collettivo autonomo territoriale

Contro l'alleanza politica tra governo, padroni e sindacati di stato, rilanciamo la lotta, autorganizziamoci dal basso!!!

 

In questi anni padroni e governi di centro sinistra sono stati uniti in un fronte comune capace di far interagire l'ipocrisia del riformismo cattolico e socialdemocratico con il viscido opportunismo della Confindustria.
Questa putrida e nauseante miscela causa danni soprattutto a chi è ormai incapace di contrapporsi, con la lotta, ai mafiosi istituzionalizzati che, in ogni modo, speculano e si arricchiscono sulla pelle di milioni di proletari/e.
L'operato di CGIL, CISL e UIL assolutamente antiproletario e schiavo delle logiche di mercato, esprime l'incapacità di difendere i bisogni di chi continua a patire le conseguenze di privatizzazioni selvagge e della sistematica precarizzazione dei rapporti lavorativi.
Dunque anche i sindacati di stato devono essere considerati responsabili della politica classista che D'Alema e il suo predecessore Prodi hanno utilizzato contro lavoratori, precari, disoccupati, studenti e pensionati, sbandierando ai quattro venti la validità di un operato poco attento agli schieramenti ideologici e più sensibile alle leggi imposte dal mercato.
Tutto ciò è ovviamente coerente con la scelta di svendere l'Enel agli interessi privati.
Poco importa a D'Alema, padroni e sindacati confederali se le garanzie e i diritti dei lavoratori saranno messe in discussione dal ricco ed influente imprenditore di turno.
Ancora meno importerà a questa "triade dialogante" ascoltare le posizioni di chi vive sulla propria pelle le contraddizioni di un sistema che fa solo gli interessi di imprese e padronato.
Ciò che risulta più grave però è che mentre l'ultima privatizzazione imposta dal mercato distrugge L'Enel e Veltroni si vergogna per essersi definito comunista (stai tranquillo Walter sappiamo che non lo sei mai stato!!!) i proletari non riescono più ad organizzarsi partendo solo dai propri bisogni, senza quindi preoccuparsi che le loro posizioni siano in rotta di collisione con le direttive imposte dalle segreterie di qualche sindacato.
Non è facile mettere in discussione le logiche che ormai da anni regolano la concertazione e soffocano la coscienza critica di lavoratori e precari.
E' necessario però uscire da questi schemi, non dialogare con queste istituzioni e costruire l'alternativa politica capace di rendere insignificanti i verticismi e le gerarchie che c'impone il sistema.
Quindi mentre governo di centro-sinistra e sindacati confederali sono vergognosamente schierati sulle posizioni di Fossa e dei suoi "picciotti" la risposta dei lavoratori e dei precari deve essere una sola: autorganizzazione di classe fuori e contro ogni logica sterile e rinunciataria di riformisti e politicanti di palazzo.

 

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