| Un 
              tread interessante, anche se forse cosi' rischiamo di sviscerarlo 
              troppo poco e male. Insomma e' un argomento che coinvolge molto 
              e spazia in lungo e largo nei nostri vissuti di fattoni, birristi, 
              sparaflashati e non, tra psichedelia e controllo sociale...  
              --- luca@bikezone.com wrote:> che valore hanno delle sensazioni indotte, e il 99%
 > delle volte comprate
 Beh 
              pero' anche i miei scassati occhiali mi inducono una sensazione 
              indotta, cioe' mi fanno vedere meglio non perche' il mio occhio 
              migliora veramente ma perche' c'e' una lente, e li ho pure comprati 
              tuttavia li trovo utili. Allo stesso modo anche una sensazione indotta 
              ha valore se e' utile, mentre invece (e con le droghe nelle zone 
              di assunzione abituali purtroppo succede troppo spesso... ma non 
              sempre) qualcosa di inutile e' fondamentalmente dannoso. Questo 
              per dire che a mio avviso non imposterei il discorso su indotto=male 
              non indotto=bene, piuttosto e' utile? Ci migliora? I nostri neuroni 
              bruciacchiati e il peso di una tra le tante contraddizioni che ci 
              si parano davanti valgono l'esperienza che vogliamo fare con le 
              droghe? Un tempo dicevamo che le "pezze non si sprecano" 
              e forse eravamo gia' un passettino avanti...tralaltro sinceramente 
              mi trovo un po' in difficolta' dato che onestamente mi capita sempre 
              meno spesso di assumere sostanze, tantomeno di andare ai raves a 
              meno che non abbia dato il mio contributo all'iniziativa cercando, 
              come quasi sempre abbiamo fatto di partecipare non certo di subire, 
              tuttavia mai e poi mai potrei negare di aver giocato col mio cervelletto, 
              e di aver vissuto esperienze socialmente e umanamente esaltanti 
              anche tramite le drugs. > 
              > invece S. su [spZKnewsLetter46] in sintesi auspica:
 >
 > 1) una de-mercificazione nell'approvigionamento
 > delle "sostanze" per poi pero' constatare che sulla 
              scena negli anni il
 > processo e' andato in senso
 > inverso. I motivi li capite da soli: gli spacciatori
 > vi tengono per le palle/ovaie (as you like, il senso e' quello) 
              e se
 > la comandano, fanno come
 > je pare perche' vi servono quindi? ....siete dei
 > tossici?
  
              Ok concordo, ma un conto e' questa dimensione mercatino da te descritta 
              un conto e' un mio amico che e' appena tornato da katmandu' con 
              una palla di crema di oppio e la mette in mezzo...(faccio per dire... 
              non ho nessun amico appena tornato da katmandu' (nota per gli sbirri 
              che se no ci credono e mi imboccano... :-P)) un conto e' Jhon che 
              c'ha le chicche bone che se le piamo tutti assieme perche' lui le 
              ha provate e mi garantisce che so bone... un conto e' il pusher 
              di robba alla stazione di ostia... Sono situazioni diverse, ognuna 
              delle quali stravolge il senso della eventuale esperienza... Ovvio 
              che auspico una demercificazione ma conosco anche la realta' delle 
              cose, credo anche che probabilmente l'unica possibilita' di demercificare 
              realmente sia l'autoproduzione, ma, come ho scritto non sempre e' 
              possibile... quindi mi "accontenterei" di dare alla diffusione 
              delle sostanze una dimensione (non ho paura a dirlo) social-frikkettona 
              stile primi raves che non e' una demercificazione ma neanche una 
              squallida mercificazione...  
              > 2) una scelta del tipo meglio meno, ma 
              meglio o, se> non c'e' il problema "$", meglio MEGLIO. Ossia puntare 
              sulla qualita' o
 > lasciar perdere la mondezza.
 > mmmh giro da anni insieme a un sacco di
 > gente, spesso anche molto
 > intelligente, che fa discorsi simili, che si crede
 > di essere una specie di
 > fattone d'elite, che capisce, controlla etc. anzi ti
 > diro' ragionano quasi
 > tutti/e cosi'... ma quando non c'e' un cazzo e gira
 > solo robaccia... se la
 > litigano. (nel mondo reale non nei buoni propositi
 > delle e-mail)
 Beh 
              il mio era tutto sommato un consiglio spassionato, se tra le tue 
              scelte c'e' quella di provare sostanze fallo per benino rischiando 
              meno e sballando mejo...questa e' probabilmente una banalita' ma 
              in effetti se e' vero che quando gira la robaccia cmq tutti/e se 
              la litigano... io odio i fattoni d'elite e gli intellettuali della 
              pezza. O tanto per fare una citazione da strada: "io quelli 
              della scelta nun li capisco proprio" > 
              Comunque una risposta alla questione posta> all'inizio non l'ho trovata, o
 > non l'ho saputa leggere.
 Infatti 
              non c'era o meglio non proprio. Erano alcune riflessioni che stavo 
              facendo da tempo e colto uno spiraglio per metterle in campo da 
              quei post. Inoltre a dire il vero concordo al 99% con quello che 
              dici perche' il problema principale che volevo tirare fuori, e che 
              forse poi ho spalmato su altre questioni sentite (ahime la passione...), 
              e' che la maggior parte delle sensazioni che una sostanza chimica 
              o naturale produce sono e devono essere riprodotte senza sostanza, 
              insomma se io uso sempre l'ascensore mi verranno delle gambine flaccide 
              flaccide e i miei muscoli si afflosceranno inabituati a fare le 
              scale e poi proprio a camminare. Credo e ho sempre creduto che quello 
              che dovrebbe crescere dentro di noi come persone e come esperienze 
              personali sia il nostro cervello non di certo la quantita' di neuroni 
              bruciati, cosi' come credo che a volte bruciare qualche neurone 
              valga un esperienza che accresce e migliora. Ripeto possono essere 
              un mezzo ma mai devono diventare un fine. Cercherei di affrontare 
              la questione per quello che e', io chiamo un gatto gatto diceva 
              qualcuno, allo stesso modo io vedo una bella esperienza psichedelica 
              un po' come un bel viaggio (non a caso si chiamano trip...) e non 
              disabitua a niente se non a vedere le cose e le persone da altri 
              punti di vista. Mentre invece chiamo un sparaketafleshionesmashellante 
              sparaketafleshionesmashellante... e un sottone sottone, e un............. 
              chiaro? |