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Volantini

Volantini ed altri materiali cartacei autoprodotti.

Non oltre i ponti ma dentro il quartiere

manifesto

NON OLTRE I PONTI MA DENTRO IL QUARTIERE!

Il Presidente del XII Municipio, il Sindaco di Roma e la Presidente della Regione Lazio da mesi fanno interviste, promesse ed annunci in cui parlano del Laurentino. Anzi di un fantomatico "Laurentino oltre i ponti".

ecco in realtà cosa stanno facendo:

  • la rimozione dei cassonetti dell'ama ha reso il quartiere molto più sporco (sopratutto il parco) e creato ovunque piccole discariche.
  • migliaia di abitanti nella zona delle cooperative vivono con l'incubo di ingiunzioni di pagamento per migliaia di euro per la questione del diritto di superficie.
  • nella zona delle case popolari disperazione e disoccupazione aggravate dalla crisi non hanno nessuna risposta, l'abbandono a sé stessi è totale.
  • l'apertura del passaggio tra la Via Laurentina/Ardeatina e la Via C.Colombo/Pontina ha ingolfato di traffico il quartiere nelle ore mattutine e non è stato previsto nessun sistema per far rallentare le auto trasformando di fatto le nostre strade (Via Marinetti/Via Silone/Via Sapori) in una tangenziale percorsa ad alta velocità.

e cosa vogliono fare:

  • Vogliono "venderci" una piazza tra Cecchignola e Tor Pagnotta come piazza del Laurentino 38 e là vogliono costruire una nuova sede del municipio. Appunto il cosiddetto "Laurentino oltre i ponti" spendendo decine di milioni di euro per un palazzo a vetri che non serve a nessuno. Vogliono in sostanza abbandonare la sede del Primo ponte abbandonando ed emarginando il quartiere.
  • Dicono anche che è elevata la quota di verde pubblico per abitante e per questo vogliono demolire altri ponti cosi da ottenere la cubatura necessaria per la costruzione di nuovi edifci (negli spazi verdi). Allo stesso modo con la demolizione vogliono anche, ad esempio al sesto ponte, cancellare le esperienze di socialità e auto-organizzazione che vi si tengono. In special modo cell'hanno con il Centro Sociale del Sesto Ponte (L38squat) che da 20 anni è un baluardoin quartiere contro il diffondersi di fascismo e razzismo.

Il quartiere ha bisogno di fondi, di lotta all'abbandono scolastico, opportunità di lavoro e formazione per giovani e disoccupati, educazione alla pianificazione familiare, sostegno ai soggetti deboli e soli (anziani, giovani madri, disabili fisici e mentali) e molto altro ma non certo uno scintillante palazzo di vetro a Tor Pagnotta.

mobilitiamoci contro le speculazioni e l'abbandono del laurentino

l38squat - laurentinokkupato - centro sociale - Via Giuliotti, 8 (sesto ponte)

Mario libero, tutti liberi

Durante la prima udienza per il Processo contro 5 delle 26 persone rinviate a giudizio tra i fermati del 14 dicembre a Roma, il Tribunale di Roma ha confermato le misure di restrizione della libertà per tutti gli imputati. Mario continua ad essere costretto agli arresti domiciliari senza poter vedere nessuno, se non i genitori, né comunicare con l'esterno. Lo studente di 16 anni (giudicato l'altro giorno al tribunale minorile) rimarrà ai domiciliari fino a giugno e l'unica concessione è stata il poter andare a scuola la mattina. Agli altri è rimasto l'obbligo di firma 2 volte al giorno.

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Hanno trasformato il quartiere in una discarica

volantino su AMA

PARLANO DI "RIQUILIFICAZIONE"...

TRASFORMANO IL QUARTIERE IN UNA DISCARICA

Fermiamo il degrado

Laurentino 38: non “oltre i ponti”, ma dentro il quartiere

Durante questa estate Alemanno ha esternato pubblicamente le sue idee rispetto alle periferie di Roma: demolizioni senza soluzione di continuità. Un ritornello che ha riguardato Corviale prima, i ponti del Laurentino poi e in un crescendo trionfale la demolizione di tutta Tor Bella Monaca, che,  finalmente, gli ha fatto guadagnare le tanto agognate prime pagine dei giornali nazionali.

Nel particolare del Laurentino 38 il duo Alemanno-Calzetta (l’invisibile presidente del XII Municipio) si sta rendendo protagonista di un’operazione speculativa e meramente d’immagine. Sentiamo parlare del progetto “Laurentino oltre i ponti”, tanto “oltre i ponti” che infatti prevede la realizzazione di una piazza (reclamizzata come “grande quanto Piazza del Popolo” ) non al Laurentino 38, ma a Tor Pagnotta, parecchio lontano dal Laurentino se la vogliamo pensare come “piazza del quartiere” (dal sesto ponte sono 3km… più che per arrivare alla stazione Metro della Laurentina di Piazzale Douhet).

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Ponte Galeria: di fronte a torture, abusi e segregazione, la rabbia, il coraggio e la dignità dei prigionieri e delle prigioniere.

fotoSin dalle 11.00 del mattino, sabato 13 marzo 2010 è stata un'intensa giornata di lotta e di solidarietà, dentro e fuori il C.I.E. di Ponte Galeria.

Già prima di arrivare, alcune fermate della linea ferroviaria Roma-Fiumiciono che precedono la fermata "Nuova fiera di Roma" sono state invase da una miriade di foto raffiguranti l'interno dei nuovi lager della democrazia, per rendere direttamente percepibile cosa rappresentano i centri di identificazione ed espulsione.

Da subito l'ottusità poliziesca si è palesata con la richiesta di documenti e l'invito a interrompere l'attacchinaggio. All'arrivo di fronte al C.I.E., dai microfoni del sound è cominciato l'assedio sonoro che ha espresso le differenti voci dei/delle solidali in molteplici lingue. Da quel momento è andata sempre crescendo la comunicazione tra dentro e fuori.

Due le forme di sostegno diretto a chi è internato/a quotidianamente: la prima è stata una cassa benefit destinata alle spese processuali di Hellen e Florence, due delle ribelli condannate per la rivolta dello scorso agosto nel C.I.E. di Milano. La seconda è stata la consegna di due pacchi contenenti bevande e cibo che, solo dopo una pressione determinata da parte dei/lle solidali, sono stati lasciati entrare. Consegnare cibo "pulito" significa recapitare sostanze non contaminate da psico-farmaci, calmanti e simili.

Mentre da fuori crescevano le urla di rabbia, il coraggio e la voglia di libertà dei/lle prigionieri/e si è concretizzata in un'escalation di azioni che hanno portato a una vera e propria rivolta. Dapprima diverse colonne di fumo hanno iniziato a erigersi nel cielo da differenti punti all'interno del campo di concentramento. Poco dopo l'invisibilità dei/lle reclusi/e veniva infranta occupando fisicamente i tetti delle celle e lanciando al cielo urla, gesti, corse e danze liberatorie.

In questa maniera, circa 30 persone hanno deciso d'innalzarsi al di sopra delle mura e delle sbarre che li circondano per una buona mezz'ora, prima di ricevere la prima intimidazione da parte della polizia. Subito dopo un altro tetto di uno dei padiglioni di quell'infame lager veniva invaso da un'altra ventina di persone che, tenacemente, per circa tre ore, sono state sopra il tetto e sopra le inferriate di recinzione che dividono le sezioni l'una dall'altra.

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