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In lista si parlava del fatto che viene somministrato ai bambini Prozac e Ritolin...

A WROTE:

"La maggior parte dei bambini, e bambine, vengono "drogati" con prozac e ritolin. Tra il 1991 e il 1995 il numero di bambini (che frequentano soprattutto l'asilo, quindi dai 2 ai 4 anni) che sono stati diagnosticati con problemi riguardanti l'attenzione e iperattivita' (ADHD) e' pressoche' raddoppiata. Questo si potrebbe spiegare del fatto che il mercato degli adulti e' ormai saturo, e le multi farmaceutiche vidono nei bembini nuovi profitti. Questo avenne nel 1997 quando la casa di produzione di questa famosa pillola cerco' di brevettarne una al sapore di arancia per poter avere come target proprio i bambin*. In quel anno c'erano 400.000 persone al di sotto dei 18anni che venivano trattati con questo farmaco antidepressivo (che ha come controinducazione il suicidio!)."

A me questa notizia mi ha letteralmente scioccata. In realta' si sta negando ai bambin* di essere tali, diagnoticandoli iperattivi, depressi. Anche nei teenager e' spesso somministrato questo farmaco per motivi come farsi una canna, andare male a scuola, lamentarsi che i propri genitori sono troppo severi... In america stanno creando generazioni di vegetali, e ci soprendiamo quando vediamo le scene di patriottismi infantile, di commenti riguardanti la guerra da idioti..stanno tutt* stupid* da droghe legalizzate!!!!!!

B WROTE:

Conseguentemente ci sarebbe da fare una riflessione sulla induzione di stati alterati attraverso l'immisione di sostanze chimico/farmaceutiche (ma anche le altre) e quanto questo non vada dritto dritto, nel sentiero tracciato dall'autorità, verso una massa anestetizzata, o verso un mercato delle sensazioni Che queste sostanze siano legali o meno non ci interessa piu' di tanto, il problema credo invece sia: "mi prendo "X" e sto bene!, voglio bene a tutti, sono content* etc." (o altro) Ma che valore ha questa sensazione di benessere, ol agitazione, o paranoia indotta, anzi, perlopiu' comprata? Ad osservarla da fuori mi pare abbia lo stesso sapore che puo' avere il sesso a pagamento, che a occhio e croce non deve essere esaltante. Tralascio il non piccolo particolare della distruzioni di cellule cerebrali, quelle sopravvissute alla Playstation, che si accompagnano all'utilizzo delle sostanze che producono stati di coscienza alterati (quindi dai legali e pubblicizzati farmaci e alcolici alle droghe leggere, sintetiche, pesanti etc.)

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IO WROTE...

Psichedelia e droghe esistono nella nostra sottocultura come elementi contaminati di ritualita', bisogni e desideri, business e controllo sociale. In questo calderone e' opportuno provare a ricentrare alcuni aspetti e perche' no stravolgerne le dosi... E' vero che l'approccio alle droghe e' quanto di piu' soggettivo esista ma e' anche un aspetto che trasversalmente attraversa la quotidianita' nei nostri quartieri, nelle nostre vite. E' probabilmente saggio cercare nell'uso delle sostanze un altro punto di vista sulla realta' tale da accrescere la nostra esperienza. E' probabilmente saggio cercare stimoli nelle sostanze per aprirsi la strada a riflessioni e ad un sentire altro, sociale, condiviso, con se stessi ed eventualmente con gli altri. Non e' certamente utile ne' tantomeno saggio sostituire il mezzo con il fine. Peggio che mai delegare per intero alle droghe il ruolo di socializzante-intrattenente (in senso di entertainment). Non si puo' lasciare che il prezzo pagato assumendo sostanze, cioe' i svariati neuroni bruciacchiati che non torneranno mai piu', non ci dia nulla in cambio se non una sorta di abitudine a stare bene, comodamente "fatti" in un viaggio preconfezionato, vissuto dalle sostanze al posto nostro. Questo sarebbe un po' come andare a fare una vacanza valtur. Questo e' un po' come fare il turista e non il viaggiatore. E per di piu' se non ci alleniamo ad aumentare da soli le nostre capacita' sensoriali chi puo' farlo per noi? Alla luce di queste affermazioni proviamo a ridisegnare il concetto di uso e abuso. Stravolgendo il senso dalla quantita' alla qualita'. Provocatoriamente diciamo che l'abuso che abbiamo spesso difeso in nome della psichedelia e della ricerca sugli stati alterati di coscienza deve essere puramente qualitativo. Ben diverso dall'uso e dall'abuso di sostanze tagliate, sintetizzate, commerciate e spacciate come bruscolini nelle realta' sociali delle sottoculture giovanili. Qualche anno fa ci piaceva dire che prendere delle sostanze non e' proprio come andare a comprare il giornale la mattina... Inoltre ci siamo un po' stufati di mafie senza scrupoli che si arricchiscono sulle spalle di incauti psiconauti del sabato sera. Diffidiamo da chi specula avidamente in barba ai principi dell'autoproduzione e dell'autogestione sfruttando sforzi in direzione riot per... commerciare. Troppo easy! La psichedelia e la socialita' non sono in vendita! Qualcuno si ricordera' che un tempo ai rave (eh eh i primi vecchi rave con voce da trombone che come al solito dice che prima era meglio...ma mi sa che stavolta e' vero...) le sostanze erano molto piu' liberate (nei limiti del possibile) dallo spettro del commercio e questo rendeva tutto molto meno aberrante anche dal punto di vista dell'esperienza psichedelica! Certo ci si puo' accontentare dell'adesso, come ci si accontenta di mangiare una scatoletta di fagioli transgenici, ma almeno salviamo il piglio critico di chi, come noi, questa societa' odiosa rifiuta e odia. Riappropriamoci della qualita' delle nostre esperienze (ottima l'idea in tal proposito di coltivarsi erba in casa). Non me la sento di condannare l'abuso inteso come qualita' delle sostanze e delle esperienze ne' tantomeno di difenderne l'uso, santocielo intoccabile la liberta' individuale di far di se cio' che si preferisce... Non mi interessa certo mettere limiti o etichette a comportamenti che fanno parte della nostra realta', ma tracciare una riflessione sul panorama "droga", dove diventa necessario separare il piu' possibile cultura/qualita' da business/controllo sociale e... bruciature celebrali. Non dimentichiamo inoltre che le vere droghe piu' pericolose sono DS, FI, AN, Gdf, Ps, Cc, CIGL, CISL, Uil,VU... etc... fuori lo stato dalle nostre vene! Riflettiamo...


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