combatti microsoft



Presente e futuro della società dell’informazione

29 giugno 1998 - Riflessioni Trappola nel Cyberspazio

di Roberto Di Cosmo


Durante le vacanze di Natale, sono rimasto colpito una volta di più dall’
infatuazione crescente dei media per quest’oscuro oggetto del desiderio che
si nasconde dietro i termini "calcolatore", "multimedia", "Web", "Internet"
e loro derivati.


A credere a questi media ed ad un buon numero di esperti improvvisati, non
ci si può ritenere cittadini a pieno titolo senza possedere il materiale
informatico nuovo fiammante (e per niente economico) che permette di
accedere al paradiso incantato del "cyberspazio".

Difficile poi non notare lo strano ed onnipresente amalgama che ci spinge a
pensare che il solo tipo di calcolatore esistente sia il PC, a condizione,
beninteso, che sia equipaggiato di un processore Intel, e che su questo PC
ci sia un solo programma indispensabile, Windows prodotto da Microsoft [+].

È ancora più sorprendente che questo fenomeno di servilismo intellettuale di
fronte ai due giganti americani giunga al massimo proprio nel momento in cui
gli Stati Uniti sembrano svegliarsi dal lungo sonno che ha permesso a questi
giganti di conquistarsi una posizione di monopolio praticamente assoluto
distruggendo sul loro cammino un numero impressionante di imprese i cui
prodotti erano di qualità ben superiore (tutto questo è ben documentato in
numerose opere disponibili negli USA che non sono stati, per quanto è a mia
conoscenza, tradotti in francese, come [1, 2, 3]). Penso ad esempio alla
campagna lanciata da Ralph Nader (ben noto difensore dei consumatori che è
riuscito a fare ritirare dal commercio una vettura non sicura prodotta dalla
General Motors) ed al processo intrapreso dal DoJ (Department of Justice,
una istituzione federale) e tuttora in corso contro Microsoft. Penso
soprattutto alla sorprendente reazione del pubblico americano ai sondaggi su
Internet: una schiacciante maggioranza sostiene il DoJ, e ciò benché il
sondaggio sia stato realizzato da aziende come la CNN che nei loro articoli
sono risolutamente pro-Microsoft (sondaggi della CNN [4], e anche di Zdnet
[5], che ha bloccato arbitrariamente il sondaggio ad una certa data e non l’
ha reso pubblico che in seguito a numerose lettere di protesta). Il nostro
pubblico, invece, è ben lontano dal risveglio: cullato dalla voce suadente
del conformismo ambiente, si addormenta sempre più profondamente tra le
braccia di Microsoft. Sogna di un mondo felice in cui un grande filantropo
distribuisce a tutti gli studenti di Francia e del mondo intero copie
gratuite di Windows 95, con il solo scopo di aiutarli a recuperare il loro
ritardo tecnologico; sorride pensando agli schermi blu pieni di messaggi
rassicuranti che spiegano come un programma abbia provocato l’eccezione tale
nel modulo talaltro, non per un errore di Windows, ben inteso, ma per colpa
del programma; dorme felice senza domandarsi come mai un calcolatore ben più
potente di quello che è servito ad inviare degli uomini sulla luna, ed a
riportarli indietro vivi, non sia in grado di trattare correttamente un
documento di un centinaio di pagine quando questo è impaginato con quel
Microsoft Office che ha fatto la gioia di tutti i nostri commentatori.

Armadi a cassetti e lavaggio dei cervelli

Ho avuto parecchie occasioni di toccare con mano la profondità di questo
sonno ipnotico, ma la più esilarante è certamente quella che si è presentata
durante un viaggio in Pendolino qualche tempo fa. I computer portatili
(questi embrioni di computer che costano quanto una piccola utilitaria, che
si possono trasportare in una valigetta e che servono soprattutto a giocare
al Solitario) proliferano ormai pressappoco quanto i telefoni cellulari,
soprattutto su treni ed aerei. Ebbene, durante uno dei miei viaggi mi sono
ritrovato a fianco di un gentilissimo signore, giovane e dinamico
funzionario d’impresa, che si apprestava ad eseguire sulla sua macchina il
famigerato (vedremo presto perché) programma DeFrag. Questo programma mostra
una bella matrice riempita di piccoli quadrati di tanti colori che si
muovono in tutte le direzioni mentre il disco lavora intensamente e
rumorosamente.

Non ho potuto resistere alla tentazione (questo signore non me ne vorrà
troppo, spero, se si riconosce in questo articolo): dopo essermi
complimentato per il suo bel portatile, gli ho chiesto, fingendo la più
grande ignoranza, che cosa fosse quel bellissimo programma che io non avevo
sul mio portatile. Con un’aria di superiorità mista a compassione ("il
poveretto non ha il mio superbo programma") mi ha risposto che si trattava
di uno strumento essenziale che bisogna lanciare di tanto in tanto per "fare
andare la macchina più veloce", "deframmentando il disco". Ha proseguito
ripetendomi a memoria gli argomenti che si ritrovano nei manuali Windows:
più si utilizza il disco, più questo si "frammenta", e più il disco è
frammentato più la macchina è lenta, ed è per questo motivo che egli fa
coscienziosamente girare DeFrag ogni volta che può.

A questo punto ho tirato fuori il mio computer portatile, che non utilizza
Windows ma GNU/Linux (una versione libera gratuita e molto efficace di Unix
sviluppata grazie agli sforzi congiunti di migliaia di persone su Internet),
e gli ho detto, con un’aria molto stupita, che tutto quello che mi aveva
detto mi sorprendeva enormemente: sul mio portatile il disco è molto poco
frammentato e più si utilizza, meno si frammenta. Il nostro funzionario, un
po’ meno a suo agio, ha ribattuto che il suo portatile utilizzava l’ultima
versione di Windows 95, prodotto dalla più grande azienda di software al
mondo, e che dovevo ben sbagliarmi da qualche parte. A questo punto, ho
cercato di fargli dimenticare per un istante la propaganda che l’aveva
intossicato fino ad allora spiegandogli semplicemente il problema della
deframmentazione: quello che segue è un breve riassunto di una piacevole
conversazione che è durata una buona mezzora. Voi sapete probabilmente che i
vostri dati sono conservati in archivi, ormai universalmente chiamati
"file", memorizzati sul disco rigido del calcolatore. Questo disco rigido è
come un gigantesco armadio a cassetti: ogni cassetto ha la stessa capienza
(di solito 512 byte[+]) e ciascun disco contiene, ai giorni nostri, alcuni
milioni di cassetti. Se i dati che vi interessano sono sistemati in cassetti
contigui, vi si può accedere più rapidamente che se sono sparpagliati (si
dice allora frammentati) un po’ dappertutto all’interno dell’armadio. Non c’
è nulla di strano, in questo, ci succede ogni giorno quando dobbiamo trovare
un paio di calzini: si fa prima se sono tutti e due nello stesso cassetto.
Siamo dunque d’accordo che è meglio un armadio ben ordinato che un armadio
nel caos. Adesso il problema è di sapere come fare per mantenere l’armadio
ben ordinato quando lo utilizziamo. Immaginiamo un ministero che conserva i
suoi dossiers in un enorme armadio con milioni di cassetti: per le stesse
ragioni che si dicevano prima, sarà meglio che i documenti riguardanti uno
stesso dossier si trovino, per quanto possibile, ordinati in cassetti
contigui. Ora voi dovete assumere una segretaria e vi si presentano due
candidate dalle abitudini molto diverse fra loro: la prima, quando un
dossier va eliminato si limita a vuotare i cassetti, e quando un nuovo
dossier arriva lo separa in piccoli fascicoli della misura di un cassetto e
sistema ogni fascicolo a caso nel primo cassetto vuoto che trova nell’
armadio. Quando le fate notare che così è molto difficile ritrovare subito
tutti i documenti di uno stesso dossier, risponde che in effetti lei prevede
di ingaggiare una dozzina di ragazzi che ogni fine settimana vengano per
rimettere tutto in ordine. La seconda segretaria, invece, conserva sulla sua
scrivania una lista dei cassetti vuoti contigui, e aggiorna la lista tutte
le volte che una pratica viene chiusa e viene tolta dai cassetti; quando un
nuovo dossier arriva, cerca nella sua lista una serie di cassetti vuoti
contigui di capacità sufficiente ed è lì che mette il nuovo dossier. Cosí
facendo, anche se c’è molto movimento, l’armadio rimarrà sempre ben
ordinato. Non c’è dubbio che è la seconda segretaria che bisogna assumere, e
il nostro giovane funzionario fin qui è d’accordissimo. A quel punto, fu
facile fargli osservare che Windows 95 si comportava come la prima
segretaria, ed aveva bisogno dei ragazzi che riordinano l’armadio (il
programma DeFrag), mentre GNU/Linux, comportandosi come la segretaria brava,
non ne aveva alcun bisogno. All’arrivo in stazione, il nostro gentile
signore non era per niente contento: gli avevano insegnato che DeFrag "fa
andare più veloce la macchina", mentre avevamo visto insieme che è piuttosto
Windows che la rallenta!

In effetti, il problema della gestione efficace dei dischi è molto vecchio
ed è da tempo che si sa bene come trattarlo (la prova è che Unix è molto più
vecchio di Microsoft, ed ha la buona segretaria dal 1984!). E c’è ben peggio
di DeFrag: purtroppo non c’è tempo per raccontarvi qui tutti gli aneddoti
che lo riguardano, ma il programma ScanDisk, che è fatto per "riparare" i
dischi, vi propone scelte incomprensibili il cui risultato è, troppo spesso,
la distruzione pura e semplice della struttura del file system, mentre,
prima del suo passaggio, i dati erano ancora recuperabili. Non soltanto
questo è impossibile sotto Unix, a meno di prendere il disco a martellate,
ma le tecniche corrette di gestione vengono insegnate nei corsi di base di
informatica in università da più di un decennio. La semplice esistenza di un
programma come DeFrag o peggio, i misfatti di ScanDisk in Window 95
dovrebbero essere sufficienti a ogni responsabile informatico intelligente
per radiare Microsoft dalla lista dei suoi fornitori. E tuttavia, prova dell
’efficacia del lavaggio dei cervelli, e della profondità del sonno nel quale
siamo sprofondati, si è, al contrario, pronti in Francia a trasferire tutto
il sistema informatico bancario su prodotti Microsoft ed a scegliere tali
prodotti per l’educazione dei nostri figli.

Il fatto è che la potenza della macchina commerciale di certe aziende riesce
a realizzare una tale distorsione della realtà che si arriva a credere
fermamente che gli errori più gravi di certi programmi sono al contrario
delle qualità indispensabili (d’altronde, nel mondo informatico è da tempo
che si impiega a tale proposito il detto "It’s not a bug, it’s a feature!"
("Non è un errore, è una funzionalità")). Ma è anche vero che gli
specialisti che hanno le conoscenze necessarie per svelare tutti questi
imbrogli e mettere in evidenza gli errori, i pericoli, le manipolazioni,
senza rischiare di essere presi per competitori sconfitti e stizzosi, hanno
taciuto per troppo tempo. Siamo in presenza di un fenomeno assai bizzarro:
da una parte, nessuno scienziato serio ha voglia oggi di pubblicare un
articolo sulla cosiddetta stampa informatica professionale per paura che la
sua reputazione ne venga intaccata per essersi mischiato con dei ciarlatani.
Dall’altra, senza l’appoggio di scienziati seri, la stampa informatica è
diventata, grazie al supporto pubblicitario, un’eco ben poco edificante dei
costruttori, dunque ancora più ciarlatana, e dunque ancor meno frequentabile
per degli esperti seri.

La tassa sull’informazione

Ma il monopolio WinTel (da Windows+Intel, termine ricorrente sulla stampa
americana) che si appresta a costituirsi in Francia e nel mondo intero ha
tali obiettivi, non solo economici, che non ci si può più permettere di
tacere, sotto nessun pretesto. Non si tratta soltanto di accettare di vivere
con della cattiva tecnologia ignorando che si potrebbe avere molto di
meglio: questo è già accaduto altre volte, per esempio con il VHS che ha
ucciso Video 2000 e Betamax, che erano standard ben migliori[+]. Si tratta
qui dell’accettazione supina da parte dei governi europei di una vera e
propria tassa sull’informazione a beneficio esclusivo del monopolio
Microsoft-Intel. Sono sicuro che coloro tra voi che hanno qualche conoscenza
di economia vedono già dove voglio arrivare: questo monopolio è riuscito da
molti anni a prelevare una vera tassa monopolista, cioè sfrutta la
possibilità per chi detiene un monopolio di vendere a prezzi gonfiati
esercitando così un vero e proprio racket sui consumatori, costretti a
comperare da lui. Ancora più grave è il fatto che la cifra astronomica che
questa tassa rappresenta esce dallo spazio europeo pressocché a nostra
insaputa e non soltanto non produce qui alcuna ricchezza, ma al contrario ne
distrugge. (vedere, per esempio, [6] e [7]). Ma vediamo adesso in dettaglio
como si consolida ogni giorno di più questo monopolio, senza dimenticare i
rischi non direttamente economici che fa correre alla nostra vita di ogni
giorno. Nel caso dell’informatica, le possibilità offerte alle imprese senza
scrupoli sono particolarmente impressionanti. Cercheremo di comprenderle,
cominciando innanzitutto da ciò che non si traduce necessariamente in
comportamenti scorretti o illegali.

Le specificità del software

Per cominciare a capire perché si paga una tassa occulta ogni volta che si
acquista un PC[+] o dei programmi Windows, bisogna innanzitutto
familiarizzarsi con una caratteristica che distingue l’informatica da ogni
altro campo tecnologico: il costo della duplicazione dei prodotti. Una volta
che un programma è stato realizzato, il che può costare anche molto caro, lo
si può duplicare su un CD-Rom per pochi soldi o trasmetterlo per mezzo della
rete ad un costo che non cessa di diminuire e questo in modo totalmente
indipendente dalla qualità e dal costo di produzione della prima copia.

I soli componenti il cui costo non è infinitesimale sono quelli che vengono
chiamati il "supporto": le migliaia di pagine del manuale di carta, le
dozzine di dischetti necessari per installare il programma quando non si
dispone di lettore di CD-Rom. Ma gli editori di programmi, che hanno tutto l
’interesse a far scomparire questo costo fisso, non hanno tardato a porvi
rimedio: vi accorgerete che i PC che si vendono al supermercato sono
corredati di software ma praticamente da nessun manuale se non qualche
brevissima nota esplicativa (sic!). Ci sono, beninteso, dei manuali "in
linea" come si dice, e cioè non su carta: nessuno vi impedisce di spendere
parecchie decine di migliaia di lire per stamparlo, se vi garba. Io stesso
ho potuto personalmente constatare che un’azienda giapponese molto
conosciuta di cui non farò il nome vende dei portatili tra i più cari del
mercato senza nemmeno il CD-Rom che contiene il software: tutto è installato
sull’hard disk, e resta a noi, se vogliamo, il gran piacere di comperare i
40 dischetti necessari per fare una copia di salvataggio, e di passare una
giornata a giocare al disk-jockey sulla macchina. Si può dunque dire che
oggi il costo di una copia di un programma, così facendo, è praticamente
ridotto a zero.

Una seconda caratteristica essenziale è lo status legale del software: per
delle ragioni, a ben rifletterci, non tanto oscure, il software, questo
prodotto tecnologico tra i più sofisticati, questo oggetto complesso,
utilizzato da milioni di persone nella loro vita professionale, incensato
come la chiave di volta di una nuova rivoluzione industriale, gode della
stessa immunità di cui godono le opere d’arte (d’altra parte, gli
industriali del programma si chiamano "editori"). Per esempio, non c’è
alcuna clausola legale ed alcuna giurisprudenza che possa garantire che il
programma assolverà ad una qualunque funzione, nemmeno quella per la quale
vi è stato presentato. Questa situazione è ragionevole quando si compra un
romanzo o un quadro (de gustibus..., dicevano bene i Romani) ma non lo è
affatto quando si applica al software: ciò si traduce nel fatto che,
legalmente, voi non potete citare in giudizio Microsoft per mal
funzionamento dopo avere scoperto che Windows 95 non è fatto "a regola d’
arte" mentre potete citare in giudizio un idraulico o un elettricista che
realizzano una istallazione che non è fatta secondo le norme.

Peggio, non c’è alcuna assunzione di responsabilità per i guasti che il
programma potrebbe produrre. Di nuovo: è ragionevole che non si possa
protestare contro un cantante se il suo ultimo CD acquistato da vostro
figlio provoca una accesa discussione familiare nel corso della quale voi
rompete un rarissimo vaso cinese. Ma è assolutamente inaccettabile che siate
totalmente indifesi se perdete 200 M di dati commerciali preziosi sul vostro
disco rigido a causa del file system obsoleto di Windows 95 e del suo
orripilante programma ScanDisk, quando potreste molto facilmente provare in
tribunale che le conoscenze tecniche necessarie per realizzare un prodotto
largamente superiore grazie al quale non avreste perduto i vostri dati sono
di dominio pubblico dagli anni 70, e che il codice stesso che utilizza
queste tecniche nella versione AT&T di Unix è stato acquisito da Microsoft.
Però, potete trascinare in giudizio il vostro elettricista se vi installa
dei fili elettrici negli zoccoli in legno del vostro appartamento [+].

Infine, una conseguenza molto grave di questa impunità, è che l""editore"
del programma non è affato tenuto, dal punto di vista legale, a correggere
gli errori riconosciuti e documentati, nemmeno nel caso non tanto
infrequente in cui questi errori siano volontari. In altre parole,
l""editore" del programma è libero di vendervi ciò che gli pare, o meglio,
ciò che il suo dipartimento pubblicitario riesce a farvi comperare, senza
alcun obbligo riguardo ai risultati, e senza che voi abbiate il minimo
ricorso, anche nel caso di malafede manifesta. Meglio, può succedere che vi
si faccia pagare caro quanto il prodotto originale gli "aggiornamenti", che
non sono, in realtà, che correzioni di errori. Per di più, da queste
sorprendenti specificità giuridiche, probabilmente giustificate quando i
programmi erano scritti da un ingegnere squattrinato nel suo garage, ed
assolutamente aberranti oggi che ci si ritrova con delle multinazionali del
software dalle finanze colossali, non possono trarre profitto tutti gli
editori di software, ma soltanto i più potenti: in effetti, una grande
impresa può e deve obbligare il responsabile dei servizi informatici a
stipulare un contratto che comporta degli obblighi di risultati e delle
clausole di garanzia, ma, ahinoi, questo non è alla portata del consumatore,
né della maggior parte delle aziende, quando l’editore in questione ha la
possibilità di ricomperare o distruggere la vostra azienda nel giro di
qualche settimana. Sono sicuro che, come il nostro giovane quadro dinamico,
cominciate in questo momento a sentirvi meno a vostro agio: il cyberspazio
da fiaba comincia a mostrare degli aspetti poco gradevoli, e questa
meravigliosa azienda filantropica che ci viene presentata ogni giorno come
il summum della tecnologia informatica e del successo del libero mercato
comincia a somigliare meno del solito ad un filantropo. Purtroppo, non si è
a questo punto che all’inizio della nostra esplorazione del versante oscuro
del pianeta Microsoft, ed il meglio deve ancora venire.

I costruttori presi in trappola

Bisogna sapere che la posizione di monopolio di Microsoft gli permette
ancora di sbarazzarsi facilmente degli altri costi di commercializzazione
del software: l’assistenza tecnica e la distribuzione. Per la prima, si può
immaginare che anche se l’editore non è legalmente tenuto ad aiutarvi nell’
installazione del suo software, sarà comunque tenuto a farlo per non perdere
il mercato. Non inquietatevi, Microsoft ha la soluzione: è sufficiente
guardare cosa c’é scritto nella licenza di Windows 95, di cui riproduco qui
un estratto.

6. ASSISTENZA PRODOTTO. Né Microsoft Corporation, né le sue filiali
informatiche forniscono un’assistenza per il PROGRAMMA. Per l’assistenza,
vogliate contattare il numero d’assistenza del fabbricante del computer
fornito nella documentazione del COMPUTER.

Astuto, non vi pare? Si scarica tutto sul costruttore del computer il quale
non ha alcuna reale responsabilità per DeFrag, schermi blu e derivati, ma ne
pagherà finanziariamente le conseguenze (ed ne so qualche cosa, vista la
quantità di volte in cui ho tentato inutilmente di avere il servizio d’
assistenza telefonica per l’installazione di Windows sempre per il portatile
della marca giapponese di cui non ho più sopra fatto il nome, e che tacerò
anche adesso). Se Windows 95 non fosse in posizione di monopolio, i
fabbricanti di computer non si sottometterebbero di certo a queste
condizioni.

Per ciò che riguarda la distribuzione del programma, succede la stessa cosa.
Sono ancora i costruttori, gli assemblatori ed i rivenditori che devono
pagare: essi devono "preinstallare" Windows 95 sulla vostra macchina. Ma si
è già trovato di meglio: la distribuzione attraverso Internet del programma
senza alcun supporto materiale. Questo, è un colpo di genio: voi pagate per
un programma che scaricate a vostre spese (e a che prezzo, vista la
dimensione di un Microsoft Office di oggi), riducendo effettivamente il
costo totale di copia e di distribuzione per l""editore" a esattamente zero
franchi e zero centesimi. Vi domandate perché un certo Presidente di un
certo Paese d’oltre Atlantico ha fermamente suggerito di detassare
completamente il commercio elettronico? Ebbene, avete qui un elemento di
risposta! Dunque, riassumiamo: se oggi ci si chiama Microsoft, e soltanto se
ci si chiama Microsoft, si può vendere più o meno qualunque cosa senza
obbligo di garantire alcun risultato e senza timore di rivalsa, a costo
unitario nullo, ad un prezzo pubblico che non diminuisce mai[+] e che si
traduce in puro profitto[+]. Rimane da capire perché non soltanto il grande
pubblico, che non conosce nulla dei calcolatori, ma anche le grandi aziende,
gli Stati, i media, che dispongono di servizi informatici altamente
qualificati, non utilizzano la loro libertà di scegliere prodotti diversi da
quelli imposti da Microsoft. Per rispondere a questa domanda, non basta
prendersela con i ciarlatani della stampa cosiddetta specializzata, anche
se, evidentemente, hanno la loro parte di responsabilità. Bisognerà
lanciarsi in una esplorazione più approfondita della faccia nascosta di
questo gigante, per cominciare a scoprire certe dubbie pratiche che sovente
sfiorano l’illegalità, e che con mio grande disappunto non trovo commentate
da nessuna parte nel panorama mediatico francese, se non su qualche piccola
ed effimera fanzina satirica che non costituisce certo la lettura preferita
dei responsabili informatici delle grandi imprese ed amministrazioni[+].

Il paese dei tecno cretini...

Per rendere la cosa più chiara, dimentichiamo per un momento i calcolatori,
i programmi e compagnia: siamo stati condizionati a pensare a queste cose
come necessarie, ma difficili; siamo stati abituati, cioè, a rinunciare a
formarci un’opinione personale perché, ci viene detto, è troppo complesso, e
dobbiamo limitarci a seguire le scelte operate da sedicenti esperti (d’
altronde, sulla rivista americana Byte, che ha una larga diffusione, c’è
anche un logo "Byte, because the expert decide" "Byte, perché decidono gli
esperti ").

Lasciamo un momento questi esperti ai loro intrallazzi per andare a vedere
che cosa succede nel mondo parallelo dei TecnoCretini in cui un’azienda,
chiamiamola MacroPresse, ottiene a poco a poco il controllo assoluto di
tutte le tipografie del pianeta. Quest’azienda non controlla direttamente i
giornali, ma è lei che li stampa con dei caratteri MacroStampa, di cui è la
sola proprietaria. Un bel giorno, dopo una grande campagna pubblicitaria che
tesse le lodi di un nuovo insieme di caratteri che permetterà di ottenere
dei giornali più moderni, essa comincia a stampare tutto con dei caratteri
klingoniani (l’alfabeto dei Klingons nella famosa serie di fantascienza Star
Trek) di modo che nessuno riesce più a leggere i nuovi libri o giornali
senza ricorrere alla Lente MacroStampa, disponibile alla vendita in tutte le
edicole, in cui è distribuita a spese degli editori di giornali. Il
pubblico, affascinato dalla meravigliosa novità tecnologica, si adatta e
compera la Lente. Incoraggiata dal successo di questa iniziativa,
MacroStampa comincia a cambiare i caratteri periodicamente, ogni anno, poi
ogni sei mesi: la vecchia Lente non riesce a leggere i nuovi giornali, e
quindi occorre rinnovarla a caro prezzo ogni due o tre mesi. Un concorrente
di MacroStampa vede lì un’occasione d’oro: produrre una Minilente molto meno
cara di quella della MacroStampa e venderla nelle edicole. Ma le edicole
hanno un contratto in esclusiva con MacroStampa, e rifiutano di
distribuirla. Peggio, MacroStampa cita in giudizio il concorrente, colpevole
d’avere analizzato i caratteri klingoniani per costruire una MiniLente, in
violazione del copyright di MacroStampa, e vince.

...non è cosí lontano

Ma che idioti, direte voi, qui nessuno si lascerebbe menare per il naso fino
a questo punto. Ebbene, sappiate che il mondo dei TecnoCretini non è poi
così lontano: due anni fa, ho voluto presentare alla Unione Europea una
domanda di finanziamento per la visita di un ricercatore inglese nel nostro
laboratorio. Perciò, cerco di ottenere un formulario, e mi viene detto che
il modo più semplice di procedere consiste nello scaricarlo dal server
www.cordis.lu della Comunità Europea, visto che il tempo per ricevere la
copia cartacea non è indifferente. Trovo così un documento che chiameremo
qualcosa.doc e che è scritto con Microsoft Word per Windows versione
qualchecosa. Cioè in Klingoniano. Nessun problema, mi dico, ci sarà pure
qualche MacIntosh in laboratorio con la Lente MicrosoftWord versione 6.0. È
della stessa azienda, e più recente, dunque sarà bene in grado di leggerlo.
Questa frase fu pronunciata verso le 10 del mattino. A mia grande sorpresa,
Microsoft Word su MacIntosh, dopo una dozzina di minuti di "conversione",
blocca la macchina, e mi ritrovo obbligato a spegnerla e a riaccenderla,
perdendo il mio lavoro. Comincia allora un vera e propria battaglia con la
Lente, dalla quale sono uscito vincitore, ma spossato, verso le ore 19.00,
con una versione del formulario compilata, ottenuta stampando una pagina
alla volta con delle manipolazioni complesse di cui vi risparmio i dettagli;
sarà sufficiente dire che avevo una gran voglia di citare in giudizio
qualcuno, ma senza troppa speranza di spuntarla. E tutto questo per che
cosa? Per un formulario estremamente semplice con dei campi Nome, Cognome
etc. che si sarebbe potuto preparare molto facilmente con un formato libero
come l’HTML utilizzato sul Web dal 1991. E in due anni, www.cordis.lu non ha
cambiato nulla: il sito è molto più carino, ma i formulari e le
documentazioni che contengono un genere di informazione che dovrebbe essere
libera e gratuita, e che è di importanza vitale, sono ancora presentati
soltanto in documenti dal formato proprietario, tipicamente Microsoft e,
incredibile ma vero, compatibili soltanto con i prodotti Microsoft per PC.

Per questa ragione, il nostro laboratorio acquisterà un grosso PC con
Windows 95 e Office (che non avrebbe, altrimenti, preso in alcuna
considerazione), e questo soltanto per poter leggere i documenti della CEE.
La Lente Klingoniana avanza. Inoltre, come per la Lente, il formato dei file
cambia di versione in versione, in maniera tale che Word 5.0 non può leggere
i file Word 7.0, e, peggio, il Word 6.0 sul Mac legge male Word per Windows.
Si è decisamente in trappola! Non basta comperare Microsoft Word una volta,
bisogna pagarlo di nuovo ad ogni versione, giusto per potere continuare a
leggere i files nuovi degli altri, e se per caso si è comperato un prodotto
complementare per la versione 5.0, per esempio un dizionario in spagnolo,
bisognerà comperarlo di nuovo nella nuova versione , poiché quella vecchia è
"incompatibile", anche se lo spagnolo, nel frattempo, non è cambiato. Notate
che si tratta di un vero e proprio sequestro della vostra informazione: una
volta che i dati sono stati trattati con Word o Money, non c’è modo, se non
volete più comperare prodotti Microsoft, di recuperare tutto il lavoro che
avete fatto per trasferirlo su un altro programma. Sono stati molto attenti
a non fornirci dei convertitori efficaci verso altri formati, e per giunta
si è cercato di far passare delle leggi che vietano di utilizzare il formato
del file proprietario, e addirittura di analizzarlo, in modo che un’azienda
che venda una MiniLente per fare una conversione sarà colpevole di
violazione del Copyright[+]. Ma si tratta di convertire i nostri dati! Siamo
in pieno TecnoCretinismo!

Pratiche scorrette

Riassumendo, la tecnica è semplice: da un lato, si intrappolano i
consumatori sequestrando le loro preziose informazioni in un formato
proprietario in costante rinnovamento che li obbliga a comperare ogni sei
mesi o ogni anno un aggiornamento di tutte le loro applicazioni solo per
potere continuare a leggere i loro propri dati o accedere ad informazioni
che non avrebbero alcun bisogno di essere presentati sotto questo formato
proprietario. Dall’altro lato, si intrappolano i concorrenti: non si dà loro
la documentazione e si introducono variazioni arbitrarie il cui solo scopo
consiste nel non permettere ai prodotti che essi sviluppano di funzionare
correttamente. Meglio ancora, se i concorrenti arrivano a scoprire che una
sola di queste modifiche ha il solo scopo di fare funzionare i loro prodotti
meno bene del prodotto monopolistico equivalente, vengono condannati per
aver fatto del "reverse engineering" (ingegneria al contrario, l’equivalente
informatico dello smontare il motore della Twingo per vedere come è
fatto).[+] Quest’ultima tecnica è particolarmente efficace se l’editore del
programma detiene allo stesso tempo il sistema operativo (Windows 95) e le
applicazioni (MS Word, Excel etc.): in quel caso, è perfettamente possibile,

tecnicamente, modificare il sistema per rendere instabili o inutilizzabili i
prodotti concorrenti, migliorando le prestazioni dei propri prodotti. Questo
è stato fatto con Windows NT Workstation: si limita artificialmente a 10 gli
accessi simultanei alla macchina, il che rende inutilizzabile un server Web
Netscape su NT Workstation (vedere [13] e [14]). Bisogna allora comperare il
molto più caro NT Server che è già stato equipaggiato con un server
Microsoft ufficialmente offerto per zero franchi, la qual cosa mette
Netscape fuori gioco (se poi vi dico che le parti non "gratuite" di NT
Workstation e NT Server sono esattamente le stesse, a meno di qualche riga
di codice, come documentato in [15] e [16], capirete la machiavellica
semplicità della manovra di Microsoft!)



Il risultato puro e semplice di queste dubbie pratiche è uno solo:

obbligarvi a scegliere prodotti Microsoft. Ciò permette, con la riduzione a
zero dei costi e dei rischi che abbiamo visto più sopra, di stabilire una
vera e propria tassa sull’informazione di cui Microsoft è solo ed unico
beneficiario. Dopotutto, se Bill Gates è stato ricevuto con gli onori degni
di un capo di stato all’Eliseo, dev’essere proprio perché si tratta della
versione cyber di un esattore delle tasse. Una tassa che non ha nulla di
virtuale: cifre enormi escono dalla Comunità europea ogni anno in
contropartita di prodotti di cattiva qualità che ci rendono sempre più
dipendenti dalla cattiva tecnologia d’oltre Atlantico, e che vengono
distribuiti in Europa a prezzi esorbitanti molto superiori ai prezzi
americani o canadesi. Non vi lasciate prendere al gioco di coloro che vi
dicono che i programmi in Europa sono più cari perché bisogna tradurli, per
esempio in francese: se visitate il sito Web di Microsoft, apprenderete che
considerano "illegale" (sic!) acquistare i loro programmi in versione
francese in Canada, in cui sono molto meno cari che qui, e di utilizzarli in
Francia [17]. E il "libero" mercato? Ci mungono come delle mucche, e la
passività dei governi europei, che comincia ad assomigliare un po’ troppo
alla cooperazione attiva se si pensa a http://www.cordis.lu, di fronte a
questa vera e propria spoliazione è assolutamente inspiegabile.

Aggirare la legge

E arriviamo infine agli atti propriamente illegali. Cominciamo dalla
"vendita vincolata", che è vietata in Europa (vedere l’articolo 85 e
soprattutto 86 del trattato, e le loro applicazioni nei molto dettagliati
[18]). Si vuole dire, lì, che è vietato ad ogni venditore obbligarvi a
comperare assieme al prodotto che vi interessa un altro prodotto che voi non
volete. Ciò non impedisce di vendere in un supermercato dei "lotti"
assortiti, ma in questo caso dovete comunque essere liberi di acquistare
separatamente i componenti del lotto, se questo è il vostro desiderio, senza
sovrapprezzo. Tuttavia, da molto tempo i più grandi assemblatori di
calcolatori PC non vi permettono di acquistare un calcolatore senza
comperare anche il sistema operativo Microsoft (Windows 95 o NT adesso, DOS
o Windows 3 prima). Ve ne potete convincere personalmente andando, per
esempio, a visitare i siti di Dell e Gateway: voi potete "costruire il
vostro calcolatore", vi si dice, ma non potete separare il materiale dalla
Lente Microsoft. Eppure i componenti elettronici (l""hardware") e i
programmi (il "software") sono prodotti molto diversi, anche se cercano in
ogni modo di tenercelo nascosto[+]. Peggio, non potete conoscere il prezzo
del programma (in effetti, questi prezzi sono spesso molto inferiori al
prezzo di mercato, facendo parte di accordi confidenziali, uno dei quali è
stato da poco condannato dalla CEE come pratica commerciale illegale).

Perché possiate farvi un’idea precisa dei fini economici, considerate il
caso di una università in territorio parigino che qualche mese fa ha
acquistato 15 PC per installarvi GNU/Linux : non si sa quanto il costruttore
paghi Windows 95, ma se si crede a quanto viene detto in [7], Office PME il
cui prezzo pubblico è il doppio di quello di Windows 95, viene venduto ai
grossi costruttori più o meno a 600 FF, dunque si può stimare che Windows 95
sia venduto a 300 FF., ed anche supponendo che il costruttore non abbia
margini sul programma (cosa di cui dubito, visto che la preinstallazione è
un servizio che ha il suo costo), questa università è stata obbligata a
pagare 15*300 FF, cioè 4500 FF per un prodotto che non voleva. In altre
parole, lo Stato francese ha fatto in questo caso preciso un regalo di 4500
franchi a Microsoft, un’azienda non europea che non è conosciuta esattamente
come per essere sull’orlo del fallimento e bisognosa dell’aiuto dello Stato.
Se si estrapola questo caso specifico dagli acquisti realizzati da tutte le
università in Francia che utilizzano GNU/Linux, si tratta di milioni di
franchi ogni anno[+]; bisognerà bene domandarsi chi sono i pirati, in questo
caso. Io non riesco a capire le ragioni di un simile spreco, quando poi ci
si dice che le casse sono vuote. Se cercate bene, ma veramente bene, è
possibile, in teoria, tentare di farsi rimborsare prendendosela ancora con
il povero costruttore di materiale, ma si tratta di un vero e proprio
percorso di guerra. Nella nostra scuola molti ricercatori e studenti hanno
comperato calcolatori da scrivania o portatili per installarvi GNU/Linux o
NextStep, ma sono stati obbligati a comperare anche Windows 95 , senza
riuscire a farsi rimborsare. È lì la fonte più importante del profitto di
Microsoft, ed è per questo che si può parlare qui di vera e propria tassa
sui calcolatori: ogni PC acquistato, sono tanti franchi nelle tasche di
Microsoft, che voi lo vogliate o no. È per dieci anni di queste pratiche,
che hanno fatto la ricchezza dell’azienda e ucciso la concorrenza, che
Microsoft è stata ripresa dalla giustizia americana ed europea nel 1995, ma
senza alcuna conseguenza finanziaria [19]. Ciò vuol dire che il bottino del
furto è rimasto al ladro, in cambio dell’impegno di quest’ultimo a non
cadere in recidiva. Può essere a causa di questa condanna senza conseguenze
il fatto che ancora oggi sia difficile acquistare un PC senza Windows, a
meno di ricorrere a dei piccoli assemblatori: il caso di Dell e Gateway 2000
non è isolato ed ogni PC acquistato, è un "utilizzatore di Windows" in più
nelle statistiche, anche se la prima cosa che fa questo utilizzatore è
gettare nei rifiuti Windows 95 per installarvi GNU/Linux.

Uno sguardo sul possibile futuro dell’educazione

Ora, che cosa può succedere di peggio se non ci svegliamo dal nostro sonno
profondo e ci lasciamo spingere nelle trappole dell’industria e dell’
educazione informatizzata da un monopolio privato? Grazie al famoso
"ritardo" francese, è possibile rispondere a questa domanda: altri paesi
sono in vantaggio di anni, nel bene come nel male, e questo ci permette di
vedere un certo numero di futuri possibili. Cominciamo dal futuro prossimo:
ci basta per questo andare a vedere molto vicino a noi, in Svizzera. L’ 8
Ottobre ultimo scorso, il Ministro delle Finanze svizzero ha annunciato un
accordo con Microsoft, il cui risultato sarà la messa a disposizione da
parte dell’amministrazione, per le scuole medie, di 2.500 calcolatori, e di
altrettante licenze di utilizzazione di prodotti Microsoft da parte del
gigante americano, che si offre anche di formare all’utilizzo dei
calcolatori 600 educatori [20] (un regalo simile è stato fatto all’Africa
del Sud). Cioè, ad un costo inferiore a quello di una campagna
pubblicitaria, il nostro monopolista ha acquisito il controllo totale dell’
informatica nell’educazione svizzera, e dunque nelle loro aziende quando gli
studenti che non conoscono che Microsoft Office arriveranno sul mercato del
lavoro. Non è in prospettiva un buon affare, per la Svizzera, ma almeno non
hanno pagato il programma Microsoft.

O, più esattamente, non ancora, perché si potrà loro domandare di passare
alla cassa come è il caso, in questo momento, del Giappone. Nel dicembre
scorso, Microsoft ha annunciato la soppressione al Giappone delle licenze
sito (uno schema di contabilizzazione di licenze in una impresa o una
università che permette di pagare i calcolatori in proporzione all’uso reale
e non in relazione al numero dei calcolatori). Questa decisione imporrà un
ulteriore costo ingiustificato e considerevole, che i Giapponesi dovranno in
ogni modo assumersi, visto che non ci sono più concorrenti cui potersi
rivolgere.

Guardiamo un po’ più lontano nel futuro: l’Università dello Stato della
California (CSU) sostiene in questo momento la creazione da parte di
Microsoft, GTE, Fujitsu e Hughes Electronics, di una compagnia a
responsabilità limitata, la CETI, che avrà il monopolio esclusivo del
rinnovo del parco informatico dei 23 Campus universitari della CSU, in cui
si trovano 350.000 tra studenti ed insegnanti. In cambio di un investimento
di un qualche centinaio di milioni di dollari su dieci anni nell’
infrastruttura delle reti, la CSU lascerà la CETI scegliere i calcolatori e
i programmi supportati sui campus, e viene detto chiaramente che si tratta
di Windows 95 e Windows NT e di Microsoft Office soltanto. I benefici
previsti dalla CETI, oltre l’impatto sull’educazione di coloro che domani
avranno il potere di decidere che è loro permesso attraverso la creazione di
corsi specializzati di informatica "proprietaria", si aggira attorno a
qualche miliardo di dollari su dieci anni, tenendo conto solo dei profitti
derivanti dalla vendita monopolista del materiale e dei programmi
proprietari agli insegnanti e agli studenti sui campus, che non potranno
seguire certi corsi senza utilizzarli (vedere [21] e la decisione di
riesaminare l’accordo nel [22]).

La posta in gioco: il controllo dell’informazione

Ma gli scopi commerciali (e politici) vanno ben oltre la questione dell’
educazione e della gestione delle imprese: non si parla qui della semplice
vendita di qualche calcolatore o programma, ma del controllo totale su ogni
forma di trasmissione e di trattamento dell’informazione, nell’educazione,
nelle transazioni bancarie, nei vecchi e nuovi media, fino all’intimità
della nostra corrispondenza privata. Se un attore qualunque può ottenere una
posizione di monopolio nella gestione di questa informazione, sarà in una
situazione tale da poter fare pagare una tassa su ogni operazione
informatica (una percentuale sull’ammontare della transazione elettronica,
"vigorish" in inglese, per esempio) come è ben scritto in una nota interna
di Nathan Myrhvold, il CTO di Microsoft, che fa parte oggi del dossier del
DoJ e di cui il Wall Street Journal ha reso conto l’anno scorso [23].

Ma potrà anche costringervi a cedergli una parte sempre più grande della
vostra libertà personale, il che può produrre benefici ben più importanti.
Riflettete un momento sul fatto che ogni tipo di informazione è suscettibile
d’essere gestito su un calcolatore, e che è possibile mantenere una traccia
di ogni operazione informatica: sulla rete, mentre voi guardate le belle
immagini seduti davanti al vostro PC multimediale, si potranno copiare le
vostre coordinate bancarie o costituire e utilizzare a vostra insaputa il
vostro profilo personale e psicologico (questo si fa già da parecchio con i
"cookies" per i navigatori Web [24] , e certe aziende come la Sidewalk,
filiale di Microsoft, vi obbligano ad accettare questa vera e propria
violazione della vostra vita privata per accedere ai loro servizi [25].
Grazie alle estensioni proprietarie non sicure come l’ActiveX di Microsoft,
potrete farvi rubare danaro dal vostro conto in banca mentre "surfate sul
Web", come è stato incontestabilmente dimostrato da un gruppo di informatici
di Amburgo alla televisione tedesca e in molte pubblicazioni cui cui in
Francia non è apparsa traccia (vedere [26] per i dettagli).

Ed anche se Microsoft non s’incarica direttamente di approfittare delle
lacune di sicurezza del suo sistema, altri potranno farlo al suo posto: già
da adesso, un virus può essere veicolato nei più comuni documenti Word, i
vostri acquisti su Internet basati su una trasmissione "sicura" del vostro
numero di carta di credito possono essere catturati dai pirati informatici
al prezzo di otto ore di calcolo sulla macchina di uno studente... C’è di
che tremare, se si pensa che il Credit Lyonnais [+] ha appena stipulato un
accordo con Microsoft per la gestione dei conti dei clienti attraverso il
Web (vedere [27]).

Si può anche ricostruire la traccia dei vostri movimenti, che è rilevata
ogni giorno a vostra insaputa dalla vostra carta di credito o il vostro
cellulare, come ha rivelato da poco il clamoroso scandalo in Svizzera o
ancora il caso OM-Valenciennes (a questo proposito, sarebbe bene
preoccuparsi della fusione del servizio Microsoft Network con il servizio
Wanadoo di France Telecom). Per arrivare a questo punto senza correre troppi
rischi di esser presi con le mani nel sacco, bisogna avere il controllo di
tutta la catena tecnologica: il vostro calcolatore deve utilizzare un
programma specifico, capace di carpirvi certe informazioni a vostra
insaputa, i fornitori di accesso ad Internet devono permettere di mantenere
una traccia della durata e del tipo delle connessioni, i siti che contengono
le informazioni che voi cercate devono utilizzare dei programmi specifici,
capaci di conservare traccia di questi documenti e di identificarvi
comunicando con il vostro navigatore. E soprattutto, è necessario che tutto
questo accada, ogni giorno, a vostra insaputa. Oggi un informatico
mediamente dotato può facilmente scoprire che un certo navigatore Web è in
grado di rivelare la vostra identità ad un server indiscreto: questo perché
la comunicazione avviene con protocolli che sono e devono restare di dominio
pubblico per permettere a programmi prodotti da imprese differenti di
cooperare ragionevolmente. Ma se domani non avremo più che un unico
produttore di programmi sul mercato, sarà assolutamente possibile che lo
scambio di informazioni si faccia con modalità molto meno trasparenti e ben
più difficili da smascherare, sempre in ragione della legge sul reverse
engineering. Vi rendete conto che qui non si tratta soltanto di scegliere un
programma di trattamento di testo.

Un’oppurtunità per l’europa e l’occupazione

La mia sorpresa per la passività, o la complicità, dei nostri media tocca lì
il suo massimo: ci si profonde in elogi sperticati di imprese dalle pratiche
degne di filibustieri proprio nel momento in cui si mette in gioco la nostra
indipendenza economica. Capisco che negli Stati Uniti non si guardi troppo
da dove vengono i milioni di dollari, visto che vanno a finire nelle tasche
di uno dei loro concittadini (e pure là ci si comincia ad accorgere que la
ricchezza sconfinata di uno dei loro cittadini non è necessariamente un buon
affare per tutti gli altri), ma non mi spiego che si chiudano gli occhi qui,
dato che i soldi escono dalle nostre tasche. Bisogna dire che l’Unione
Europea non è completamente inattiva in questo campo, e sembra esserci un’
indagine a largo raggio sulle pratiche dubbie che abbiamo imparato a
conoscere [28]. Lo si percepisce in certi discorsi di membri della DGIV, che
vanno nella stessa direzione dell’indagine lanciata da poco dalla FTC del
Giappone. Ma questo non basta: con la velocità dello sviluppo tecnologico
nel trattamento dell’informazione, quando si arriva al termine di una
inchiesta i danni sono già fatti, e se, come nell’accordo del 1995, e come
alcune indiscrezioni lasciano supporre, non si infliggono delle pene
finanziarie, tutto ciò si riduce a una miserabile beffa.

Ci vorrebbe una politica attiva nel campo dell’informatica e del trattamento
dell’informazione in generale, di cui noi possediamo le modalità tecniche:
non dimentichiamo in effetti che si dispone in Europa di competenze spesso
molto superiori a quelle che troviamo al di là dell’Atlantico. Per citare
due esempi a caso, uno degli autori di NextStep, di cui si dice essere "il
programma più rispettato del pianeta", è francese; e l’Europa è all’
avanguardia nello sviluppo di quei metodi formali di verifica dei programmi
che hanno permesso di portare a buon fine tanti progetti, l’ultimo dei quali
è il secondo lancio del missile Ariane 5.

C’è qui una opportunità unica per l’Europa di affrancarsi d’un colpo solo
dal monopolio tecnologico americano, e di fornire alle nostre aziende così\
come alle nostre scuole un enorme vantaggio. Questo "ritardo" di cui si
parla tanto è infatti la nostra migliore carta vincente: significa che non
siamo ancora irrimediabilmente caduti nelle trappole verso le quali veniamo
spinti. Non dimentichiamo che "perdere un treno" non è grave, se è un treno
che deraglierà. Si può ancora scegliere di fornire alle nostre aziende ed ai
nostri ragazzi l’accesso a costo minimo ad una informatica libera, aperta,
sicura ed efficace, come fanno un numero crescente di informatici competenti
che scelgono tutte le volte in cui è possibile dei programmi liberi che sono
gratuiti, aperti, modificabili e molto superiori ai prodotti trappola
preinstallati. E che hanno per di più il potenziale di creare dei veri posti
di lavoro.

Un’alternativa possibile: i programmi liberi

Quando si tratta di scegliere i sistemi da fornire alle nostre scuole medie
inferiori e superiori per iniziare i ragazzi all’informatica, non si è
obbligati ad attenersi ai loschi regali dei cybermonopolisti: piuttosto che
un sistema proprietario che molto spesso si pianta, che cambia continuamente
di versione senza ragione ed il cui codice sorgente non è disponibile, si
può scegliere un sistema libero aperto e stabile (bisogna sapere che
contrariamente al pregiudizio popolare, il software libero ha avuto
ampiamente l’occasione di dar prova di sé [29]), che permetterebbe ad ogni
giovane di lavorare e di apprendere in tutta sicurezza e a quei ragazzi
pieni di iniziativa e di curiosità che si trovano in ogni classe di
acquisire una formazione informatica avanzata ed intelligente. La
disponibilità del codice sorgente permette infatti non soltanto di aprire il
cofano, ma anche, se lo si desidera, di smontare il motore per vedere com’è
fatto. E quando si tratta di impiantare o rinnovare il sistema informatico
di grandi e piccole imprese, meglio fidarsi di software del quale si
possiede il codice e la documentazione, che è costantemente verificato ed
aggiornato da una comunità tecnicamente competente e che può adattarlo ai
propri bisogni ad un costo minimo. Dei seri studi condotti da alcune imprese
informatiche hanno d’altronde valutato esattamente i vantaggi economici e
strategici che una azienda può ottenere scegliendo delle soluzioni basate su
un programma aperto piuttosto che su un programma monopolista (vedere per
esempio [30] e [31, 32]) e si possono trovare molti esempi di aziende in
Europa che hanno messo in pratica con successo questa teoria, esportandola
poi al di là dell’Atlantico (vedere per esempio [33] et la lista [34] in
continua crescita). Questo è possibile, senza investire un centesimo, grazie
al lavoro iniziato una quindicina d’anni fa da Richard Stallman e dalla Free
Software Foundation, il cui scopo dichiarato era produrre un sistema
operativo interamente libero come GNU [35]. Questo lavoro è stato completato
recentemente grazie agli sforzi di migliaia di persone competenti che, da
tutti i paesi del mondo, hanno risposto all’appello di Linus Torvalds per
contribuire insieme, senza scopo di lucro, al completamento di questo
sistema operativo libero, gratuito ed aperto: una versione di Unix
conosciuta con il nome di Linux (vedere per esempio [36, 37] , ma che
sarebbe forse più corretto chiamare, come si fa in questo articolo,
GNU/Linux [38]). Tre idee, libertà, eguaglianza, fraternità, che dovrebbero
essere care non soltanto ai francesi, si trovane al centro della storia di
GNU/Linux. Per questo sistema, si trova ormai di tutto: navigatori Web, un
motore Java, degli emulatori DOS, gli strumenti GNU ed anche dei "pacchetti"
di applicativi per ufficio. Non ci sono tasse da pagare, per ottenere questi
prodotti di base. La Comunità Europea potrebbe anche dare una piccola spinta
a questo fenomeno positivo: una somma di qualche decina di milioni di
franchi, cifra irrisoria su scala europea, potrebbe, se ben spesa,
permettere di far avanzare rapidamente progetti come GNUstep [39], favorire
lo sviluppo di GNU/Linux e stabilire una piattaforma aperta e di qualità per
dei pacchetti d’ufficio interoperabili.

La scelta di un sistema aperto e libero può neutralizzare la tassa sull’
informazione ed anche favorire la creazione di posti di lavoro e rendere le
nostre aziende più competitive: il denaro che non parte in fumo attraverso
le finestre di Windows può essere destinato all’attività produttiva e
utilizzato per finanziare contratti di manutenzione con imprese locali di
servizi informatici che adatterebbero il sistema ai bisogni specifici delle
aziende. Si può creare così un reale spazio di crescita e dei posti di
lavoro qualificato per ingegneri che sarebbero responsabili della qualità
del loro prodotto, e non solo per gli agenti commerciali mal pagati di oggi
che vendono prodotti sui quali non hanno alcun controllo ed i cui benefici
vanno altrove.

In Francia, posti di lavoro di questo tipo dovranno ad ogni modo essere
creati in un prossimo avvenire per fare funzionare le future reti
informatiche che saranno installate nei licei nel quadro del piano Internet
per tutti: bisogna ad ogni costo evitare di commettere di nuovo l’errore del
"santone nella scatola", questa credenza, secondo cui il manuale di
installazione contiene tutta la sapienza necessaria all’utilizzo di un
calcolatore, ha trasformato una quantità innumerevole di calcolatori Thomson
del piano informatico per tutti del 1981 in costosissimi fermacarte.

Per concludere

L’informatica e i calcolatori ci danno la possibilità di rivoluzionare il
nostro modo di vivere di ogni giorno, ma sta a noi scegliere se questa
rivoluzione deve condurci ad un Medio Evo tecnologico oscuro dominato da
meschini signori feudali che si appropriano della scrittura e di ogni
modalità di comunicazione per riscuotere imposte e balzelli tutte le volte
che respiriamo, o se si vuole invece arrivare ad un mondo aperto e moderno,
in cui il flusso libero dell’informazione ci permetterà di trarre vantaggio
dalle enormi potenzialità della cooperazione senza barriere e della
condivisione delle conoscenze.

Ringraziamenti

Questa traduzione in italiano non avrebbe visto la luce senza il grande
aiuto di Gabriella Alú (gabrilu@tin.it), che mi ha rapidamente fornito una
prima traduzione, e di Jean-Vincent Loddo ( Jean-Vincent.Loddo@ens.fr), che
l’ha riletta e corretta. È incoraggiante il fatto che questa traduzione dal
francese, come le altre in corso verso altre lingue, è realizzata proprio
grazie a quella cooperazione senza barriere che solo un sistema informatico
mondiale aperto e moderno può garantire.


Riferimenti

1

Wallace (James) et Erickson (Jim). - Hard Drive: Bill Gates and the Making
of the Microsoft Empire. - Harperbusiness, 1993. ISBN 0887306292.

2

Cringely (Robert X.). - Accidental Empires : How the Boys of Silicon Valley
Make Their Millions, Battle Foreign Competition, and Still Can’t Get a
Date. - Harperbusiness, 1996. ISBN 0887308554.

3

Wallace (James). - Overdrive : Bill Gates and the Race to Control
Cyberspace. - John Wiley and Sons, 1997. ISBN 0471180416.

4

CNN - U.S. vs. Microsoft.

http://cnn.com/SPECIALS/1997/microsoft/poll.

5

Zdnn news special: Doj-microsoft round 2, microsoft comes out swinging.
http://www.zdnet.com/zdnn/special/msdoj2.html.

6

Perspectives.

http://www.news.com/Perspectives/Soapbox/rs12_30_97a.html?nd.

7

M.V. - Microsoft m’a tué. Science et Vie Micro (SVM), no157, février 1998,
p. 69.

8

Le virus informatique. http://www.virus.ldh.org/.

9

Stallman (Richard M.). - The right to read. Communications of the ACM, vol.
40, n&#;’27 2, février 1997. - Disponible sur le Web
http://www.gnu.org/people/rms.html.

10

Schulmnn (Andrew). - LA law. The Stac case judged February 23, 1994, in Los
Angeles, http://www.dap.csiro.au/Interest/LA-Law.html.

11

The CLRC recommendations on reverse engineering and decompilation: giving
local developers an equal right to compete.
http://www.sisa.org.au/SISASubmission1.html.

12

Microsoft & others oppose interoperability in HR 1555.
http://www.essential.org/listproc/info-policy-notes/msg00158.html.

13

PC WEEK: Netscape to present DOJ with Microsoft antitrust info.
http://www.zdnet.com/pcweek/news/0819/19edoj.html. 14
ftp://ftp.ora.com/pub/examples/windows/win95.update/ntwk4.html.

15

Le virus informatique/page27.

http://www.virus.ldh.org/num_01/pages/page27.html.

16

Minimal NT Server/Workstation Differences.
http://software.ora.com/News/ms_internet_andrews.html.

17

Dossier Piratage- 10 questions - Microsoft France.
http://www.microsoft.com/france/piratage/question.htm. 18
http://europa.eu.int/en/comm/dg04/public/en/art8586.pdf.

19

Bulletin UE 07-1994 (fr): 2.4.1 Engagement de Microsoft envers la Commission
européenne. http://europa.eu.int/abc/doc/off/bull/fr/9407/p204001.htm.

20

Swiss schools to get MS software.
http://www.news.com/News/Item/0,4,15086,00.html.

21

MS college deal protest escalates.
http://www.news.com/News/Item/0,4,17212,00.html.

22

Cal State delays MS pact.

http://www.zdnet.com/zdnn/content/zdnn/0107/269241.html.

23

Elmer-DeWitt (Philip). - Bill Gates wants a piece of everybody’s action.
Time, 6/5/95.

24

Corr (O. Casey). - Cybersnoops on the loose; web-site surfers beware:
Software ‘cookies’ gathering personal data. The Seattle Times, 8/10/97.

25 http://seattle.sidewalk.com/link/43750. Attention, le texte est formatté
de telle sorte que les conditions se trouvent trop à droite sur plein de
navigateurs. Faite dérouler la page vers la droite pour les lire.

26

ActiveX - Conceptional Failture of Security.
http://www.iks-jena.de/mitarb/lutz/security/activex.en.html.

27

http://www.microsoft.com.

28

Europa/Competition/Effective competition.
http://europa.eu.int/en/comm/dg04/speech/six/en/sp96016.htm.

29

Information wants to be valuable.
http://www.netaction.org/articles/freesoft.html.

30

http://www.smets.com.

31

Lang (Bernard). - Des logiciels libres à la disposition de tous. Le monde
diplomatique, janvier 1998. - Aussi disponible comme
http://www.monde-diplomatique.fr/md/1998/01/LANG/9761.html.

32

Lang (Bernard) et Guédon (Jean-Claude). - Linux, mini os contre maxi
exploitation. Libération, 7 novembre 1997. - Aussi disponible comme
http://pauillac.inria.fr/~lang/ecrits/libe/www.liberation.com/multi/tribune/
art/ tri971107.html.

33 http://mercury.chem.pitt.edu/~angel/LinuxFocus/English/
November1997/articulo9.ht ml.

34

Freeware usage. http://pauillac.inria.fr/ lang/hotlist/free/use/.

35

http://www.gnu.org.

36

http://www.linux.org.

37

Linux center. http://www.math.jussieu.fr/ fermigie/linux-center/.

38 http://www.gnu.org/gnu/linux-and-gnu.html. 39
http://www.NMR.EMBL-Heidelberg.DE/GNUstep/.

40

Love (James) et Nader (Ralph). - Microsoft, monopole du prochain siècle? Le
monde diplomatique, novembre 1997.

Copyright Roberto Di Cosmo, 1997. Tutti i diritti di riproduzione, di
traduzione e di adattamento sono riservati all’autore in ogni paese. Le
opinioni contenute in questo articolo sono quelle dell’autore e non
impegnano in alcun modo l’ENS, il DMI e il LIENS. Questo testo è protetto
dalle leggi sulla proprietà intellettuale. La riproduzione per uso
individuale e senza scopo di lucro è autorizzata per ogni persona che non
lavori nè per Microsoft né per ogni altra impresa che abbia un accordo
riservato (NDA) con Microsoft, ed a condizione che l’articolo sia riprodotto
integralmente, questa nota di copyright compresa. Microsoft ed i suoi soci
possono chiedere all’autore, se lo desiderano, una licenza di copia
individuale al prezzo che sarà stabilito dall’autore, sotto pena di un’
ammenda forfettaria di 1 milione di franchi francesi in caso di mancato
rispetto di queste condizioni.


...Microsoft

La confusione è tale che non si fa nemmeno più distinzione tra "sistema
operativo" ed "applicazioni": sulla stampa si parla di Windows 97 quando si
tratta di Windows 95 con l’insieme delle applicazioni Word Excel etc.
complessivamente chiamati Office 97!

...byte

Un byte è un numero binario a 8 cifre, utilizzato per misurare la dimensione
della memoria di un calcolatore. Si usano anche il kilobyte, il gigabyte,
abbreviati con KB, MB e GB.

...migliori

Vedere "Technologie et Marché: journal d’un consommateur

insatisfait", dello stesso autore

...PC

PC significa soltanto "personal computer", ossia calcolatore personale;
adesso il nome è stato scippato da un solo tipo di calcolatore personale,
quello che utilizza le unità centrali Intel.

...appartamento

Pratica pericolosa ormai vietata in Europa

...mai

Contrariamente al costo del materiale, che è in caduta libera, il prezzo dei
programmi Microsoft non si abbassa sensibilmente, ed a volte continua ad
aumentare con qualche nuova versione: per esempio, Windows 95 si trova
adesso offerto in Francia al prezzo al pubblico di 1270 franchi iva esclusa,
quando costava meno di 800 franchi iva esclusa all’epoca del suo lancio, nel
1995.

...profitto

Sono molti gli editori di programmi che vendono i loro prodotti senza una
reale garanzia, ma sono pochissimi quelli che riescono a riunire questo
insieme impressionante di vantaggi, e soltanto la Microsoft ha il potere di
imporvi i suoi prodotti, raccogliendo così una vera e propria tassa sull’
informazione.

...amministrazioni

Si tratta di "Le Virus Informatique" e di "Les puces informatiques", vedi
[8].

...Copyright

Richard Stallman ha effettuato una tournée in Europe nel 1991 per presentare
i pericoli di una acquiescenza passiva della EEC riguardo a questa proposta
scandalosa, ma senza successo. Si possono leggere alcune delle
argomentazioni che aveva presentato in [9].

...fatto).

Per la storia di un caso concreto a questo riguardo, vedere Stac contro
Microsoft in [10]; per fortuna, la situazione _ diversa in Europa, dove una
forma limitata di decompilazione _ permessa [11]. Degna di nota anche l’
aperta opposizione ad una qualsivoglia regolamentazione che imponesse una
interoperabilità dei sistemi [12].

...nascosto

L’autore di questo articolo non si è fermato al sito Web: qualche telefonata
è bastata per verificare che da Gateway e Dell non si può comprare il
calcolatore senza i programmi Microsoft.

...anno

Varie centinaia di milioni di lire (1 franco = circa 300 lire).

...Lyonnais

La più importante banca pubblica francese.

billjoke


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