu un evento storico e particolare, particolare come il Portogallo e i suoi abitanti, che per come si svolse e visto con gli occhi di questo fine millennio puo' apparire come una favola moderna su come i sogni e le aspettative di un popolo possano trovare un soluzione a favore del popolo e della sua liberta'. Fu una favola non solo per il lieto fine ossia la liberazione di un popolo dalla schiavitu' di una dittatura sanguinaria e oppressiva e per la fine di una assurda guerra coloniale fonte di morte e barbarie per chi la subiva e per chi era costretto con la forza a combatterla, ma fu una favola per il verificarsi di eventi che sarebbe stato difficile inserire nella trama di un film anche per un pur bravo e fantasioso sceneggiatore.
Cominciamo dai principali protagonisti, ossia i militari che sotto l'azione del Movimento dei Capitani molti dei quali di estrazione marxista, e di una opposizione forte al proseguimento della guerra coloniale in Africa e Asia, avevano dato vita ad un movimento militare di opposizione al regime che portera' al rovesciamento dello stesso. Militari quindi, per di piu' in molti casi di sinistra, che si alleano per abbattere la dittatura che aveva fino a quel momento utilizzato le forze armate per opprimere il proprio popolo e quelli dei paesi occupati.
Anche l'evolversi degli avvenimenti sembrava uscito da un film. A cominciare dal segnale che a livello nazionale dava il via alle azioni militari di liberazione. Fu scelta la principale radio nazionale (la cattolica Radio Renascença) che ai primi minuti del giorno 25 trasmetteva una canzone fino ad allora vietata dalla censura del regime ossia Grandola Vila Morena del famossisimo autore e poeta Jose' "Zeca" Afonso.
Fu poi, nonostante il forte impiego di mezzi militari e l'occupazione di tutti i punti nevralgici del paese, un' azione militare incruenta, senza spargimenti di sangue a parte il vigliacco omicidio di civili da parte della terribile polizia segreta prima della sua resa.
f5 Fu il risveglio di un popolo oppresso che mano a mano che le ore passavano, sentendo la radio che trasmetteva cose fino ad allora proibite e comunicati che invitavano a rimanere nelle case e ad non accettare provocazioni, fece il primo gesto spontaneo di un popolo finalmente libero ossia disubbidi' al potere e scese in strada per festeggiare la sua liberta' e la sua gioia. In Aprile a Lisbona le giornate sono gia' calde e i mercati sono pieni di fiori, garofani in particolare, e cosi' a simbolo della liberta' ritrovata e della voglia di smetterla con la guerra e repressioni, i cittadini di Lisbona cominciarono a donare garofani rossi ai propri militari molti dei quali ponevano i fiori nelle canne dei loro fucili.
Quello divenne un altro simbolo della favola rivoluzionaria, la rivoluzione dei garofani, un simbolo che fece il giro del mondo invitando tutti a deporre le armi e a liberare i popoli oppressi.
Fu anche il risveglio e la liberta' di tanti popoli africani e asiatici (Angola, Mozambico, Guinea Bissau, Isole di Capo Verde, Isole di Principe e Sao Tome', Timor), perche' quel giorno sanci' la fine di una decennale e assurda guerra che per decenni aveva insaguinato e distrutto quei paesi.
Ritornarono cosi' in Portogallo migliaia di giovani soldati, pedine mandate al macello da un regime fascista e corrotto e che aveva perso il senso pratico e militare di una guerra che per i vari equilibri mondiali di quei tempi si trascinava senza soluzione di continuita' e senza ne' vinti ne' vincitori.
Tornarono i soldati e tornarono tutti gli esiliati politici, che nel corso degli anni avevano mantenuto i partiti politici in clandestinita'. Tornarono tra gli altri Mario Soares, capo del Partito Socialista, rifugiato a Parigi e accolto da migliaia di persone alla stazione principale di Lisbona (S.ta Apollonia) e Alvaro Cunhal mitico capo del Partito Comunista esule a Mosca dopo essere fuggito dal carcere di Peniche con l'aiuto di un sommergibile russo.
 
Si torno' dopo 40 anni a festeggiare il 1 Maggio con milioni di persone in piazza. Tornarono anche i tanti giovani scappati sopratutto in Francia per sfuggire al servizio militare obbligatorio e quindi alla sicura guerra in Africa.
Tornarono in liberta' i tanti oppositori al regime in carcere nei tanti penitenziari portoghesi ma anche quelli segregati nel terribile carcere di Tarrafal nelle isole di Capo Verde una specie di carcere alla Papillon.
Fu anche la fine del simbolo popolare della paura e della dittatura attraverso la cattura dei membri della famigerata polizia segreta la PIDE e la chiusura della sua sede al centro di Lisbona divenuta ora museo della resistenza.
 
Centinaia furono i morti e i torturati sopratutto membri del partito comunista e socialista ma anche tanti semplici cittadini rei di non sottostare a quel clima di terrore e delf7azione sul quale la dittatura aveva basato la sua forza.
Fu infine il trionfo di quella che adesso tutti definiscono democrazia. Le forze armate finite le operazioni militari e garantito l'ordine attraverso i primi governi di salvezza nazionale, si ritirarono ben presto dalla scena ritornando alle loro funzioni lasciando posto alla sarrabanda dei primi governi di unita' nazionale.
Anche in questo particolare pero' la rivoluzione dei garofani lascio' un segno attraverso la proclamazione del primo capo di governo comunista dell'Europa occidentale, Vasco Goncalves. Nei sei mesi di governo, Gonçalves riusci' a restituire le terre ai contadini espropiandole ai ricchi latifondisti primi finanziatori del regime, e a nazionalizzare tutti i servizi e risorse fondamentali del paese sottraendole in molti casi a capitalisti internazionali. La parabola fu breve, anche a seguito delle pressioni internazionali (Usa), della chiesa e dell'insorgere di azioni terroristiche di gruppi controrivoluzionari.
 
A piu' di un anno da quel 25 Aprile furono poi indette le prime elezioni e formato il primo Parlamento libero.
In questi venticinque anni il Portogallo si e' assestato politicamente e internazionalmente sullo stile dei principali paesi europei. Come spesso succede di quei giorni bellissimi e fondamentali per il paese rimane apparentemente poco e molti degli ideali che ebbero origine in quei giorni sono solo un ricordo, per certi versi, da favola. Come la favola che aveva inserito nella costituzione portoghese l'articolo che l'obiettivo del popolo era quello di costituire una societa' socialista. L'articolo e' stato abrogato dal Parlamento nel 1995.
Attraverso questa introduzione e il racconto qui di seguito riportato di quello che accadde il 25 Aprile 1974, vogliamo mantenere viva la testimonianza di un episodio importante della storia di un
popolo e della storia in generale, perche' la lotta di liberazione di un popolo o di un semplice essere umano e' patrimonio dell'umanita', della sua liberta' e monito contro tutte le forme di oppressione, dittatura, razzismo.

 

 
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25 APRILE 1974, ORE 00.29 HA INIZIO LA FAVOLA DEI GAROFANI

 
25 Aprile 1974, ore 00.29 inizia il conto alla rovescia che portera' alla caduta del regime fascista. In vari punti del paese, le forze militari aspettano il segnale per dare inizio alle operazioni.
Gia' un primo allerta era stato lanciato il giorno 24 alle ore 22.50 attraverso la trasmissione dalle principali radio portoghesi di una canzone di Paulo de Carvalho dal titolo "E depois do Adeus".
Alle 00.29 del 25, la principale radio portoghese, Radio Renascenca, trasmette la canzone di Jose' Afonso, "Grandola Vila Morena", vietata dal regime; e' il segnale definitivo.
Tra le 00.30 e le 03.00 si registrano le prime manovre militari decisive per il successo finale del golpe capitanato dal M.F.A.
f6Le truppe della Escola Pratica de Cavaleria de Santarem, dopo aver aver arrestato il comandante della caserma, avanzano verso Lisbona non incontrando resistenza.
Simultaneamente si verificano movimenti militari da Mafra, Tomar, Figueira da Foz, Lamego, Estremoz, Vendas Novas, Viseu e dalla Regione Militare di Lisbona (5° Cacciatori e 7° Cavalleria).
Alle 00.30 vari punti nevralgici della capitale vengono simultaneamente occupati. Viene interrotta la circolazione nella Avenida Marques da Fronteira e alcune centinaia di militari armati escono dalla caserma del 5° Reggimento Cacciatori dirigendosi in due direzioni: verso la sede della Radio Clube Portugues e verso la sede del Comando Militare di Lisbona (Quartier Generale dello stesso reggimento) in Rua S.Sebastiao da Pedreira.
Considerato obiettivo prioritario, la sede della radio fu occupata da 8 ufficiali dell' Aeronautica e dai militari del 5° Cacciatori , comandati dal Maggiore Costa Neves. Nello stesso momento militari della Scuola Pratica di Amministrazione Militare comandati da ufficiali della caserma di Campo Grande di Lisbona, penetrano nella sede della televisione di Stato (RTP) in Lumiar (quartiere periferico di Lisbona) dopo sporadici tentativi di resistenza da parte delle forze di polizia (PSP). Anche l'aeroporto viene circondato e occupato e successivamente chiuso al traffico. Stessa sorte tocca alle sedi della Radio Nazionale (Emissora Nacional) e della Radio Marconi.
Alle 04.20 il M.F.A. diffonde attraverso i microfoni della Radio Clube Portugues il primo comunicato alla popolazione:
" Qui posto di Comando delle Forze Armate.
Le Forze Armate portoghesi fanno appello a tutti i cittadini di Lisbona di rimanere in casa e di conservare la massima calma.
Sperando sinceramente che questa ora cosi' grave e importante non sia tristemente segnata da qualsiasi incidente a persone, il Comando delle F.A. fa appello al buon senso, affinche' sia evitato qualsiasi confronto con le Forze Armate. Tali confronti oltre che non necessari, potranno solamente causare pregiudizi individuali che causeranno lutti e divisioni tra portoghesi e questo si deve evitare a qualsiasi costo. Nonostante questa epressa preoccupazione e volonta' nel non voler spargere nemmeno una goccia di sangue portoghese, ci appelliamo allo spirito civico e professionale della classe medica, sperando nel suo aiuto negli ospedali in uno spirito di collaborazione pur ripetendo il desiderio che tutto cio' non sia necessario".
 
Di seguito viene emesso il comunicato n.2:
 
"A tutti gli elementi delle forze militari e di polizia.
Il Comando del M.F.A. consiglia la massima prudenza al fine di evitare qualsiasi scontro pericoloso. Non abbiamo la minima intenzione di spargere sangue a meno che questo non sia necessario a seguito di possibili provocazioni.
Vi appelliamo pertanto di rientrare immediatamente nei vostri posti di comando aspettando ordini che verranno trasmessi dal M.F.A.
Saranno severamente giudicati tutti quei comandi che incitano i propri subordinati contro il M.F.A."
 
Gli appelli verranno ripetuti piu' volte e nel frattempo le batterie militari che erano partite da Vendas Novas, arrivano e occupano le posizioni intorno alla statuta del Cristo Rei in Almada, mentre in Penha de França una colonna di commandos comandata dal maggiore Neves conquista senza incontrare resistenza la caserma della Legiao Portuguesa.
Intanto Lisbona cominciava a svegliarsi e attraverso le radio si capiva che qualcosa di molto importante stava succedendo. Si moltiplicavano le notizie che dicevano che la citta' era circondata da forze militari e tali notizie si alternavano a marce militari e canzoni portoghesi.
Milioni di portoghesi ascoltavano dalle proprie radio musiche e canzoni dai titoli, per loro, molto significativi la maggior parte dei quali proibiti durante gli anni della dittatura. Finalmente si potevano ascoltare le canzoni di Jose' Afonso, Jose' Mario Branco, Adriano Correia, Sergio Godinho ecc.
Pochi erano i poliziotti ed elementi della Gnr (Polizia militare) che passavano in strada mantenendosi in ogni caso estranei ai movimenti delle truppe.
Verso le 06.30 vari aerei della Força Aerea Portuguesa, sorvolavano piu' volte Lisbona dove gia' dalle 05.30 unita' della Escola Pratica de Cavaleria de Santarem, avevano occupato una delle principali piazze, ossia Praça do Comercio.
 
Contemporaneamente venivano emessi i comunicati n.3 e n.4.
 
Comunicato n.3: " S'informa la popolazione che nel tentativo di evitare qualsiasi incidente e' meglio rimanere incasa mantenendo la piu' assoluta calma. A tutti gli elementi delle forze militari, in particolare G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana), P.S.P. (Polizia di Stato), D.G.S. e Legiao Portuguesa (Polizie segrete salazariste) queste ultime due illegalmente recrutate, si ricorda che il proprio dovere civico e militare e' il mantenimento dell'ordine pubblico che nella presente situazione e' possibile non opponendosi all'operato del M.F.A. Pur contando nel buon senso e senso civico di tutti i portoghesi rinnoviamo l'invito a medici ed infermieri a mettersi a disposizione nei propri ospedali per ogni possibile collaborazione.
 
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A seguire l'altro comunicato:
 

 

Comunicato n.4: " Attenzione elementi delle forze armate e di polizia.
Una volta che il M.F.A. ha deciso di assumersi la responsabilita' degli eventi in corso, sara' considerato crimine grave qualsivoglia opposizione alle forze militari e di polizia delle Forze Armate che circondano la citta' di Lisbona.
La non osservanza di questo avviso potra' provocare un inutile spargimento di sangue la cui responsabilita' vi sara' totalmente attribuita. Di conseguenza vi invitiamo a rimanere nei vostri posti di comando in attesa di nuovi ordini.
I comandi delle forze militari e di polizia saranno severamente responsabilizzati nel caso incitino i loro subalterni ad azioni di lotta armata."
 
Alle 08.30 la Radio Nazionale (Emissora Nacional) comincia per la prima volta a trasmettere i comunicati del M.F.A. La situazione era di perfetto controllo da parte delle forze rivoluzionarie che avevano occupato i punti nevralgici inizialmente pianificati e che cominciavano a concentrare la loro azione nella zona del Terreiro do Paço-Praça do Comercio, dove si situavano i vari Ministeri. Cordoni militari circondavano la zona sbarrando le strade d'accesso limitrofe come Rua da Alfandega, Avenida Infante D.Henrique, Rua dos Fanqueiros, Rua da Prata e Rua do Ouro.
 
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Dai microfoni della Radio Clube Portugues viene emesso il quinto comunicato dove vengono spiegate le finalita' delle azioni in corso.
 
 
 
" In conformita' con quanto fino adesso comunicato, all'alba di oggi, si sono sviluppate tutte una serie di azioni aventi come finalita' la liberazione del Paese dal regime che da lungo tempo lo domina. Nei suoi comunicati il M.F.A. ha fatto appello a forze politiche e militari di non intervenire per evitare spargimenti di sangue.
Pur mantenendo questo desiderio non si esitera' a rispondere implacabilmente e con decisione contro qualsiasi opposizione.
Sapendo di interpretare i veri sentimenti della Nazione, il M.F.A. proseguira' nella sua azione di liberazione e chiede alla popolazione di mantenere la calma e di rimanere nelle proprie case."
 
Intanto effettivi di varie unita' militari continuano ad affluire nella zona del Terreiro do Paço utilizzando anche armamenti pesanti.
Alle 08.45 il Comando delle F.A. diffonde, sempre attraverso i microfoni della Radio Clube Portugues, il comunicato n.6:
" Il M.F.A. verifica che la popolazione civile non sta' rispettando l'appello piu' volte trasmesso di rimanere in casa.
Anche se il controllo degli avvenimenti e' pressoche' totale, avendo gia' l'ex Ministro dell'Esercito abbandonato il Ministero mettendosi a disposizione degli ufficiali superiori del M.F.A., si chiede ancora una volta alla popolazione di rimanere in casa per non mettere in pericolo le proprie vite.
In breve sara' diffuso un comunicato sulla situazione generale del Paese."
Come si vede fin dall'inizio delle operazioni militari la zona intorno alla Praça do Comercio era divenuta punto d'incontro di numerose forze appoggiate anche da carri armati. Si sospettava infatti che il Capo del Governo, Marcelo Caetano, e alcuni ministri si fossero rifugiati all'interno del Ministero dell'Esercito. Furono occupate posizioni strategiche intorno al ministero da parte di militari della Escola Pratica de Cavaleria di Santarem fronteggiati da quelli filo governativi della Escola di Lisbona.
 
f8.1 Cominciavano anche ad arrivare i traghetti dei pedolari provenienti da Almada, Barreiro, Montijo che giunti a destinazione si trovarono di fronte a uno spettacolo veramente inedito. La zona era occupata militarmente e chiusa al passaggio cosi' tutti furono costretti a ritornare dall'altra parte del fiume Tago verso le proprie case.
Di seguito riportiamo alcuni stralci del resoconto di quelle ore da parte di un giornalista del settimanale "Expresso" dove vengono descitti gli incontri tra forze rivoluzionarie e fedeli al governo fascista.
- Ore 08.45: Nei pressi del Terreiro do Paço staziona una colonna della Escola de Cavaleria di Lisbona comandata dal Brigadiere Reis ( 2° comandante della regione militare di Lisbona) coadiuvato dal Colonello Romeiras Junior e dal Maggiore Prato Anselmo. Le forze sono costituite da alcuni camions di soldati, due carri armati e batterie di obici da 95 mm. Tale colonna governativa e' fronteggiata dai militari di Santarem guidati dal Capitano Maia.
- Ore 08.55: Iniziano le trattative e le forze rivoluzionarie arrivano a 40 metri dai carri nemici, nei pressi della Piazza del Municipio.
- Ore 09.10: Il tenente del M.F.A. Correia Assunçao avanza verso i filo governativi nella Rua do Arsenal chiedendo di parlare con il Brigadiere Reis e riuscendovi dopo molti tentativi.
- Ore 09.20: Avanzando fin dentro le forze avversarie. il tenente tenta di convincerli alla resa argomentando il fatto che gia' vari ministri si erano arresi. Viene insultato e minacciato, contestandogli gli arresti dei ministri. Il Brigadiere ordina all'improvviso di aprire il fuoco contro i rivoltosi ma il suo ordine non viene eseguito.
- Ore 09.40: Il tenente Correia riesce finalmente a parlare direttamente con il brigadiere Reis il quale lo informa di aver ricevuto l'ordine di aprire il fuoco. Le posizioni appaiono inconcilianti e il tenente declina ogni responsabilita' su quello che potra' accadere dicendo di stare a svolgere una missione informativa per sapere che fine avevano fatto i Ministri e il Capo del Governo che non si erano ancora arresi. Il brigadiere Reis informa il portavoce dei rivoltosi, che i ministri erano fuggiti attraverso un buco della parete del Ministero della Marina.
- Ore 09.50: Mentre i ministri fuggono il Maggiore Anselmo muove i suoi carri armati minacciando di aprire il fuoco. Anche questa minaccia cade nel vuoto dando spazio a nuovi negoziati.
- Ore 09.55: I contendenti tornano alle loro postazioni mentre la zona e' invasa da migliaia di cittadini. I cannoni abbandonano le posizioni di tiro.
- Ore 10.00: Il Maggiore Anselmo si arrende e la maggioranza degli effettivi del Brigadiere Reis aderisce al M.F.A. che assume il controllo dell'intera area ministeriale. Nonostante questo il Ministro degli Interni, Moreiro Baptista e il Ministro della Difesa , Silva Cunha , riescono a fuggire in direzione dell'Estoril ma non importa ormai il pericolo di uno scontro armato e' definitivamente scampato.
A partire dalle 11.30 del giorno 25 Aprile la caserma della GNR nel Carmo diventa centro delle attenzione di tutto il Paese. Infatti lì si era rifugiato il Capo del Governo Marcelo Caetano ed alcuni membri del suo governo. All'arrivo delle truppe del Movimento rivoluzionario i militari della GNR chiudono le porte della caserma manifestando l'intenzione di opporre resistenza. Una multitudine di persone appoggia, incitando, l'azione delle forze militari.f8
Nel frattempo altri effettivi della forze del M.F.A. arrivano al Largo do Carmo provenienti dal Terreiro do Paço, dopo un cammino trionfante in mezzo alla popolazione festante in una impressionante manifestazione di appoggio ai militari.
Altre forze presente nel Terreiro do Paco si muovano intanto in direzione della Rua Antonio Maria Cardoso sede della Pide/Dgs (polizia segreta).
Arrivano nella zona del Largo do Carmo truppe filogovernative della GNR che prendono posizioni contro le forze rivoluzionarie.
Nei comunicati costantemente diffusi, il M.F.A. declamava il dominio della situazione in tutto il Paese con l'eccezione di piccoli focolai di resistenza a Lisbona.
Si dava a conoscenza che era stata dato un ultimatum di resa agli asserragliati all'interno della caserma del Largo do Carmo che sarebbe scaduto alle 17.00. Intanto si registravano i primi incidenti provocati della Pide dai quali risultavano alcuni feriti. Una compagnia mobile della PSP tenta di prendere posizione nel Chiado, a lato delle forze governative. Intanto il popolo dà libero sfogo alla sua allegria e entusiasmo nel Largo do Carmo e manifesta la sua impazienza per il ritardo della resa di Marcelo Caetano, mentre la confusione regna nelle file dei fedeli al regime.
Con il passare delle ore la situazione nel Largo do Carmo e nelle arterie piu vicine diventa sempre piu tesa.
Naturalmente la presenza dell'ex capo del Governo ha finito per diventare un'incoraggiamento in piu al tentativo di resistenza da parte della GNR.
In contrapartita le forze del Movimento vanno occupando posizione strategiche in strade ed edifici della città che danno accesso a quello Largo. In questa situazione di attesa si può vedere un grande distacamento della GNR nel Largo de Camoes e anche vicino al Teatro de Trindade. Passavano alcuni minuti delle 15.00 quando una raffica di mitragliatore colpisce i portoni e la facciata dell' edificio della GNR.
Era l'avviso per il ritardo della risposta al nuovo ultimatum inviato dal Movimento. Ma la capitolazione era vicina.
Per volta delle 16.00 arrivano al Largo do Carmo il dr.Feytor Pinto ex direttore dei servizi di informazione della Segretaria di Stato, insieme con il dr. Nino Tavora, attraverso i quali si cercano di definire i termini della capitolazione tra le forze assedianti del Movimento e Marcelo Caetano e il suo governo.
Infatti in mattinata i due avevano deciso di intercedere (su pressione del generale Spinola) presso Marcelo Caetano affinchè scrivesse una lettera di resa visto l'evolversi della situazione.
Posto a conoscenza della situazione, Marcelo Caetano decide di consegnare il potere nelle mani del Generale Spinola con la condizione che lo stesso non cadesse nelle mani del popolo.
Ricevuta la lettera i due emissari tornano dal Gen. Spinola, il quale in uno primo momento, non è disposto ad accettare il solo messaggio scritto. Nello stesso momento il Generale riceve la telefonata del Capo del Governo e accetta di raggiungerlo nella caserma del Largo do Carmo per ricevere le dimissioni. Il generale comunica subito questa notizia ai capi del MFA.
Alle 17.30 circa, un esteso comunicato dava nuovi particolari circa lo sviluppo degli avvenimenti.
 
"Il M.F.A. informa la Nazione che si è riusciti a forzare l'entrata del Quartier-Generale della G.N.R. no Carmo dove si incontrava l'ex Presidente del Consiglio e gli altri membri del deposto Governo; gli altri membri del Governo rifugiati nella caserma del Reggimento 2° Lanceiros, si è arreso al MFA.Tutto questo senza che ci sia stato bisogno dell'uso della forza. La quasi totalità della G.N.R. incluso il suo comando, e la maggioranza degli effettivi della P.S.P. si sono arresi alle F.A.
Il M.F.A. ringrazia la popolazione civile di tutto l'appoggio e simpatia dimostrati e insistendo nel mantenere vivo e alto il senso civico, sollecita di mantenersi nelle proprie case durante la notte con la finalità di non perturbare il consolidamento delle operazioni in corso, prevedendo per domani il ripristino delle normali attività.
VIVA PORTUGAL
 
f2.jpg (28219 byte)Alle 18.00 il capitano Maia comunica alla popolazione che presidiava il Largo do Carmo la resa del Governo ricevendo una grande ovazione di felicità. I militari si trovarono in grossa difficoltà nel contenere l'entusiasmo popolare. Si continuava intanto a negoziare all'interno della caserma tra il Generale Spinola e l'ex Capo del Governo Marcelo Caetano. Nuovamente il Capitano Maia garantisce alla populazione che il Movimento attua in nome della libertà e che non si sarà giustizia sommaria.
Finalmente alle 19.30 al grido di "assassini", M. Caetano ed altre individualità governative lasciano la caserma del Carmo in un carro blindato.
 
Nello stesso momento si diffonde il 10° comunicato del Movimento.
"Continuando a mantener fede al suo compito di mantenere il Paese al corrente degli evente in corso, il M.F.A. informa che si è concretizata la caduta del Governo avendo sua eccelenza il Presidente del Consiglio Marcelo Caetano ha presentato la resa incondizionata nelle mani di sua eccelenza il Generale Antonio de Spinola.
Sua eccellenza l'ammiraglio Americo Thomaz e alcuni ex ministri si incontrano rifugiati in due caserme militari che sono circondate dalle forze del M.F.A. e si attende al più presto la loro resa.
Il M.F.A. ringrazia tutta la popolazione per il civismo e la collaborazione dimostrati in maniera non equivoca fin dall'inizio delle operazioni, a dimostrazione che tutto questo é l'interpretazione dei pensieri e della volontà nazionali.
Continuando a raccomandare la massima calma e la stretta osservanza delle indicazioni trasmesse."
 
Alla fine del pomeriggio l'Ammiraglio Americo de Thomaz (presidente della repubblica) che si incontrava nella sua residenza nella Rua Almirante Saldanha al Restelo, cominciò ad essere contattato telefonicamente in vista della sua partenza per lo esilio. Per tutta la città si ripetevano nella euforia generale, manifestazioni d'appoggio alle Forze Armate in quanto veniva data conoscenza attraverso un nuovo comunicato, della costituizione di una Giunta de Salvaçao Nacional.
 
" Considerando che alla fine di quasi 13 anni di guerra nelle terre di oltremare, il sistema politico vigente non e' riuscito a definire, concretamente e obiettivamente, una politica che conducesse alla pace i portoghesi di tutte le razze e credenze;

considerando il crescente clima di totale allontanamento dei portoghesi in relazione alle responsabilita' politiche che gli spettano come cittadini per uno sviluppo della tutela dei propri diritti e doveri;considerando la necessita' di sanare le istituzioni eliminando dal nostro sistema di vita tutti gli abusi di potere legalizzati;considerando che il desiderio delle Forze Armate è la difesa del Paese, così come la libertà civica dei propri abitanti;il M.F.A. stà compiendo la più importante missione civica degli ultimi anni della nostra storia e proclama alla Nazione la sua intenzione di attuare fino alla sua completa realizzazione un programma di salvamento del Paese e di restituzione al Popolo portoghese delle libertà di cui è stato privato.

Con questo intento consegna il governo del Paese ad un Junta de Salvaçao Nacional, dalla quale esige, in accordo con le lineee generali del programma del M.F.A. , che attraverso gli organi d'informazione sia dato conoscenza alla Nazione, nel minor tempo possibile ed in conformita' al necessario adeguamento delle strutture statali, la convocazione di elezioni generali per la costituzione di una Assemblea Nazionale Costituente i cui poteri basandosi sui principi di rappresentabilita' e liberta' delle elezioni, permetteranno al Paese di scegliere liberamente la sua forma di vita sociale e politica. Certi che la Nazione è con Noi e che rispetto a questi obiettivi accetterà di buon grado il governo militare che governerà in questa fase di transizione, il M.F.A. appella alla calma e civismo di tutti i portoghesi e si aspetta dal Paese adesione ai poteri istituiti per il proprio beneficio. Sappiamo in questo modo di onorare il passato nel rispetto dei compromessi assunti di fronte al Paese e per Questo di fronte a terzi".

 
 
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Circa alle 21.00 la moltitudine si dirigeva adesso verso la sede della Pide/DGS (polizia segreta). Cecchini di questa ex polizia sparavano allora contro i manifestanti causando quattro morti e decine di feriti.
Ambulanze di varie corporazioni si dirigono verso quella zona.
Le Forze militari annunciano l'intenzione di circondare la sede della PIDE chiedendo alla popolazione di mantenere la calma. Un agente di questa polizia che tentava di fuggire viene ucciso dai militari. La DGS resiste anche nella prigione di Caxias ma si annuncia allo stesso tempo che la PSP ha aderito completamente al Movimento.
 
 
 
Alle 01.26 del 26 Aprile il Gen. Spinola presidente della Junta de Salvaçao Nacional, legge davanti alle telecamere della TV la proclamazione del MFA.

 

" In obbedienza al mandato fornitomi dalle Forze Armate dopo il trionfo in atto da parte del M.F.A., per la sopravvivenza nazionale e per il bene della Nazione, la Junta de Salvaçao Nacional che presiedo e costituita con l'imperativo compito di assicurare l'ordine e dirigere la Nazione per la definizione ed attuazione dei veri obiettivi nazionali, assume davanti alla stessa il compromesso di:
- garantire la libertà di espressione e pensiero
- astenersi da qualsiasi attitudine politica che possa condizionare la libertà nelle elezioni, combattendo qualsiasi influenza esterna
- definire le linee essenziali per l'attuazione di tali fini seguendo le norme elementari della morale e giustizia, assicurando ad ogni cittadino i diritti fondamentali definiti nelle dichiarazioni universali, facendo rispettare la pace civica e limitando l'esercizio della autorità per la garanzia delle libertà dei cittadini
- rispettare i compromessi internazionali decorrenti nei trattati
- dinamizzare il proprio compito di modo che, nel minor tempo possibile, il Paese possa governarsi per le istituzioni scelte di propria volontà
- devolvere il potere alle istituzioni costituzionali subito dopo che il Presidente della Repubblica entri nell'esercizio delle proprie funzioni".
 
Il Paese viene così a conoscenza di tutti gli elementi che costituiscono la Junta.
Ma ormai tutte le attenzioni sono rivolte verso la sede della PIDE /DGS che all'inizio non era considerato dal MFA un obiettivo prioritario.
Secondo dichiarazioni di vari ufficiali che presero parte agli importanti avvenimenti, altri obiettivi erano stati considerati primari anche se era opinione comune che la " sinistra" e famosa PIDE avesse le ore contate dal momento che era iniziata l'opera di liberazione.
f3.jpg (35315 byte)La sua disattivazione era una realtà urgente; infatti così come la censura agli organi d'informazioni, la PIDE era stato uno dei grandi se non il maggiore pilastro del regime fascista. Per questo l'odiata polizia politica a partire dalle 13.00 del giorno 25, divenne uno dei principali palchi dell'azione rivoluzionaria anche perchè per la popolazione di Lisbona (principale palco degli avvenimenti del Movimento del 25) la PIDE era realmente un obiettivo prioritario.
Cosciente attraverso i comunicati della Radio, di quello che stava succedendo, la popolazione già nelle prime ore del 25 si diresse verso la Rua Antonio Maria Cardoso (sede della PIDE) e divenne centro delle attenzioni generali. Intanto durante le stesse prime ore del giorno, uno dei primi comunicati emessi dal posto di Comando delle F.A. lanciava un appello alla resa di tutte le forze di polizia. Ora nel giorno 25, gli agenti della PIDE non resistettero alle Forze Armate (per lo meno inizialmente) ma si accanirono ancora una volta contro la popolazione provocando uno spargimento di sangue nell'attaccare criminosamente le persone che cominciavano a riunirsi vicino al loro quartier-generale.
All'inizio del pomeriggio si sentirono i primi spari nella Rua Antonio Maria Cardoso. Era l'inizio della maggiore resistenza fascista all'azione rivoluzionaria nella sua forma più repressiva e crudele, ossia per mano di quei agenti della polizia politica che il regime fondò e dai quali trasse la sua forza. Dopo la resa del primo ministro del governo fascista, centinaia di manifestanti si diressero verso il Terreiro do Paço, festeggiando il MFA e la caduta de un regime che aveva torturato il Paese durante 48 anni.
Torturare il Paese, cioè tutti i patrioti che durante cinque decade avevano lottato per la liberazione nazionale, era il compito principale della PIDE.
Fu quando terminò questa manifestazione di intensa partecipazione popolare, che i cittadini, già uomini liberi, cominciarono a convergere nelle vicinanze della sede della polizia politica.
Già dalla fine del pomeriggio la popolazione esigeva l'assalto alla PIDE. Più di un migliaio di persone riempirono la zona, quando il celebre edificio già si trovava circondato dalle F.A.
Intorno alle 20.00 colpi di mitragliatrice furono esplosi dalla finestra del palazzo. Secondi i relatori e giornalisti presenti, la popolazione non si rese conto subito di quello che stava succedendo, pensava fossero colpi sparati in aria così come era successo in altri posti. Purtroppo però non era così, rimanendo in terra quattro corpi, le ultime vittime della repressione.
Intanto quasi 200 persone erano trasportate all'ospedale essendo state anch'esse colpite dagli agenti asserragliati.
La notizia delle uccisioni da parte degli agenti della tortura e della repressione arrivò subito al posto di Comando della F.A..
La popolazione, che intanto tornava ad avvicinarsi all'edificio e gridava, adesso ancora di più insistenza e furia la sua volontà di dare l'assalto finale. Grida di "morte alla PIDE" e "assassini" si moltiplicavano.
Poco dopo le 21.00, la Radio Clube Portugues, informava il Paese di quello che stava succedendo nella Rua A.M.Cardoso e allo stesso tempo annunciava che le forze militari erano in cammino per risolvere la situazione. Comunque al momento solo 30 militari si incontravano vicino all'edificio, numero insufficiente per controllare quello che era l'ultimo sanguinario colpo di coda della polizia politica.
Poco acclamato dalla popolazione che continuava a gridare "vendichiamo i camerati morti" uno squadrone del 3° Cavalleria (di Estremoz) marciava a due colonne con due carri armati prendendo posizione nelle vie di accesso al Quartier-Generale della PIDE e puntando le armi verso l'edificio.
La popolazione insisteva con le F.A. affinchè assaltassero l'edificio.
Intanto fedeli alle loro determinazione di evitare a tutti i costi spargimenti di sangue (tanto più che centinaia di persone si concentravano nelle vicinanze) gli ufficiali si limitarono a controllare attentamente lo sviluppo degli eventi.
Alle 22.00 un agente uscì dal palazzo con le mani alzate, dirigendosi verso i soldati che lo perquisirono appropriandosi delle armi che portava. Ma la popolazione circondò lo spaventato "pide" che tentò di fuggire, correndo. Fu abbattuto da una pallottola sparata da un uomo della colonna militare.
Alcuni minuti più tardi altri tre agenti uscirono con le mani alzate e furono subito presi e protetti dalla furia della moltitudine che desiderosa di giustiziare i "pides" con le proprie mani.
Furono condotti al Governo Civil. Cosi si arresero i primi pides ma ancora centinaia erano presenti nell'edificio.
L'accerchiamento durò tutta la notte. Non si tornarono a sentire spari, la popolazione non indietreggiò, intransigente (nonostante l'appello delle F.A. per il ritiro dei civili da quella zona), nel suo proposito, per tanti anni represso, di assistere alla capitolazione della PIDE.
Secondo alcuni testimoni, alcuni agenti riuscirono a fuggire per un'uscita laterale che in quel momento non era vigilata. Nonostante (o esattamente per questo) l'immobilismo delle forze che li circondavano e il silenzio dei pides, il nervosismo andò aumentando. Intanto erano arrivati rinforzi con due carri blindati.
Durante tutta la notte, nelle vicinanze della Rua A.M. Cardoso, circa una quindicina di agenti fu imprigionata .
Finalmente alle 08.30 del 26 un ispettore della PIDE si affacciò a una finestra dell' edificio. Un elemento delle F.A. si avvicinò. Dopo un breve dialogo durante il quale , secondo i relatori, l'ispettore tentò ancora di eludere la resa degli occupanti ma la resa cominciò. Una delegazione di due ispettori chiese di parlare con il comandante delle forze armate.
Alle 09.30 il Maggiore Campos Andrade entrava nella caserma della PIDE. Questo stesso ufficiale dichiarava più tardi l'intenzione di volere arrestare i responsabili dell'assassinio dei quattro civili uccisi il giorno prima.f9
All'interno dell'edificio, poco dopo occupato interamente delle forze militari, i pides furono disarmati i arrestati. Seguì poi una accurata perquisizione in quello che due ufficiali definirano il "sinistro labirinto". Infatti quello che fu scoperto fu incredibile e nei giorni seguenti i militari non ebbero la completa certezza di avere incontrato tutto.  Un formidabile arsenale bellico, costituito da armi di recente fabbricazione fu scoperto in diverse sale. Diversi giorni dopo altre armi furono scoperte, e furono scoperti gli archivi completissimi sopra la vita di quasi tutti i cittadini portoghesi. Si era arrivati a pensare che durante tutta la notte di resistenza passiva le gaurdie della Pide avessero avuto il tempo di bruciare gli archivi ma felicemente questo non successe e quegli archivi rimasero nelle mani delle F.A.
Quello che si scoprì costituì certamente la più valiosa e terribile testimonianza delle cinque decade di dominazione fascista sopra il popolo portoghese.

f10 BIBLIOGRAFIA

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